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cover of Io, la moltitudine
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Pensiamo sia scontato “impacchettarci” in un ruolo, un’immagine, essere “per natura” o essere “coerenti” con noi stessi (noi stessi chi?). Ci rendiamo conto di quante rinunce, limature, sacrifici, energia, sforzi, non ascolto, “insabbiamenti” abbiamo impiegato per “costruire” ciò che siamo e continuiamo a voler essere?

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Elena Dragotto welcomes the listeners and introduces her podcast about personal growth and relationships. She discusses the concept of packaging ourselves into a role or image and not realizing the sacrifices and efforts it takes. Laura Sena joins her to talk about upcoming courses on voice dialogue and self-growth. They explain that we are not a single entity but a multitude of selves. They discuss the importance of accepting and understanding these different parts of ourselves and how they manifest in our relationships. They emphasize the need for self-love and how judgments of others reflect aspects of ourselves. They explain how our childhood experiences shape our selves and how we often suppress certain aspects in favor of others. They discuss the importance of taking responsibility for our choices and reclaiming our power. They mention upcoming courses that will delve deeper into these concepts. Ciao, sono Elena Dragotto, benvenuta, benvenuto. Se oggi sei qui, vuol dire che stai scegliendo di guardare la tua vita con altri occhi e con altri obiettivi. In questi podcast ti propongo di guardare la tua quotidianità come un insegnante che ti accompagna benevolmente in un percorso evolutivo verso la scoperta della tua vera essenza di essere umano. In ogni episodio rispondo alle domande più comuni sulla crescita personale e sulle relazioni con se stessi e con gli altri, accompagnandoti in un percorso che, in tanti modi diversi, stiamo percorrendo insieme. Buon ascolto! In questo episodio, intitolato Io e la moltitudine, parleremo di quanto diamo per scontato l'impacchettarci in un ruolo, un'immagine, essere per natura o essere coerenti con noi stessi, noi stessi chi. Senza renderci conto di quante rinunce, limature, sacrifici, energia, sforzi, non ascolto abbiamo impiegato per costruire ciò che siamo e continuiamo a voler essere. Buonasera a tutti e a tutte, sono Laura Sena, sono una counselor voice dialogue e in questa sera siamo qui con gli ormai consueti appuntamenti, il tempo dell'istante, riflessioni ondiveche e ispirazioni sparse. Qui con noi la dottoressa Elena Dragotto, counselor supervisor, dottore in psicologia e formatrice visionaria, ama profondamente il suo lavoro che non distingue dalla sua ricerca interiore e dal suo processo personale costante. Si è formata in dinamica dei voice dialogue con i creatori del metodo, gli psicoterapeuti Alice Hidraston, un approccio psicospirituale molto semplice, efficace, ispirato e profondo. Sena Dragotto è tra i pochissimi che ad oggi in Italia e Spagna insegna questo approccio ad altri professionisti delle relazioni d'aiuto e conduce gruppi di crescita personale col modesimo metodo. Attratto e affascinato dalla realtà energetica che alla base dell'approccio del voice dialogue ha studiato le considerazioni familiari. Per passione studia musico Sofia, l'ascolto cosciente della musica ideato dal professor Giorgio Balanno e che spesso affianca nelle sue formazioni nella conduzione dei gruppi. Ti passerei subito la parola per introdurci su un tema molto importante a chi viene, che sono i prossimi corsi. Si, buonasera a tutte e a tutti, sia a chi ci sta seguendo in diretta, sia a chi ci rivedrà indifferita e anche la grande novità che voglio introdurre questa sera ci sarà anche il podcast di questa serata e quindi posso immaginarvi ascoltando il podcast magari mentre state guidando oppure facendo la camminata mattutina, mi fa piacere insomma avere anche questo formato più fruibile rispetto a un video. Comunque