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During the 12th century, the relationship between the city of Milan and the surrounding countryside became increasingly important. The Archbishop held spiritual authority, while the decline of the feudal authority contributed to the rise of those who owned land and properties. Milan relied on controlling the surrounding territories for its supply of goods and to maintain trade routes. The control of taxes and water rights was crucial for both the city and the emperor, who faced financial difficulties. The tension between Milan and the emperor escalated, leading to the emperor's attempts to isolate and weaken Milan through raids and cutting off supply routes. Legnano, as a convenient entrance to the city, suffered the consequences of these attacks. Ultimately, Milan surrendered and was destroyed in 1162. VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV Abbiamo accennato, in un capitolo precedente, l'importante della posizione di Legnano. Credome ora, nel quadro degli importanti avvenimenti svoltesi nella seconda metà del XII secolo, quale sia stato il suo peso a quest'epoca, vale a dire dall'inizio del secolo XII in poi, il rapporto tra città e campagna si andava facendo sempre più stretto. Da un lato, l'autorità spirituale dell'Arcivescovo, la cui potenza temporale era divenuta ormai grandissima e creava un forte legame ideale. Dall'altro, il progressivo decadere dell'autorità comitale aveva, per contrapreso, contribuito all'affermarsi di quella di tutti coloro che nel contado possedevano benefici, regalie, decime, castelli, case e terre. Per la maggior parte questa classe era costituita da cittadini milanesi, spesso divenuti forzatamente tali, per volontà, da comune cittadino. Se di fatto il controllo del comune sul contado veniva esercitato in queste forme, non meno chiaro è il contenuto economico che stava alla base di questo rapporto. Per una città come Milano, popolosa e in pieno sviluppo commerciale e artigianale, i problemi principali erano costituiti dall'approvvigionamento di vettovaglie e di materie prime e dalla necessità di mantenere aperto uno sbocco per i propri prodotti. Risulta quindi evidente l'importanza che la città annetteva il dominio dei territori circostanti non tanto come fonte primaria dell'approvvigionamento della città ma quanto per la possibilità che esso offriva di controllare strade e vie di acqua per mantenere aperto quel complesso gioco di rapporti commerciali che era la ragione della stessa vita di Milano. Appariva perciò essenziale dal punto di vista della città il controllo diretto delle regalie, per quanto concerneva i tazzi, pedalgi, diritti d'acqua e simili che gravando sul prezzo delle materie prime e dei prodotti finiti rallentavano e ostacolavano il commercio milanese. Le regalie però erano importanti anche per l'imperatore che si vedeva sfuggire di mano tazzi, pedalgi, teloneo, ripatico, zecche, censi, tutte fonti notevoli di introito proprio in un momento in cui la sua complessa politica rendeva difficile la situazione finanziaria del regno di Germania. Questo lo sfondo economico di una situazione che si faceva sempre più tesa finché si giunse durante la seconda discesa di Federico Barbarossa nel 1158 all'emanazione della dieta di Roncalia nella Costitutio dei Regalibus con la quale l'imperatore con l'appoggio delle teorie elaborate dalla scuola giuridica bolognese avvocava se tutte le regalie che non fossero già state legalmente concesse. Di fronte a questa situazione Milano si trovò costretto a reagire apertamente per la sua stessa sopravvivenza rifiutando nel 1159 l'imposizione di una podestà imperiale e attirandosi così la condanna imperiale il 16 aprile del 1159. Frattanto la tecnica adottata dall'imperatore per far cadere Milano aveva già cominciato a delinearsi con la prima incursione nel territorio milanese avvenuta nel 1158 che aveva toccato il Seprio e la Martesana. Si erano avuti il taglio delle viti e degli alberi, saccheggi e incendi nelle ville, distruzioni ai mulini. Il Barbarossa, considerato che per la potenza di Milano non poteva tentare un attacco diretto, intendeva probabilmente provocare una grave carestia nel suo territorio ed isolarla poi tagliando la strada dei rifornimenti da parte degli alleati. La stessa tecnica fu seguita dall'imperatore due anni dopo ed ecco un racconto dell'anonimo autore della Gesta Federici. Questo testo è in latino. A questo punto però i milanesi, minacciati da troppo vicino, uscirono con il caroce incontro i nemici che si ritirarono piegando da Bareggio a Morimondo, attraverso Ticino fino a Pavia. Legnano è quindi interessata alla guerra solo indirettamente, subendo insieme a tutta la campagna milanese le conseguenze negative. Tuttavia, da breve passo citato sopra, possiamo intravedere chiaramente l'itinerario seguito dall'imperatore per entrare nel milanese. Il fatto stesso che da Briosco sia passato a Legnano invece di puntare su Milano dimostra che il nostro borgo costituiva da nord uno degli ingressi più comodi verso la città, oltrepassando il quale non si incontravano ulteriori grave difficoltà nelle esistenze. Le devastazioni imperiali si ripeterono l'anno successivo, stringendo sempre da presso la città e addirittura nel raggio di 10-15 miglia attorno ad essa. La conseguenza fu un aggravarsi della calestia provocata dall'incursione precedenti. L'imperatore completò allora il proprio piano chiudendo le strade dei rifornimenti alleati da Piacenza e da Brescia. All'inizio del marzo 1162 Milano si arrese a discrezione e poco dopo subì la famosa distruzione. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS

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