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The story is about a massive deception that took place in 1630. The mayor of Aosta requested payment for miraculous oil brought by a Dominican father from Milan to protect the valley from the plague. The deception started in a church in Milan, where people desperately sought miracles due to the plague. Many people fell for the scam, believing in the healing properties of the oil. The deception was fueled by the people's need for miracles during a time of widespread fear and superstition. The oil continued to be distributed, causing more deaths. The story also includes accounts of witchcraft and demonic activity. The people of Milan even consulted the devil himself to understand why so many were dying. Eventually, it was revealed that the oil was mixed with infernal oil, causing more than 500 deaths. The people of Aosta, like others in Italy, believed the blame for the plague deaths lay with the devil, not the oil. E la storia continua, è la storia di un colossale inganno. Nel Consiglio del 2 dicembre 1630 il sindaco di Aosta chiede un mandato di pagamento di 15 pistole e due ducatoni da lui dati a un certo padre dominicano Iacobini che aveva portato da Milano l'olio miracoloso che doveva preservare la valle d'Aosta dalla peste. Questa cronaca dice anche che i valdostani al pari dei lombardi, dei piemontesi e di altri genti d'Italia erano accaduti nell'inganno dell'olio miracoloso. L'inganno prese l'avvio nella chiesa della Madonna delle Grazie di Milano sul finire del 1630 quando la peste che aveva già portato via migliaia di persone incominciava ad assopirsi perché disturbata dai primi freddi e frate Geraldo racconta Di guarigioni miracolose in realtà non ce ne fu neppure una. Quella straripante ondata di olio diffuse in tutta Italia fu propiziata dal disperato bisogno di miracoli che avevano le genti immerse in un contagio senza rimedi. In quei tempi con immensa credulità si vedevano ovunque streghe e malefici, santi, diavoli e miracoli. Strade e piazze erano piene di miracolisti dalle veste di falsi predicatori e di eremiti e gli artigiani lavorarono solo per fare ex voto. Sorgevano santuari e cappelle votive. La gente chiedeva Dio, il padre quotidiano. Dai santi si volevano grazia di un miracolo quotidiano. E finalmente, fatalmente in questo clima psicologico le prime unzioni diedero via un generale inganno e per i frati che ufficiavano la chiesa della madonna delle grazie fu un pretesto per un colossale affare. Costoro, in buona o cattiva fede che fossero, non potevano terarsi indietro, sarebbero stati lapidati a furor di popolo. Così la lampada continuò a versare olio miracoloso e la gente a morire di preste. Anche il cronista frate Gerardo credette sinceramente all'odio miracoloso e se l'effetto venne a mancare fu, dice, perché il demonio aveva spento la fede e la devolzione. Secondo costume e la mentalità del tempo nella vicenda non poteva mancare una scena demoniaca. Accanto al santo si inserisce così la strega, nel nostro caso l'utore. La cronaca narra che un povero uomo si lasciò indurre dal demonio e a prendere anche lui un certo olio. Chi l'avesse toccato, benché l'infermo era pestato, sarebbe guarito. Quel disgraziato di un uomo fece appena in tempo a ungere poche porte di casa altrui che fu preso, incalcerato, messo ai tormenti, confessò e morì sul rogo. Questo avvenimento si legge anche nel Ripomonti, nell'opera dei peste qua e fui Milani Mediolani anno 1630 e Giovanni Giovenale Gerbaldo scrisse sulla carestia e peste in Piemonte negli anni 1629 e 1630. Le malattie a cuore del tempo e queste tristi cose accadero a Milano. I cittadini, temendo che vi fosse un giro di altri untori, consultarono i saggi e citarono in giudizio il demonio per sapere in che modo facesse morire tanta gente. A tempo debito il demonio, ma non sappiamo sotto quali mentite spoglie, comparve davanti al giudice e disse molte bugie, ma finalmente confessò che molti erano stati unti con l'olio miracoloso. Sì, ma mescolando con l'olio dell'inferno da certi stregoni per cui erano già morte più di 500 persone. Anche la Val d'Aosta pagò dunque a Frate Domenicano il suo contributo all'inganno, sicura come altre contrade d'Italia, che se i valdostani morivano di peste, la colpa non era dell'olio, ma del maligno. www.redigio.it E la storia continua.