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Sono le otto precise, le otto spaccate. Il tempo dell'istante, riflessioni invivaghe e ispirazioni sparse. Questa sera diamo il benvenuto a tutti voi, quelli che seguono in diretta e a quelli che poi ascolteranno questa intervista invece in registrazione. Con noi abbiamo la dottoressa Elena Dragotto, che è lavorata in psicologia, counselor supervaldor, docente in universitaria e soprattutto docente di dinamica di sé e boy style, che è un approccio psicospirituale che lei ha preso direttamente dai fondatori del Metavo, che sono Hal e Sidra Storm, due psicologi americani. Quindi Elena, raccontaci un po' di questo progetto, il tempo dell'istante, come nasce e che cosa succede durante questa mezz'ora. Bene, intanto buonasera a tutti. Vedo che già qualcuno ci ha salutate e mi fa piacere, insomma, cominciate ad arrivare. Noi già questa sere, le prossime sere, vogliamo iniziare puntuali alle otto, spaccate per finire puntuali alle otto e mezza. Il tempo dell'istante, ecco, il titolo è stato proprio scelto perché dal mio punto di vista è l'istante il vero tempo, perché nell'istante possiamo fare la scelta se continuare a vivere nelle nostre illusioni o se invece, visto anche il tema di questa sera, dire sì all'esistenza e quindi l'istante è il vero tempo. L'intenzione di queste interviste è assolutamente quella di dare dell'input, di essere una piccola ispirazione, un piccolo spazio per potervi più che altro condividere quelle che è il mio percorso personale, quindi riflessioni che possono tornarvi utili, che possono essere ispirazione, che possono essere dei piccoli semi che poi un giorno potranno fiorire, germogliare e quindi prima dell'estate abbiamo questi tre incontri, questa sera Paola l'ha già introdotto, poi gli altri due saranno più... e quindi oggi verso l'estate è quello che può succedere in estate, nelle vacanze diciamo, più che altro. Quindi queste pillole che noi dovremmo far emergere, far anche andare così liberamente. Sera il tema ha un titolo un po' così, un po' sfidante, nel senso tutto accade nei suoi migliori interessi e questa è una frase che per qualcuno può in qualche modo creare una specie di sussulto perché tu dici che dovremmo proprio confidare nell'esistenza che benevolmente e pazientemente attende l'istanza in cui noi accoglieremo le sue lezioni. E' una frase che appunto in qualche momento può arrivarci come, come dire, una provocazione perché ci sono momenti in cui abbiamo tutta la voglia di imparare qualcosa ma vorremmo semplicemente risolvere e quindi di che si tratta esattamente con questa tua idea di lasciare che le cose accadano nei nostri migliori interessi. Allora intanto partiamo da una, diciamo, una presunzione che abbiamo noi esseri umani in generale che è quella di pensare che siamo noi a sapere cosa è meglio per noi. Non è così, non funziona così, non è così. L'unica fonte, diciamo, di reale conoscenza è l'esistenza stessa, l'esistenza che costantemente ci mette, ci dà l'opportunità di cogliere i doni, i doni che sono giusti per noi in quel momento. Allora uno dice sì, i doni, quali doni? Qua sto malissimo, mi hanno licenziato eccetera eccetera, no? Ho voluto scrivere nella introduzione di questa serata che l'esistenza è benevolente ed è così, ed è così. Perché comunque in qualsiasi cosa, in qualsiasi sfida ci troviamo ad affrontare, intanto non sono mai così forti da non poterle affrontare. Tutto quello che ci accade lo possiamo affrontare, ognuno, tutto quello che accade a ognuno, non sto parlando in generale. Quindi possiamo affrontarlo ed è diverso affrontarlo se pensiamo che lì c'è un dono per noi, c'è un qualcosa per noi che ci aiuta a fare quello che ormai definisco il cammino verso casa. Quindi non c'è sadismo, non c'è cattiveria, non c'è accadimento, non c'è punizione, perché molto spesso quello che appesantisce ciò che ci accade è l'idea che sia una punizione, un'idea che parte non così peregrina, nel senso tutti conosciamo il peccato originale, quindi da lì nasce questa idea, è una idea, non è la realtà, perché la realtà è che l'esistenza, come dice Bresni, quello dell'oroscopo, prama al nostro favore. Quindi il nostro compito è quello di cogliere dov'è questo dono, in che cosa ci riguarda quello che ci sta accadendo. Anche questa famosa frase che io cito spesso, la vita accade per te, non a te. Mi rendo conto però che ci sono dei momenti in cui si passa, io credo profondamente in questo, questo veramente l'ho proprio interiorizzato come messaggio, però mi rendo conto che ci sono tantissime persone che non hanno assolutamente idea di questa esperienza, del concepire la vita come qualcosa che viene veramente per portarci un insegnamento, una strada, o addirittura questa famosa porta nuova che si