buonasera, quindi questa sera il titolo è Io la moltitudine. Perché Laura parla dei corsi? Perché da questa sera e per le prossime interviste voglio approfondire i concetti fondamentali della dinamica dei sé. Perché approfondire questi concetti fondamentali? Per farveli conoscere, per farvi conoscere più approfonditamente questo approccio, per farvi intendere quanto può essere veramente fondamentale sia per le persone che vogliono conoscersi e fare un percorso di crescita personale sia per i professionisti che lavorano nelle relazioni d'aiuto. Perché? Perché ad aprile, a marzo, scusate ad aprile in Spagna, a marzo sono in programma due corsi, un corso di specializzazione in dinamica dei sé, voice dialogue, per i professionisti e il corso 5 steps inside you per chi vuole fare un percorso di crescita personale. In questi corsi saranno appunto approfonditi questi concetti, ma non solo approfonditi perché i corsi sono totalmente esperenziali, quindi saranno esperiti questi concetti, saranno fatti propri, diventeranno un processo personale e professionale per i professionisti. Alla fine i professionisti potranno acquisire lo strumento del voice dialogue che è la sessione individuale e che potranno aggiungere alla loro pratica. E quindi i professionisti, intendo counselor, coach, psicologi e psicoterapeuti, possono veramente aggiungere questo strumento alla loro pratica ed è uno strumento che amplia, non viene messo al posto della vostra formazione professionale ovviamente. Quindi ecco, questa sera iniziamo col concetto base, io, la moltitudine, quindi questo titolo un po' strano, Laura lo sa bene che cosa intendiamo, quindi questo titolo, io, la moltitudine, perché penso che non è più così una grande novità, perché le persone si sono un po' rese conto che non siamo un unico blocco, un'unica persona, ma siamo tanti dentro di noi e un modo molto facile per rendersi conto di questo è sicuramente quello di aver fatto caso che delle volte quando dobbiamo fare una scelta o prendere una decisione, qui nella nostra testolina, inizia una battaglia all'ultimo sangue per lo meno fra due pensieri che in genere sono anche molto opposti, sono opposti, quindi uno dirà una cosa, l'altro dirà l'opposto e quindi noi siamo lì sballottati fra queste due parti che nella dinamica dei se vengono definiti se, quindi fra questi due se che la pensano diversamente, quindi già qui ci siamo resi conto nella nostra vita che è impossibile parlare di un essere unico, non siamo monolitici, ma siamo veramente tanti, tantissimi e quanti, vi chiederete, tutti i comportamenti che vedete nel mondo sono dentro di noi, tutti, tutti, tutti, tutti, anche ai noi quelli che non ci piacciono, quelli che giudichiamo, quelli che proprio non vorremmo mai essere, vi do questa notizia, sono dentro di noi anche loro. Questa è l'introduzione. La vera notizia è che è molto difficile accettare, sappiamo tutti per esperienza personale, molto difficile. Molto difficile, quindi intanto parliamo di questa moltitudine e parliamo del fatto che quando giudichiamo qualcuno, adesso poi ci arriveremo a vedere come accade questo, quando giudichiamo qualcuno in realtà, se ci facciamo caso, stiamo giudicando noi stessi. In che senso? Nel senso che se dovessimo agire nel mondo come quella persona che abbiamo di fronte, che stiamo giudicando, ci giudicheremmo anche noi. Ma quella persona là di fronte è uno specchio ai noi, uno specchio delle nostre, della nostra interiorità. Cosa succede? Come arriviamo a questo? Come arriviamo al giudizio? Come arriviamo a giudicare noi stessi e di conseguenza, perché non parte dalla fuori, parte da dentro, di conseguenza a giudicare gli altri. Quando nasciamo siamo totalmente vulnerabili. Abbiamo bisogno che qualcuno si prenda cura di noi e che qualcuno ci ami, proprio ci ami. Abbiamo assoluto bisogno come esseri umani di essere amanti. E quando nasciamo, nasciamo con tutto questo bagaglio di cui stavo parlando, quindi con tutte queste possibilità, con tutte queste parti, con tutti