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The transcription discusses the life and accomplishments of Leone d'Aperego, a Franciscan friar and archbishop of Milan. He was an important figure in the Franciscan order and played a role in seeking clarification on the rule and legal value of the testament of Francis. He was also involved in preaching and anti-clerical activities. Leone's involvement in politics and military affairs led to his appointment as the Rector of the Municipality of Milan. He later became the archbishop of Milan, the first Franciscan friar to hold such a position. Leone was involved in investigating the life and miracles of the preacher Pietro da Verona. There is some debate about the later years of his archbishopric and whether he was forced to leave Milan. Leone died in Legnano between 1257 and 1259. www.redigio.it e la storia continua. La lunga e travagliata storia di Leone d'Aperego, frate francescano, arcivescomo di Milano e molto amato in legnano. Ma chi era costui? Originario del territorio milanese e di una famiglia della novità minore, Leone d'Aperego nacque probabilmente negli ultimi decenni del XII secolo. Fu importante esponente di un minoritismo non umbro cresciuto in diretto collegamento con la curia romana e con i disegni egemonici del papato. La prima attestazione di un Frater Leo dell'Ordine dei Frati Minori è dall'8 novembre del 1224. Certamente nel 1230 era personaggio di rilievo del proprio ordine, poiché fece parte della delegazione inviata dal Capitolo Generale dei Frati Minori a Gregorio IX per chiedere chiaramente sulla regola e sul valore giuridico del testamento di Francesco. Il Capitolo Generale aveva scelto, per l'importante missione, frati che non solo godessero di prestigio ma fossero anche ben noti al Pontefice, che dal 1220 fino all'elezione a Papa aveva svuoto la funzione di Cardinale Protettore dell'Ordine. Il cronista Salimbene de Adam ricorda Leone da Pergo con una duplice connotazione circa la sua attività di predicatore e il suo impegno anticlericale, che si concentrano nel 1233 entro quella grande stagione di pacificazione, politica e sociale, delle contrastate e conflittuali realtà cittadine dell'Italia centro-sestentrionale, nota come moto dell'Alleluia. Ma in questo contesto Leone da Pergo relasse statuta et ordinamenta anti-ereticali per il borgo di Monza e del suo territorio, databili tra il 1232 e il 1234. Gli anni successivi si caratterizzano per il costante impegno sia all'interno dell'Ordine, con la nomina ministro provinciale di Lombardia, e sia nell'ambito della società milanese padana, in virtù della stretta collaborazione avviata con il legato apostolico Gregorio da Montelongo, che proiettò Leone in dimensioni politiche sempre più complesse, con implicazioni importanti sul piano politico-militare. E dopo la disastrosa battaglia di Corte Nuova del 1237, Leone da Pergo fu inviato a trattare la pace con l'imperatore Federico II, che richiese a Milano la resa totale. Leone manifestò un preciso parere personale esortando i suoi concittadini a rifiutare la resa nell'immediato e a continuare la lotta contro l'Impero. Non stupisce che la fiducia della cittadinanza e la sua capacità di proposta politico-militare lo condussero nei primi mesi del 1240 ad assumere la Rettoria del Comune di Milano, assieme a Gregorio de Montelongo, suscitando l'ira di Federico II. Alla morte dell'Arcivescovo di Milano, avvenuta nel 1241, il legato pontificio indicò come successore Leone da Pergo che gli veniva, così, il primo frate minore ad ascendere alla dignità viscovile e per di più in una delle diocesi più importanti della cristianità. Un'assoluta novità che non poteva avvenire senza il consenso di Gregorio IX. La nomina episcopale inaugurava una nuova stagione che segnava il definitivo inserimento dei frati minori nei quadri della gerarchia. Nel giugno del 1252 Leone fu incaricato da Innocenzo IV di condurre l'inchiesta circa la vita e i miracoli del frate predicatore Pietro da Verona e intervenne anche nell'azione poliziesca e giudiziaria contro i mandanti dell'omicidio. La storiografia, più o meno recente, ha voluto vedere negli ultimi anni di Episcopato di Leone il riaccendersi dello scontro tra le fazioni di popolo e nobili, di cui l'arcivescovo si sarebbe messo a capo essendo costretto ad abbandonare più volte la città assieme al suo schieramento. E tale ipotesi trova il scontro solo nelle cronache recentesche di Galvano Fiamma, mentre dal complesso delle lettere conservate nei registri di Innocenzo IV e Alessandro IV, inviate a Leone, se ne ritavano immagini di normalità e di sostanziale e rispettosa esecuzione della volontà popale. Dall'agosto 1256 Leone da Perigo sembra non trovarsi più a Milano, soggiornando per lo più ad Angera, oltre che a Resa e a Legnano. Se i documenti indicano che la fase finale della vita di Leone da Perigo si svolse fuori di Milano, tuttavia non confermano che egli fosse stato cacciato dalla città assieme ai chierici del capitolo. Leone da Perigo morì a Legnano tra il maggio del 1257 e il giugno del 1259, data del primo documento emanato in sedi vacante, e fu sepolto nella chiesa di Sant'Ambrogio. www.redigio.it E la storia continua