apre là dove ci sembrava che si chiedesse qualcosa di importantissimo, poi invece si apre qualcosa di molto migliore. Come fare? Non dico convincere, perché chiaramente noi proprio soprattutto in questo mondo del dialogue non abbiamo nessuna voglia di cambiare gli altri, però semplicemente conoscendo queste verità spirituali, perché poi sono spirituali, davvero la vita può cambiare. Che cosa daresti alle persone, proprio come elemento concreto, come esempio, come ispirazione per veramente dare la voglia di sperimentarsi con questo approccio del immagino che questo stia avvenendo per il mio bene? Cosa metteresti a disposizione delle persone? Ma intanto quello che mi viene da dire, perché è mia esperienza, si tratta di uno sguardo nuovo e non si chiude un portone e se ne apre un altro, non è questo, perché la situazione può rimanere identica, non è che colgo il dono di questa sfida, per esempio, sono in difficoltà economica, allora se capisco qual è il dono poi divento ricco. No, questa è un'inferiore illusione, non è questo, ma è guardo a ciò che mi accade, cioè la mia attitudine cambia e questa è l'unica vera possibilità in questo mondo così terribile, così difficile, così pieno di dolore, di guerra, è un cambiamento di attitudine che ci dobbiamo auspicare. Non cambia la mia vita, infatti, peraltro, io preferisco usare il termine esistenza, esistenza che va oltre questa vita, non è questa vita, perché noi ci aspettiamo sempre dei cambiamenti nella vita reale, nella vita oggettiva, quella che noi chiamiamo vita reale, ma non è detto, quello che cambia e che è veramente il grande potere che possiamo conquistare se cominciamo a guardare con questi occhi è l'attitudine, quella può cambiare. Nel voice dialogue semplicemente è guardare attraverso gli occhi di un altro se la stessa situazione. Banalmente, forse qualcuno di voi ha fatto l'esperienza, tra fratelli, guardare a uno stesso accadimento e avere due, proprio, completamente opposte visioni di quell'accadimento. Quindi la proposta, la mia riflessione di questa sera è questa, non cambia la vita oggettiva, ma cambia la mia attitudine e con un'attitudine diversa io posso affrontare quello che c'è scoprendo altro, cogliendo altro, uscendo soprattutto dall'idea di essere vittima di qualcosa, di qualcuno, eccetera, della situazione, di Dio, dell'universo. È un'attitudine che abbiamo bisogno di cambiare. Ci puoi fare un esempio proprio di che cosa intendi quando dici che dobbiamo imparare a non imprometterci? Proprio un esempio che ti viene in mente, una situazione, una storia? Sì, insomma, quello che ci può accadere tutti i giorni, forse anche quello che raccontavo a te prima. Semplicemente, banalmente, cogliere quello che ci offre l'esistenza. In ufficio c'è un collega insopportabile. Finalmente, quindi mi impongo, riesco veramente a fare carte 48 e riesco ad avere il trasferimento. Finalmente, quindi si festeggia. Finalmente me lo torno dalle scatole. Finalmente potrò dare il meglio di me nel prossimo ufficio. Finalmente, finalmente, finalmente andrò in ufficio leggera. Arrivo in un nuovo ufficio e incontro un collega simile. Perché è così che accade. Se ci pensate, se fate mente locale un momento, spesso questo accade con i fidanzati o le fidanzate. È così? Bene, lo cambio. Ne incontro un altro, sembra diverso all'inizio, poi è uguale e quindi lo cambio. Questo è l'esistenza benevolente, anche se non sembra, anche se sembra sadica, sembra una maledizione, ce l'ha con me, no, no. È che lì, in quella relazione, attraverso l'altra persona che mi fa da specchio, io ho da imparare qualcosa, ho da ricevere un dono. E questa è una meraviglia perché intanto ci dice che l'altro, come dire, sta nell'equipe, cioè nello staff. Per quanto sia odioso e antipatico, lui è lì per aiutarmi a scoprire qualcosa, a cogliere qualcosa. E questa è una meraviglia. Cominciamo a guardare le persone che più ci stanno sulle scatole con questi occhi. Tu sei qui, mandato dall'esistenza per aiutarmi a cogliere un dono. È pazzesco. Io ti caverei gli occhi in realtà. Quindi farsi da parte è questo, non continuare a chiedere il trasferimento, non continuare a cambiare fidanzati e fidanzate, non continuare, perché, come dire, non c'è scampo quando è necessaria imparare quella cosa, quando è necessario per la nostra evoluzione, per il nostro cammino. Quindi farsi da parte è questo, non è mettersi sulla sedia a sbraio, visto che adesso andiamo verso l'estate, con una bella coca cola vicino, un mojito e qualsiasi altra cosa, e dici, vabbè, tanto l'esistenza. Io mi metto da parte. No! Mi metto da parte nell'incaponirmi a pensare che io so cosa è meglio per me. Questo, quindi, questo è l'esempio più semplice che mi viene. Quindi questa è qualcosa che si può fare veramente in un