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www.redigio.it per la storia continua Storie milanesi in milanese Un paese chiamato Milano è Lecce Un paese chiamato Milano è estremamente difficile riuscire a immaginare una Milano non mastodontica, non caotica, non ancora trasformata nella megalopoli dei giorni nostri. Eppure un tempo la capitale industriale d'Italia era poco più di un paesotto come tanti, facili da visitare e semplici da scoprire. Francesco Girolamo Corrio ci dà modo con una sua poesia di rievocare questa Milano di tanto tempo fa, ancora così semplice e così provinciale, ed è proprio in omaggio alla città di ieri che riportiamo in queste pagine i suoi versi. «Non si può più tarsi a vivuia e gosso, per il bio passa nel senso di novità. Cos'è sto novità e non a tanti contrari intende, si interage e finirei fosso? Si di di crerenze la contrada di vos, se dà sfratta la sozza innamorà, se dà il punto de locce ai olocà, se trovi il nome al burgo de San Carlos. Mi non so, i suoi compagni come tassano tanti dottori che usavano e usavano, e vedendo il suo prezzo anche la contraddicavano. Manca ma che al suo conforto, a canettucce, i nostri milanesi che si compiassero di segamo il strascio del ZBD. Ma mi vi irriterei a che numero che fanno i porti di qua e incerto cos'ho mezz'ora addotturato. Il motivo forse sarà che se uno qua col numero l'ha scappato per non essere obbligato a pagare i tassi e che godono sarà forse i passi. Credo però che la ragione sia forte non sia perché nessuno fa la porta. Per me quello che più importa è capire tanti numeri a stoppino e già poter dire che impari la macchina. Occhi di Cain Occhi di Cain, occhi di Cain che hanno un sguardo torbo. Occhi di pesce e carpione, occhi di pesce e carpione che hanno un sguardo spento. Occhi di farigine, cioè fare l'occhietto, avvicare strizzando l'occhio. Adesano che i ricci dell'anima e delle specie è detto e si ripete con più o meno convinzione, ma passando il tempo decade e diventa vecchio. E a contarsi ai nuove generazioni, a cont del progresso e dei lenti a contatto, ne ridono in faccia e ne danno anche del matto. Dicono che gli occhi dell'anima sono lo specchio, il detto si ripete con più o meno convinzione, ma passando il tempo decade, diventa vecchio. E a raccontarlo alle nuove generazioni per via del progresso e delle lenti a contatto, ci ridono in faccia e ci danno del matto. Un giovenotto aveva spazio per via Torino, e a tutti i cittadini che faceva l'ugino. L'amica aveva un vasoio, era andata a Tupic e la portava al cuore, e allora divenne un tipo. Per destino canaria ad essere in condizione di fare l'ugino anche a quei con su di calzone. Un giovanotto era spazio per via Torino, e a tutte le ragazze faceva l'occhietto, e non ha visto un casino, ed è inciampato e ha pestato la testa, e all'occhio gli è venuto un tic. Per un destino canaria ad essere in condizione di fare l'occhietto anche a quelli con i pantaloni.

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