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www.reddyjoe.it E la storia continua Siamo a Regnano durante la dominazione spagnola Nel corso del XVII secolo la vita di Regnano, inserita nel Ducato di Milano, fu caratterizzata dall'influsso della dominazione spagnola, della quale, per molto tempo, è stato offerto un quadro dalle tinte oscure. Non occorre, però, esagerare a far coincidere il vero aspetto del predominio spagnolo con la desolante decadenza, come hanno fatto molti economisti del 1700. Non si vogliono giustificare leggi assurde e autoritarie fatte per non essere osservate, ma non si può disconoscere il tentativo di arrivare alla Costituzione di uno Stato moderno, compreso tra il secolo XVI e il XVII, e che Milano si trovi sulla storia di questo progetto, teso alla eliminazione dei privilegi corporativistici, tali da strozzare lo Stato e costringerlo a una condizione di costante debolezza, vedi degli sconti, e questo valga per non esaltare la Spagna, ma per dare al quadro la giusta prospettiva. Quanto alle strutture dello Stato di Milano, esse erano stabilite dalle nuove Costituzioni fissate da Carlo V nel 1541 e rimaste in figura fino al 1786, e grazie ad esse l'organizzazione centrale dello Stato Lombardo risiedeva in Milano, trasformata in un centro amministrativo e consumistico, mentre la campagna, se non era un paradiso, costituiva con le sue terre un comodo rifugio per i nobili al riparo delle preoccupazioni cittadine che, oltre a essere un ottimo investimento, in fronte ai quali giocava un ruolo non indifferente la folla anonima dei contadini e mezzadri del fitavoli degli artigiani, in grado di fare rifluire i capitali della stagnante economia della città a zone rurali, innervata dalla loro volontà e vivacizzata dalla loro sagacia. La popolazione del Borgo di Regnano appariva dunque all'inizio del 1600 articolata nel suo assetto costituzionale nei comuni dei nobili e dei salariati da loro dipendenti, abitanti in cascine sparse per territorio, perché l'abitato era legato allo sviluppo della proprietà fondiaria, ai metodi di conduzione e ai modi di sfruttamento del terreno, che richiedevano una costante presenza dell'uomo. Tale distribuzione si protrasse praticamente fino alle riforme terresiane e fu spesso spesso causa di notevoli contrasti sul piano dei reciproci diritti. Ne abbiamo una testimonianza valida attraverso una tendenza di definizioni di privilegi, che fu emanata dal Senato milanese il 13 novembre 1603. Pro nobilus burghilegnani super regolis auterum cum communitate praescriptis parser tatum excellentissimum. In seguito a controverse e sorte tra nobili e comunità di legnano, o piuttosto alcuni vecchi sindaci che si attribuivano l'immunità dagli oneri fatte ricadere sui poveri e ignari colonni dei nobili, e sentite le reciproche preghiere avversate dalle parti, perché gli oneri fossero regolamentati. Il Senato addivenne a un servatum cortus ultum, e in base a questo stabilì che si creassero nuovi sindaci, ma che non si potessero scegliere tra quanti erano debitori della comunità , nei loro figli o fratelli conviventi, per evitare scandali. E per evitare future discordie si diede in carico al senatore Rovida di stabilire delle regole per la divisione degli oneri. Gli amministratori delle comunità dovevano inoltre rendere conto ogni anno dell'operato, perché i poveri, gli orfani e le vedove non risultassero oppressi dai potenti. I nobili senza pregiudizi dei coloni e dei massari avevano il diritto di stabilire regole, ma non potevano, in caso di alloggiamento dei militari, gravare i suoi beni ai cittadini oltre l'ottava parte del lavoro dei loro possessi. Perciò l'eventuale distribuzione eccedente della detta parte e incidente sui massari costituiva un aggravio illecito che comportava l'obbligo della compensazione o della restituzione di quanto versato oltre misura. Questo disposto del Senato trovava un precedente in una serie di provvedimenti già presi per Sarogno, Varese e Monza. Pertanto il delegato del Senato milanese, vista la distribuzione degli oneri fatta nel borgo di Regnano e udite le parti e i loro procuratori, sentiti i nobili Taverna, Lampugnani, Bismarra, Crivelli, Bossi, Fumagalli e Rouvet, il prevosto spegio e greco Donato ordinò di fare la distribuzione sia degli oneri ordinari che di quelli straordinari e delle altre sprese tra nobili e comunità . Pertanto il perito Francesco Landriano, designato allo scopo, redasse due scomparti, in uno dei quali erano indicati i nobili, nell'altro i capita o le bocche degli abitanti della comunità con i loro beni rurali. I massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Inoltre, i massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Inoltre, i massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Inoltre, i massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Inoltre, i massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Inoltre, i massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Inoltre, i massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Inoltre, i massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Inoltre, i massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Inoltre, i massari dei nobili, a loro piacere, potevano essere descritti per capo, bocche e beni sul rotolo dei nobili, se disposti a pagare con la porzione di oneri. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org