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From 1940 to 1970, there were stories about life in Leganesi and the courtyard. Before, people used to go to the priest, who would spy on the factory workers and report them to the boss if they stole spools of thread. The Catholic youth group organized activities like theater and football tournaments. Sundays were spent at the community hall watching religious plays. During the fascist regime, only the Catholic organization was allowed. There were also marriages between members of the group. Some people stopped participating in the Catholic activities but maintained their religious faith. In 1939, the speaker was called to military service but didn't want to attend the mandatory preliminary meeting because of his anti-fascist beliefs. He was able to avoid it while working in Piemonte. Storie di Leganesi e la vita del cortile dal 1940 al 1970. Dopo è venuto che venivano a partito. Prima invece andavamo da prete. Mi raccontava un vecchio che il prete era il guardone del padrone perché c'erano parecchie filande e la donna che rubava due o tre spole e le portava a casa per fare qualcosa, lo confessava al prete e il prete avvisava il padrone. Ed è successo che delle donne, dopo essere state da prete, venivano spogliate all'uscita della fabbrica per vedere se avevano delle spole. Io ho vissuto anche nella gioventù cattolica che allora aveva la filodrammatica. Facevano i teatri, organizzavano tornei di football e lì all'oratorio. C'era anche il salone e ci sono tanti che oggi sono entrati nel partito comunista che facevano parte della filodrammatica. E le domeniche sere tutte le famiglie andavano al salone ad assistere alle rappresentazioni per lo più religiose che facevano. Erano drammi sulla passione del Signore o altra. E c'era una partecipazione tremenda. Durante il regime c'era solo l'organizzazione cattolica perché era l'unica permessa dal fascismo. La FGCI che c'era a Legnano, ma io non lo sapevo neanche, perché erano quei quattro o cinque giovani che si trovavano nei boschi del Tosi. Veniva giù il cartelletto Venevoli e discutevano. L'azione cattolica allora era divisa in quattro parti. L'uomo cattolico che superava i trent'anni, gli effettivi, i giovani dai venti ai trent'anni e poi c'erano gli aspiranti, i giovani inferiori ai vent'anni che aspiravano a diventare effettivi. E c'erano anche un mucchio di scritti, centinaia e centinaia di scritti. Poi l'oratorio aveva costruito un suo bar, bello, ampio, ed era aperto tutte le sere. C'erano i bigliardini e ci trovavamo lì tutte le sere. E c'era anche una combinazione di matrimoni tra gli effettivi e le donne dell'azione cattolica. Perché, ad esempio, il teatro era un motivo per trovarsi ragazzi e ragazze, perché fuori raramente ci si trovava, perché alla sera o andavi all'oratorio o rimanevi a casa. Anche le feste religiose erano un motivo di incontro, perché alla sera non usciva nessuno e le ragazze restavano a casa. Allora alla festa di Legnanello andavano moltissimi giovani, anche se era una festa religiosa per mettersi in contatto con le ragazze. La ragazza che cambiava una volta il fidanzato, per lei era finita, e tanto più se una giovane avesse avuto un figlio. Era bollata da tutto il rione, ed era vista come una prostituta. Poi, a 18-19 anni, all'oratorio, sono andato meno e mi vedevo con la compagnia del Menego, che non è andato mai in chiesa o all'oratorio. Allora, anch'io mi sono spostato. Cioè, pur sapendo che in casa dovevo fare delle battaglie tremende col mio papà, l'oratorio l'ho abbandonato, però mantenendo in me quei legami cattolici e la fede religiosa a critica. Poi, nel 1939, mi hanno chiamato a militare in gennaio. Allora era obbligatorio la preliminare, e io, pur essendo un antifascista, avevo un'antipatia tremenda ad andare lì al sabato a far la preliminare. Nel 1938 sono stato con i miei fratelli, che erano appaltatori di Dazio, in Piemonte, ed ero là, in ufficio, a fare le bollette. E lì non ero controllato. E poi, nel paese allora, io ero a Corino, chi comandava? Il pugnotà, il dottore, il farmacista, il prete e il daziere. Allora io la preliminare non la facevo, e nessuno mi diceva niente, perché ero lì, in quel paese, come daziere. Ed ero anche ben considerato, perché c'era la festa del Fabio. Ho bisogno a tre damiciani di vino, e noi non gli facevamo pagare il Dazio. Allora, si doveva fare così. Però, dopo un po', mi è arrivata una lettera di presentarmi a Regnano. Allora sono tornato, e mi hanno chiesto perché non partecipavo alla preliminare. Guardi, io sono in Piemonte, lavoro là. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org