questi se che sono soltanto organizzati in polarità. Quindi se dentro di noi c'è un se responsabile, sicuramente anche se come adulto non lo sento dentro di me, c'è anche un se irresponsabile. Ve lo do per certo, ve lo do proprio per sicuro, certo, certissimo. Quindi se c'è un se giocoso, c'è un se serio. E qualunque, immaginate appunto tutti i comportamenti del mondo organizzati in polarità. E tutto questo è la nostra ricchezza interiore. Noi veniamo al mondo con tutte queste possibilità. E allora come mai a un certo punto arriviamo a dire io sono per natura? Quello che mi interessa sottolineare è quanto questa natura, questa idea di essere per natura, in realtà a un certo punto diventa una gabbia, una gabbia che ci costringe, soprattutto quando siamo adulti a un certo punto ci sentiamo come intrappolati, intrappolati da noi stessi, non dall'esterno. Ecco, quello che mi piace della dinamica dei se è che ci aiuta a prendere responsabilità di noi stessi. La dinamica dei se ci tira fuori dal vittimismo, dall'essere vittime, dal pensare che siamo vittime del mondo, degli altri e quindi ci restituisce il potere, il potere delle nostre scelte, il potere della responsabilità di noi stessi. Quindi lasciamo, abbiamo tutte queste possibilità, ma appunto abbiamo bisogno di essere amati, abbiamo bisogno di appartenere e quindi di tutti questi se cominciamo a fare una cernita. In base a che cosa? In base al rinforzo da parte di chi si prende cura di noi. Chi si prende cura di noi, Elena? Sarebbe importante, da dove parte un po' questa cosa? Sì, sì, cioè dai nostri genitori se sono loro. Cosa succede? Magari sto giocando con mio fratello, mia sorella e mi ruba un giocattolo, io glielo strappo dalle mani e glielo sbatto in testa perché non voglio che questo accada. Quel giocattolo è mio. Quindi il se che ha agito in quel momento è il se egoista. Semplicemente. Questo è mio, me lo tengo io e non te lo do appunto e basta. A quel punto questo fratello, questa sorella inizia a urlare come un'aquila e a piangere. Quindi si precipita chi in quel momento si sta curando di noi, vede questa scena, questa tragedia in atto e ovviamente, visto che è l'altro a piangere, rimprovera noi. E questo ovviamente ci spaventa perché l'idea è che da quel momento possiamo non essere più amati. Addirittura la fantasia potrebbe essere che sceglieranno il fratello, la sorella e a noi ci rimanderanno al mittente. E quindi è un momento di terrore che magari si ripete più volte fino a che questo se egoista viene considerato pericoloso da noi stessi e quindi lo mettiamo via a favore del se altruista. Che invece ogni volta che noi diamo questo giocattolo ai nostri fratelli saremo elogiati e quindi ci sentiremo al sicuro, ci sentiremo amati, ci sentiremo di appartenere. In questo modo ecco che comincia a formarsi l'ombra cosiddetta da Jung. Io più simpaticamente la chiamo la cantina. Mettiamo questi se in cantina, questi se che non moriranno mai. Quindi il mio se egoista, se l'ho messo in cantina da allora, è ancora vivo e vegeto e si ripresenta attraverso gli altri. Quindi mi innamorerò di un egoista, di un egoista, avrò un collega egoista, un fratello o una sorella egoista, una vicina di casa egoista, un'amica o un amico egoista. E questo perché? Perché l'obiettivo dell'esistenza è l'inclusione, la famosa inclusione di cui tutti parliamo, è l'ampliamento, è l'ampliamento di noi stessi, è l'equilibrio. Questo è l'intento dell'esistenza. Per questo motivo questa moltitudine che siamo, con cui iniziamo la nostra esistenza e che poi invece si va a ridurre, ha bisogno di essere nuovamente abbracciata a tutti. E questa è la... Elena posso chiederti, chiederti fare anche una riflessione sul fatto che così come in questo momento più facilmente guardiamo al gentile e quello altruista che incontra l'egoista, altrettanto l'egoista che si è formato dall'altra parte, diciamo così, in quella natura ha messo da parte il suo altruista e inevitabilmente incontrerà l'altruista. Certo, questo hai ragione. Quindi ognuno