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redigio.it/dati2511/QGLN1012-nuova-PiazzaDuomo.mp3 - La riforma del centro di Milano: piazza Duomo - 4,48 -
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The transcription discusses the history of the renovation of the center of Milan, specifically the Duomo Square. It mentions how Napoleon had already thought about it, but it was only after the liberation from Austrian rule that the decision to renovate the square was made. A lottery was authorized to raise funds for the project, and a competition was held to determine the design. Giuseppe Mengoni won the competition, and construction began in 1865. Two old buildings were demolished, and the Galleria Vittorio Emanuele was inaugurated in 1867. Unfortunately, Mengoni died before the completion of the triumphal arch in 1878. www.redigio.it e la storia continua. La riforma del centro, del centro di Milano, piazza Duomo ed intorni. Ci aveva già pensato Napoleone, ma che cosa mai non pensò l'imperatore? Ma fu solo con la liberazione del gioco austriaco che si decise di rinnovare la piazza del Duomo e Albiacense. E così, con un decreto del 4 dicembre 1859, Vittorio Emanuele II autorisò una lotteria di 2 milioni di biglietti da 10 lire ciascuno, oggi circa 35 euro, per raccogliere i fondi destinati al lifting del nucleo cittadino. Si progettò dapprima un porticato di 60 arcate da piazzare di fronte al Duomo e traforare con un'apertura che avrebbe dovuto segnare l'inizio di un grandioso rettilineo da raccordare col futuro Corso Sempione. Ma per fortuna non se ne fece nulla. Allora la giunta principale bandì un concorso che prevedeva la demolizione di due edifici secolari che fiancheggiavano la piazza. La creazione di un palazzone di fronte alla cattedrale e distante dalla sua facciata ben 125 metri, l'apertura di una strada coperta che collegasse la piazza col teatro La Scala e infine la costruzione ai lati della piazza medesima di due importanti edifici paralleli distanti fra loro una settantina di metri. Per farla breve, il concorso lo vinse Giuseppe Mengoni, la spesa prevista fu di 20 milioni di lire e i lavori iniziarono nel 1865. Per prima cosa c'era da abbattere due edifici suddetti, il coperto dei Figgini e l'isolato del Rebecchino. Questo sorgeva presto a poco dove oggi stanno i portici meridionali ed era un agglomerato di vecchie case che accoglievano l'omonima usteria con locanda, poi ristorante. L'altro edificio consisteva in un porticato di epoca sforzesca che si dipadava per una ottantina di metri e venti arcate, quasi in parallelo con gli attuali portici settentrionali, a mezza strada fra questi e il monumento equestre. Il coperto fu il primo a essere sacrificato nel 1965. Tredici anni più tardi toccò il Rebecchino, ma già nell'anno suddetto era stata posta la prima pietra della Galleria Vittorio Emanuele, che sarà inaugurata dall'augusto titolare il 15 settembre del 67. E allora, un lungo applauso era scoppiato da tutte le parti e ripercorso dagli ecchi sonori della cupola immensa e pareva centoplicato. Ma la gran testuggine impietriata non aveva ancora l'arco trionfale che verrà scoperto sulle primi del 1878 senza che vi si potesse assistere all'artefice dell'opera, il Mengoni per l'appunto, che pochi giorni prima era precipitato dalla sommità dell'arco sfraccellandosi al suolo. La sera del 30 dicembre 1877. In seguito la vedova farà apporre una lapide in marmo e la stessa che tuttora compare sul piedritto di sinistra apponente dell'arco della galleria. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS