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QGLN1166-Lago-Comabbio-05
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QGLN1166-Lago-Comabbio-05
www.redigio.it e la storia continua nei laghi varesini c'è anche il lago di Comabio cominciamo a conoscerlo segni di un passato agricolo nel territorio di Comabio sono presenti a est dell'abitato in direzione della sponda lacustre laddove si può osservare l'antico delta di origine graciale che si protende nel lago qui sforza l'unico immisario chiamato roggia o rio di Comabio poco a sud di un vecchio vivaio di pesci dove nel secolo scorso si conservano soprattutto tinche che si potevano poi rivendere nei mesi invernali quando il prezzo era più conveniente per impedire che il loro peso calasse eccessivamente le tinche venivano nutrite con fagioli, polenta, riso e sangue rappreso a breve distanza dal vivaio tra robini e ontani sono ancora visibili i resti di una vecchia ghiacciaia costruita nell'ottocento per far fronte alle esigenze della pesca che in questo lago è sempre stata molto abbondante alla quale quindi non bastava più la vecchia ghiaccera di Varano di pianta circolare, larga e profonda 10 metri la ghiacciaia di Comabio aveva un tetto a forma di ottagono e l'entrata era formata da un'anticamera sbarrata da tre porte per impedire un brusco ingresso d'aria calda esterna in fondo dell'interno era occupato da un impianto di travi di quersa sollevate dal suolo in modo da favorire lo scolo dell'acqua il ghiaccio era prelevato dalle acque del lago che conoscono in un periodo di gelata di circa un mese tra dicembre e gennaio e accuratamente frantumato con bastoni di pruno o di cognolo esso veniva disposto a strati alternati a sale e pula di riso il pesce veniva poi sistemato su una tela da sacco e abbondantemente ricoperto di piante sommerse del lago la ghiacciaia assolse così un'importante funzione per i pescatori di Comabio sino a quando la stessa attività della pesca non incominciò a procedere a ritmo ridotto tanto che la gialzera fu affittata al macellaio del paese per la conservazione della carne la sponda del lago a sud della ghiacciaia corre uniforme e quasi in rettilinea alternando larghi spazi antropisati a cannetti fra i quali un'interessante vegetazione di ripa con tanni neri e salici all'altezza della Fornace Colombo ormai in territorio del Mercato dei Sassi da qualche anno è stato restituito un centro bagnare ma ormai i bagni in acqua pulita sono un palido ricordo per roulotte targate Milano la fornace che dava lavoro a operai della zona produceva laterizi chiari sfruttando il calore di una ghiaccia produceva laterizi chiari sfruttando le argile dei depositi quaternari che circondano praticamente tutto l'anello del lago la struttura geologica del bacino del lago di Comabio è assai interessante e la sua conoscenza ci può fornire utili dati per la ricostruzione degli avvenimenti che portavano alla formazione non solo del Comabio ma di tutto il sistema lacustre a sud della linea l'urbano campo dei fiori gli affioramenti rocciosi più antichi si formarono in epoca quaternaria prima che le grandi graziazioni sconvolgessero il territorio la fauna e la flora più in particolare troviamo tra i comuni di Ternate e Comabio una striscia stretta e lunga da faraona al vivaio di cacari mummulitici e marne che risalgono alle oceane il periodo più antico dell'era cenosoica o teziaria si tratta di rocce ricche di nummuliti cioè di piccoli fossili di foraminiferi animaletti marini a forma di disco spiralato i cui gusci hanno contribuito a dare origine a questi terreni fortemente impermeabili molto più estesi sono invece gli affioramenti di gumfolite che appartengono sempre all'era teziaria ma sono ad attribuirsi a un periodo più recente l'oligocene queste rocce tipiche dei depositi marini piuttosto profondi sono costituite o da marne di colore griso giallastro ma anche da argille marnose o da conglomerati è proprio con quest'ultimo tipo di roccia che si è formata la maggior parte delle rilievi che accompagnano a ovest e a est la conca del lago di Comabio a occidente il monte Pelada metri 471 e il monte Croce 449 a oriente è tutta la parte sommitale delle colline di San Giacomo dal monte San Giacomo 434 e dal monte Vigano 414 le falde più basse di tutti questi rilievi sotto i 300 metri nonché i territori a nord tra Ternate e Varano e a sud tra Mercallo e Colgeno sono costituiti da depositi morenici e fluvio glaciali lasciati dal passaggio dei ghiacci dell'era quaternaria lo strato è costituito dai ciotoli della prima graciazione, il Gunz ma la maggior parte di questi strati è coperta da depositi morenici della quarta graciazione, il Wurm sabbie, argille, ghiaie ciotoli lasciati specialmente nella fase di ritiro dei ghiacci gli ultimi affioramenti appartengono al periodo post-glaciale e sono quindi più recenti si tratta di torbe, limo e frane che troviamo soprattutto in corrispondenza delle parti più paludosi del lago tra Mercallo e Colgeno e all'imbocco del canale Brabbia la vegetazione si è ben addettata a questa serie di substrati, trascurando per il momento quella più propriamente acquatica e notiamo che i terreni più vicini alle sponde del lago là dove l'uomo non ha completamente sconvolto l'ambiente naturale sono caratterizzati dalla presenza di salici e ontani a cui si va rapidamente sovrapponendo un'infestante rubinia ma se saliamo sulle pendici delle colline circostanti specialmente attorno a Mercallo e Comabio c'è un brusco passaggio a Castagno e soprattutto al Pino Silvestre che in alcuni punti, come sul Monte Croce forma vaste fustaie il lungo discorso geodico può anche servire per comprendere che la localizzazione degli insediamenti umani attorno al lago non è stata frutto di un capriccio o di eventi fortuiti, ma di una precisa scelta se osserviamo bene i cinque centri abitati almeno nei loro nuclei più antichi possiamo notare che nessuno di essi si trova sulle sponde paludose o argillose ma nemmeno sulle pendici più alte delle colline oceaniche in cui terreni eccessivamente permeabili non avrebbero offerto grandi possibilità per l'agricoltura e nemmeno per l'apertura di vie comunicazioni l'uomo si è quindi sistemato a metà strada, sui terreni morenici che sovrastano le superfici del lago dall'altezza media di 30-40 metri e la storia continua con la prossima puntata