di noi ha il suo cosiddetto sistema primario. Quindi ognuno di noi è identificato in un certo numero di sé, cosiddetti primari, e automaticamente ha rinnegato i sé opposti. E questi sé opposti continueranno per tutta la vita a richiamare i loro simili attraverso l'elenco di persone che vi ho fatto. Anche i figli per esempio. Guarda caso combinazione, io sono una persona di un certo tipo, una persona seria, una persona profonda. Mio figlio, mia figlia è superficiale, più interessante, un burlone. Io inorvidisco di fronte e mi chiedo ma da dove è venuto questo figlio? Ecco questo figlio è venuto proprio per portare equilibrio nella nostra vita. Perché se siamo squilibrati nella serietà qualcuno si prende ai noi la responsabilità di portare equilibrio in lo spazio familiare. Quindi non sono questi figli strani, non sono strani, anzi stanno facendo un gran servizio alla comunità familiare. E qual è il gran servizio? È da parte di chi ha rinnegato quei sé che questi figli portano, di abbracciarli in loro stessi. Questo ci dà la libertà. Perché io in qualsiasi situazione posso scegliere come agire, come stare in quella situazione. Quando invece sono identificato in quel sé, in un sé, in tot di sé, io devo agire secondo le regole di quel sé. Si intende più chiaramente per identificato? Identificato, come accennavo prima, significa che ho scelto di agire in base alle regole di quel sé. E quindi non esistono gli altri sé, la sua possibilità opposta non esiste. Non me la posso, non me la permetto. Perché ogni volta che questo accade, quindi ogni volta che non rispetto quella regola, per dire io sono identificata nell'altruista, ok? Bada una festa, è rimasta l'ultima fetta di torta, ho una fame che non ci vedo, non chiedo a nessuno se qualcuno ne vuole un pezzetto, come farei normalmente dal mio gentile, dal mio altruista, prendo sta fetta di torta e me la mangio. Arriva qualcuno che dice, ah ma era rimasta una fetta, io non l'ho mangiata. Ecco là che cominciano i sensi di colpa e comincio a prostrarmi di fronte a questa persona chiedendo scusa, scusami tanto, non ho pensato a chiedere, avevo talmente fame, ma mi sento in colpa e mi giudico per quello che ho fatto. Quindi l'identificazione non ci dà la libertà di poter agire a seconda del momento, ok? Mentre invece con un lavoro, perché ovviamente questa è una condizione di default per tutti quanti, tutti andiamo così nel mondo, identificati in top 6 primari, primari semplicemente perché sono loro che stanno agendo al nostro posto, al posto della nostra moltitudine. Quindi noi andiamo nel mondo in questo modo, non possiamo fare differentemente, ma non l'abbiamo scelta. Attenzione, non è una scelta consapevole, è stata una scelta inconsapevole. Quindi non essendo una scelta consapevole vuol dire che i loro posti non li possiamo, non dobbiamo, non possiamo, non dobbiamo agirli. Veramente faccio esempi banali dove sicuramente qualcuno avrà vissuto nella sua vita. Mi invitano a una festa, se io sono identificata nel mio sé serio, profondo, arrivo a questa festa dove tutti saltano, ballano, ridono, il mio sé serio inorridisce, cioè mi farà stare lì due ore nella disperazione, nel desiderio di andarmene il prima possibile. Se invece ho accesso anche alla mia parte festaiola, io mi divertirò quelle due ore, dopo di che tornerò a casa e se voglio tornerò ad essere nella mia responsabilità, nella mia serietà quotidiana. Quindi questa libertà di entrare e di uscire da tutte le nostre parti, questa fluidità, questo è. Quindi noi sprechiamo, perché il sottotitolo di questa intervista parla proprio di questo, noi sprechiamo un sacco di energie, rinunciamo a queste nostre parti, un sacco di energie per tenerle a bada e poi queste energie che noi non vogliamo nella nostra vita in qualche modo ritornano, ritornano. Quindi perché prima ho parlato dei corsi? Perché in questi corsi ovviamente sperimenteremo la possibilità di ampliarci, di abbracciare anche quelle parti in maniera rispettosa e con i nostri tempi. Quindi non è