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redigio.it/dati2601/QGLO012-Angera-bigatt-02.mp3 - I bigatt ad Angera

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www.redigio.it E la storia continua Angera e i suoi bigot Ad Angera, insieme ai bigoti, si potevano acquistare vari esercizi tra cui la Cattedra Ambulante di Agricoltura e la ditta Corbetta Giuseppe Fuangelo la prima che aveva sede nella trattoria del Tutin di Bettolino e forniva anche un'opera di consulenza tramite il bigattino era un perito agrario specializzato la seconda operava in paese fin dal 1910 e provvedeva anche il ritiro del prodotto finito il titolare di questa azienda venne accusato dei reati di aggiottaggio di imposizione e di coazione verso i contadini sia per avere divulgato notizie false tendenti a far aumentare o diminuire i prezzi sul mercato sia per aver fatto ricorso alla violenza per inibire le altre libertà di azione Corbetta ricorse al prefetto di Varese lamentando che i propagandisti della Cattedra Ambulante raccomandavano i contadini di acquistare i semi direttamente dalla cooperativa Banchicoltori di Varese danneggiando in questo modo la sua azienda il prefetto inviò una lettera a la Podestà informandolo che le indagini fatte risultava che a Dangera alcuni privati avvalendosi del fatto di essere iscritti al fascio locale avevano usato nei confronti dei contadini atteggiamenti di imposizione e di coazione oltre a questo nella campagna precedente gli stessi avevano ceduto i semi e i baccolini a prezzi elevati ritirando poi il prodotto finale a prezzi notevolmente bassi Risultava da l'inchiesta che questi speculatori erano arrivati al punto da dividersi la provincia in zone di appartenenza Il prefetto continuava precisando che solo grazie alle organizzazioni sindacali fasciste anche Varese aveva potuto dotarsi di una cooperativa Banchicoltori e questa forniva uova a prezzo cammierato e riterava prodotto finito a 7 lire e 0,5 al chilo rispetto alle 6 lire offerte dagli ammassatori privati Ciò confermava l'azione propagandistica fatta da un funzionario della cooperativa che comunque era stata espressa in buona fede e senza alcuna denigrazione Il podestà angelese così rispondeva al prefetto Da quello che mi risulta per conoscenza personale posso assicurare che in eminenza vostra che la grande maggioranza dei contadini che hanno sempre coltivato i bacchi il cui seme viene fornito dalla ditta corbetta li ho sempre sentiti soddisfatti tanto per la crescita e il quantitativo prodotto quanto il prezzo In primavera avanzata, intorno alla metà di aprile i locali asciutti e riscaldati venivano fatti incubare le uova nel bacco da seta in modo che la schiusa avvenisse quando i murun, tra i gelsi, fossero già in foglia e alcuni contadini usavano apposite incubatrici riscaldate con lampade ad alcol E dopo la decina di giorni di incubazione i semi incominciavano a imbianchire Era il segno che la nascita era vicina Quando i primi nati attraversavano il tulle o la carta bucata stesi sopra le uova li si mettevano sopra foglie di gesso tagliate sottilissime Non appena i bruchi le ricoprivano senza essere toccati con le mani venivano trasferiti nelle bigatiere situate nel locale di allevamento dove dovevano essere nutriti e puliti nel corso delle loro quattro età di sviluppo durante le quali mutavano la pelle per aumentarne progressivamente di dimensione Le foglie, inizialmente tritate finemente alla fine della seconda muta venivano sostituite dalla foglia intera in quantità sempre più abbondante essendo i bacchi da seta molto voraci Un'oncia di foglie un'oncia corrispondeva a 30 grammi per fornire questa enorme quantità di fogliame in territorio angelese c'erano circa 10.000 alberi di gesso per la maggior parte coltivati in aratori moronati cioè in terreni appositamente destinati e per sfruttare meglio lo spazio ai piedi delle piante veniva generalmente piantato un grano turco se aveva piovuto le foglie appena colte si appendevano sotto il portico ad asciugare perché quelle bagnate erano molto dannose per la salute dei bacchi dopo 30 giorni, nella quinta età dello sviluppo il bigad iniziava a salire al bosco in questa fase l'allevatore, o meglio l'allevatrice la cura dei bacchi era di competenza quasi esclusiva delle donne mentre la vendita dei bozzoli era seguita principalmente dagli uomini allestiva un bosco artificiale ponendo alla bigatiera fasci di erica secca di rovo, di rami secchi sui quali appunto la larva saliva per filare il bozzolo www.redijo.it e la storia continua

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