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PODCAST N.75 L´ABBRACCIO

PODCAST N.75 L´ABBRACCIO

Evaristo TisciEvaristo Tisci

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Abbiamo passato un paio di giorni intensi...

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Transcription

A loved one recently passed away, and the speaker reflects on the deep and intense pain that comes with loss. Despite the natural acceptance of death as the end of suffering, the heart struggles with the physical detachment and constant absence that follows. The speaker recounts their own experience of losing family members in the past and how their presence was a priceless gift. In this instance, they were able to be there for their son, who was deeply affected by the loss of his grandmother. The speaker acknowledges their son's ability to hide his emotions and explains it as a protective shield. They spent a couple of intense days together, finding moments of serenity and laughter amidst the pain. The speaker reflects on the need to continue living with serenity and the awareness that the spirit of the departed will always be with them. Before leaving, the son embraces the speaker tightly and sends them a message as a reminder that they are not alone. Quando una persona viene a mancare, ci si ferma sempre a riflettere, per giorni interi o per pochi attimi, in modo profondo ed intenso, o magari solo inconsciamente. Anche se avanti con gli anni, malata e sofferente, il dolore non è mai attenuato, e poco ci consola se la morte pone fine al patimento suo e di coloro che con amore l'hanno accudita e se ne sono presi cura fino all'ultimo istante. La ragione induce ad accettare con sollievo la naturale conclusione di un percorso terreno, ma il cuore e i sentimenti faticano ad accettare l'inevitabile distacco fisico, la mancanza che da quel momento in poi si avvertirà costantemente. E così, qualche settimana fa, è venuta a mancare una persona importante per me, e soprattutto per mio figlio, colui che di più caro e prezioso ho al mondo. La distanza, il poco tempo a disposizione, gli impegni di lavoro e le difficoltà pratiche ostacolavano parecchio questo viaggio improvviso, ma alla fine, grazie anche all'amore e comprensione di mia moglie, sono riuscito comunque ad essere presente. Sentivo di doverlo fare, ma non per un obbligo o dovere legato alle circostanze. Volevo esserci, e far sentire la mia vicinanza a chi in quel momento pativa per quella perdita. Sua nonna è stata per lui una figura molto significativa, e alla quale era legatissimo, ed anche sua madre, la mia ex moglie, avrebbe visto in questo gesto un segno di vicinanza e di unione verso un figlio che ci accomunerà sempre. Abbiamo già vissuto in passato momenti come questi, nei quali ero io che perdevo le ultime persone della mia famiglia, e la sua vicinanza è stata per me un dono impagabile. Stavolta sono stato io ad essergli di conforto, peraltro in modo inaspettato per lui. Quando mi ha visto, ha avuto solo un piccolo accenno di sorpresa, e mi ha detto, e tu che ci fai qui? Ho risposto più o meno così, e non senza la voce un po' tremolante. Nei momenti in cui ero io ad aver bisogno, tu ci sei stato, e questo non potrò mai dimenticarlo. A differenza mia, che sono facili alla commozione, soprattutto con l'andar del tempo, lui riesce sempre a trattenere le emozioni, a tenersi tutto dentro, apparennido a chi non lo conosce bene, quasi freddo e insensibile. Ovviamente è una maschera, uno scudo verso il mondo esterno a protezione del suo lato più vulnerabile, e nel quale anche noi genitori a volte facciamo fatica ad entrare. Abbiamo passato un paio di giorni intensi, fatti anche di momenti sereni e divertenti, malgrado il suo dolore fosse sempre presente. D'altra parte, la morte di una persona cara deve portare anche a questo, a ricominciare a vivere con serenità e la consapevolezza di portare con noi lo spirito, l'essenza e la consapevolezza che quella persona sarà sempre presente nel nostro viaggio. Al momento di ripartire mi ha abbracciato forte, come mai in passato, e mi ha mandato un messaggio che custodisco gelosamente con me, e rileggo ogni volta che la vita mi sembra ostica e difficile, a ricordarmi che non sono solo. Sono Evaristo Pisci, e questo è il mio podcast che si chiama Perché, ma forse lo cambio.

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