diventare l'opposto, attenzione, non è assolutamente questo, ma è lasciare uno spazio centrale, che nella dinamica dei sé si chiama io cosciente, uno spazio centrale, una sorta di direttore d'orchestra. Questo io cosciente è un direttore d'orchestra che non ha preferenze e che ci permette di attingere a tutti i nostri sé, sempre più, sempre più. Quindi di sperimentare la libertà, ma anche la libertà di scelta, perché dentro di noi c'è anche il sé killer, cioè quei sé che noi proprio nella società sono pericolosi, anche quelli sono dentro di noi. Ma abbracciare non significa agire, abbracciare significa semplicemente riconosco che questo sé è anche in me e scelgo di non metterlo nella mia vita. E quando è una scelta è come se una tensione si allentasse e in questo modo io non creo separazione con l'altro, non creo separazione con il mondo. Io sono buona e il killer è cattivo. No, facciamo scelte diverse, ovviamente pagandone le conseguenze. Come dici spesso tu Elena, l'esempio proprio che fai è che uno è la palissiano quasi, l'energia killer, diciamo così, una persona che fa il medico legale la mette in pratica o il chirurgo perché deve agire, se non avesse quella parte non potrebbe fare il suo lavoro. Certo, voglio specificare che parliamo di qualità energetica e che il killer è lucido, freddo. Allora pensiamo veramente a un chirurgo, deve essere freddo, lucido, lui sta tagliando il corpo di un essere umano per quanto sia addormentato, però se non avesse quella lucidità, quella freddezza, non può stare lì a dire poveretto, adesso uscirà il sangue. No, deve essere freddo, lucido, quindi io posso utilizzare questa energia a favore della società, ma questa energia è dentro ognuno di noi. La differenza è che non la riconosciamo, non la conosciamo e la rinneghiamo. Rinnegare è diverso da scegliere di non agirla, quindi una volta che se dovesse succedere, non per forza, io riconosco in me questa energia, scelgo di non agirla e questo mi permette veramente di non creare separazione con il mondo, di non creare separazione in me. Veramente il lavoro attraverso la dinamica dei sé e nello specifico la sessione di Voice Dialog può aiutare gli esseri umani e il mondo in tutto quello di cui in questi tempi così difficili sentiamo di aver bisogno. Noi chiediamo la pace là fuori, ma non l'abbiamo dentro di noi. Il mondo è uno specchio, quindi se veramente vogliamo lavorare per la pace, dobbiamo lavorare dentro di noi, per la pace dentro di noi che non c'è, non c'è la pace dentro di noi. E quindi è assurdo pensare di poterla chiedere fuori, perché il fuori è uno specchio, uno specchio del dentro. Quindi lavorando dentro, questa è la meraviglia, non dobbiamo agire là fuori, ma lavorando dentro di noi, noi rispecchieremo questa pace interiore che piano piano ci conquistiamo. Quindi in generale fare corsi di crescita personale e nello specifico il corso dei Five Steps o il corso di specializzazione per i professionisti porta, aiuta la pace nel mondo. Questo è veramente l'unica possibilità, non pensiamo di farla là fuori, se prima non l'abbiamo fatta dentro. Agiamo dentro di noi e la dinamica dei Sé ce lo permette, perché è rispettosa dell'essere umano. E quella pace di cui parli è che essere specchio poi si riverberà comunque negli altri, è come un effetto domino. Quindi se ognuno lavora nel suo, inevitabilmente anche questo arriverà agli altri. Vedo che come sta scrivendo, guardo un attimo, Paola che ci dice appunto, bellissimo, questo messaggio sui figli che non ci aspettiamo. Certo, certo. E Federica, Federica che conosciamo, che ha fatto il corso di specializzazione, la seconda edizione, che vi ringrazia. Ciao Federica. E Federica sa bene, come te Laura appunto, il valore di questo approccio che non è solo una tecnica, ma è un approccio alla vita. Alla vita. A favore dell'unione e non della separazione. Bene Elena, avviandoci la conclusione, se ci vuoi ricordare quando parte il corso di cui parlava e poi facciamo anche le prossime appuntamenti a seguire. Ok, allora, come