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The transcription describes an exhibition at Palazzo Leone d'Apergo showcasing models of machines designed by Leonardo da Vinci. The machines represent his imaginative inventions that were ahead of their time, such as automobiles, airplanes, and lasers. The models were created by Dario Noè, a mechanical model maker, who was inspired by Leonardo's drawings. The exhibition includes various machines, including a flying machine, a mill, a boat, and a mechanism for lifting heavy loads. These machines demonstrate Leonardo's ability to envision the future through his artistic and technical skills. Despite the limitations of technology during his time, Leonardo's ideas continue to fascinate and inspire us today. www.redigio.it e la storia continua Leonardo Alegnano, nel nome di Leonardo, a Palazzo Leone d'Apergo in mostra i modelli di macchine progettate dal talento vinciano. Se c'è un aspetto dell'attività leonardesca che proietta il vinciano nei nostri tempi sono i progetti per le macchine, un trampolino da dove l'uomo di ingegno del rinascimento riesce a immaginare, non a realizzare, invenzioni di qualche secolo successivo, dall'automobile all'aeroplano al raggio laser. A Palazzo Leone d'Apergo, nella sezione curata dalla successione Liceali, sempre sarà esposta una decina di modelli di macchine realizzate da Dario Noè, un magnachese per molti anni alla Franco Dosi, modellista meccanico, professione questa che combina la lavorazione del legno e conoscenza del disegno. Noè, per anni, aveva seguito la formatura della fonderia d'acciaio quando passò all'ufficio tecnico, quindi quando la sua mansione fu confinata al disegno qualcosa gli venne a mancare, la manualità innanzitutto, ma anche la possibilità di vedere realizzato il progetto. Fu la vista una mostra realizzata dal professor Boldetti all'istituto tecnico Bernocchi a ispirare il modellismo vinciano. Boldetti, infatti, in collaborazione con Augusto Marinoni, ogni anno realizzava un modello di macchina di Leonardo che donnava la città di Vinci e che costituì il primo nucleo del museo locale. Noè fu affascinato da quelle realizzazioni e dai disegni delle macchine che gli venne spontaneo paragonare al suo pane quotidiano, ossia i disegni tecnici. Nei disegni di Leonardo, Noè trovò qualcosa di più rispetto alle tavole dei suoi colleghi dell'ufficio tecnico. È il quiz artistico a fare la differenza, a facilitare la comprensione di quei progetti, a conferire una tridimensionalità che, grazie a sezioni e viste, nemmeno il programma AutoCAD che cominciava ad affermarsi in quegli anni riusciva a rendere con uguale efficacia. Da lì l'idea di realizzare quelle macchine, una passione che dura 30 anni e che a partire dal 2002, in seguito alla richiesta del Consorzio Est-Seizia, in occasione del restauro di un mulino a Vigevano, ha acquistato visibilità grazie a una nutrita serie di mostre. A Leone della Perego saranno esposti modelli, tutti accompagnati da pannelli con spiegazione sul funzionamento e riferimento al codice da cui il disegno è tratto. Nella fattispecie Atlantico di Madrid, forse la più visionaria fra le macchine e mostra, per la sua intuizione risulterà la versione del motore a balestra che avrebbe trasmesso il movimento alle ali. Il meccanismo rappresenta la versione motorizzata della prima macchina volante, o ornicottero, immaginata da Leonardo. In quella era l'uomo a muovere le ali, qui un sistema a molla a fungere anche da propulsore e anche da regolatore della velocità. Fra le altre macchine, un dispositivo a leva oscillante ad azionare la macina di un mulino, un'imbarcazione con pale verticali, una macchina per il sollevamento di carichi pesanti, una macchina per trafilare segmenti di cannone, in cui compare un elemento che prelude la turbina Pelton, il cui prevetto data 1880, un ritorcitoio per i filati e un meccanismo per l'orologio. Si tratta di uno spaccato del paziente appassionato lavoro trentennale di Noè e, naturalmente, una piccola frazione delle macchine immaginate di Leonardo sui suoi fogli. Dagli studi di Marinoni avevano evidenziato la ricerca dell'impossibile in questi progetti, in cui era la mente di Leonardo a fungere da macchina del tempo, proiettando sogni come quello del volo o del moto attraverso dispositivi meccanici in un futuro lontano. Se non c'era la tecnica adeguata a supportare le intuizioni di Leonardo, e da qui deriva l'irrealizzabilità delle sue macchine ai tempi, resta però la potenza immaginifica e ad affascinare ancora i giorni nostri. È il caso di un dispositivo che oggi definiremmo raggio laser e che Leonardo aveva immaginato ispirandosi agli specchi ustori attribuiti ad Archimede. Leonardo, sfruttando le curvature degli specchi, era convinto che, raggiunta la temperatura di 4400°C, ma che cosa intendesse per grado ci è noto, avrebbe potuto tagliare il metallo. Evidentemente che alla sua epoca la realizzazione di questo strumento fosse destinata a scontrarsi con ostacoli tecnici insormontabili era altrettanto prese, però che si trattasse di un'illuminazione fulgurante che scaturiva proprio in risposta ai limiti di quanto allora, e per molto tempo ancora, era possibile fare. Leonardo vedeva perfettamente i problemi concretissimi che le varie situazioni in cui si era trovato a operare gli ponevano di fronte e provava ad immaginare la soluzione. Se per le questioni idrauliche trovò risposte, nessuna delle macchine da lui progettate, perlomeno quelle di un certo livello, furono invece realizzate. Visionarie, futuribili, sarebbero diventate realtà soltanto dopo molto tempo, dando a Leonardo, soltanto a posteriori, il riconoscimento della sua progenitura. www.redigio.it E la storia continua

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