dicevo, il corso di specializzazione per i professionisti. Quindi veramente vi invito a farvi avanti, perché davvero questo approccio semplicemente si aggiunge a quello, non è in contrasto, perché la dinamica dei sei amplia, non fa fare scelte o questo o quello. Amplia, quindi aggiunge, non toglie. Questa è la bellezza della dinamica dei sei. Quindi vi invito a farvi avanti, a chiedere informazioni, a partecipare, perché molti professionisti che hanno fatto i corsi, sia qui in Italia che in Spagna, erano professionisti, appunto avevano già una loro formazione e hanno trovato un gran beneficio nel aggiungere questo approccio. Partiremo in marzo e ci sono tutte le informazioni sul mio sito www.elenadragotto.com e potete ricevere le informazioni scrivendo a info, chiocciola, elenadragotto.com. Nello stesso periodo, perché sono insieme i corsi, partirà anche per chi vuole fare un percorso di crescita personale, torno a ripetere, molto rispettoso, molto profondo e rivoluzionario. Anche questo 5 steps inside you partirà a marzo, saranno 5 incontri, mentre invece i professionisti ne faranno 9 da marzo a dicembre. Queste sono le attività previste per ora, poi è previsto anche di nuovo la seconda edizione sui due incontri, sulle relazioni, le relazioni come insegnante, come insegnanti. Ancora non abbiamo una data, ma insomma è previsto anche questo. E quindi ecco, io veramente vi invito, perché Laura stessa, Laura fece addirittura la scuola di casa, scuola che ora non ho più, ma è staff nei corsi, nei corsi di specializzazione nel 5 steps e Laura stessa può vedere, può testimoniare. Iniziamo con la trasfigurazione delle persone, per fare una citazione biblica, però che rende molto l'idea di come quell'ampliamento porta a questa trasformazione. Non so quello che dicevi prima, tu non devi scegliere niente, in qualche modo essere solo l'uno o solo l'altro, puoi avere questa moltitudine a portata di mano. Sì, scusami, concludo. La dinamica di se proprio lo voglio ricordare chiaramente, aggiunge e non toglie. Grazie, grazie mille Elena. Prima di passare alla consueta domanda finale, ricordiamo il prossimo appuntamento che è il 7 febbraio, mi raccomando tanta attenzione al fatto che non sarà come normalmente alle 8, ma verrà alle 9 di sera, alle 21, sul canale YouTube e Facebook di Rigenera Life, e il titolo è Buoni, brutti e cattivi, oppure no. Ricordiamo di nuovo 7 febbraio, alle 21, sul canale YouTube e Facebook di Rigenera Life. Elena, ti ripasso la parola? Sì, mi raccomando, appunto sarà Daniela Cremoni di Rigenera Life a intervistarmi, quindi alle 9, alle 9 di mercoledì. Abbiamo detto 7 febbraio? Ok, perché io con i numeri... Sì, 7 febbraio. Allora, questa sera prima della domanda conclusiva voglio leggervi una poesia di Chandra Kandiani che ha un po' a che vedere con questo che abbiamo detto, ha molto a che vedere con questo che abbiamo detto questa sera. Allora, la prendo, la leggo, eccola qua. È pericoloso scorgersi negli altri, proprio affacciati sui loro più bui difetti, con decisione mescolati al peggio che di loro riusciamo a vedere. È un inevitabile sollievo scoprire che non le ali di un angelo nobile e selvaggio, ma la spessa timorosa ombra di una figura, difficile da decifrare, ci unisce gli uni agli altri, nella continuità rapinosa di tentativi di negare l'imparziale specchio. Sì, ci rispecchiamo negli altri. Quello che vediamo negli altri rispecchia noi stessi. La domanda con cui vi lascio questa sera, quali sono quelle parti di te in cui ti identifichi? È semplice scoprirlo. Basta che ti fai questa domanda, come sono per natura? In genere diciamo così alle persone. Per natura sono, e iniziamo un elenco di cose, quell'elenco sono i sé in cui sei identificato e quindi potrai capire facilmente quali sono i sé rinnegati, quelli che non ti permetti, perché sono gli opposti di questa lista che avrai scritto. Alla prossima intervista, buona serata. Arrivederci a tutti, ci vediamo il 7 di febbraio.

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