secondo, perché non stiamo parlando di rivoluzioni o di abbracciare nuove idee, ma semplicemente di fare un passaggio verso l'interiorità, è questo che vuol dire questo tema della fiducia, del fidarsi, dell'istante. Come lo si vive? Che cosa succede quando funziona e quella cosa avviene? È un miracolo, nel senso che è un atto di volontà, è una disposizione d'animo, è una... No, non è un atto di volontà, non è mai un atto di volontà, anzi, è il contrario, è una resa. Come dicono Hall e C. Braston, gli ideatori della dinamica dei sé, del voice dialogue, mi arrendo al mio processo personale, cioè mollo qualsiasi incaponimento. Mi fermo, guardo e ho fermo. Cosa accade qui? Cosa succede in me? Cosa succede quando vedo quella persona? Nello specifico, nella dinamica dei sé, possiamo dire che la persona che più ci sta antipatica ha lo stesso atteggiamento di quella parte di noi, dentro di noi, che giudichiamo. Quindi l'altro è uno specchio. Per questo che è una fonte di saggenza, ma non lui o lei in quanto persona, in quanto quello che mi rispecchia. Questo è importante e interessante. Cosa mi rispecchia l'altro che mi riguarda? E più ci stanno antipatici e più è lo stesso atteggiamento che giudichiamo in noi. E quindi forse l'esistenza ci sta proponendo di abbracciare quella parte di noi, perché proprio in quel momento della nostra vita abbiamo bisogno di fare questo. Quindi non di diventare come l'altro, non questo, ma di accogliere in noi quell'aspetto che non ci piace, che non piace neanche dentro di noi. Uno dice perché? Ok, mettiamo che sia questo il caso. Questo collega è un egoista, pensa solo a se stesso. Ok, io non lo sopporto. Non lo sopporto perché io sono altruista. Io mi penso prima degli altri, mi occupo degli altri, eccetera, eccetera. Bene, guarda a caso combinazione. Arrivo a casa la sera, in generale dopo una giornata in cui mi sono prodigata per gli altri, che sono distrutta. Non ho più energie, non ho tempo per me e più questo accade, più sono identificata in questo altruismo e più sale una rabbia, una rabbia, un senso di non essere mai riconosciuti spesso, un senso di fastidio e sempre di più quel collega lo vorremmo uccidere. Allora se sta lì con noi otto ore al giorno, dieci ore al giorno, l'esistenza ci sta dicendo come pensi di poter dare del tempo a te, dello spazio a te, dell'energia a te, se sei sempre altruista. Forse c'è bisogno di una dose onnipatica di egoismo per pensare anche a te. Questa è. E quindi, riflettendo, l'egoismo è semplicemente una parte di noi che si occupa dei nostri bisogni. Quindi si tratta di trovare un equilibrio. Niente di più. Quindi cominciamo a osservare queste persone e togliere cosa c'è lì che l'esistenza mi sbatte davanti regolarmente e che evidentemente ho bisogno di recuperare in me. Non è l'altro che mi deve stare simpatico, che sia chiaro. Perché sembra che ognuno ha i suoi piloni, è vero. Quello che si ammassa di lavoro, che si impegna, guarda caso va sempre a incappare in persone pigre e che ne approfittano. Quello che vorrebbe veloci la vita invece incrocia sempre le persone. Questioniamo veramente alle battaglie, proprio quelle per voi alla fine. Certo. E sono ad hoc, non vanno così in generale. Se ci fate caso, veramente guardatevi intorno da chi siete circondati. Molto spesso una buona percentuale di persone è proprio quella che vorremmo tenere là, al loro posto, lontani. Cioè è un'altra storia. Io non ho niente a che fare con te. Ecco, toglietemela quest'idea perché se sta lì ha a che fare con noi, ha un senso per noi. Questa è l'esistenza, questa è la saggezza dell'esistenza. Perché se fosse per noi, ma ce ne staremmo ben lontani le queste persone e quindi noi siamo gli ultimi a sapere cosa è giusto per noi. E volevo, scusami Paola, non so se volevi farmi una domanda, però volevo aspettare perché c'è una domanda. E quando è necessario allontanarsi chiede Regeneralife Daniela Cremoni di Regeneralife, il portale in cui sono anch'io, il portale che mi ha intervistato e quindi mi fa piacere che sia qui stasera e alle otto e mezza c'è un'intervista anche sul loro portale. Tante volte voleste continuare. Quando è necessario allontanarsi? Certo, e quando è necessario allontanarsi ci allontaniamo. Quindi se sono situazioni estreme, difficili, non è che dici, ma siccome qui c'è il dono intanto mi figlio le botte. No, non funziona così. Ma mi allontano, quindi mi metto al sicuro da una situazione e poi comunque mi prendo un tempo per osservare e per vedere cosa è successo lì, cosa c'è per me da imparare per non tornare in una situazione così. Ok, proprio osservarmi, osservarmi, senta. Questa è la chiave, osservarsi. Quindi questo è qualcosa che possiamo fare anche nella semplicità del momento. Nello stesso tempo io so che tu hai tutta una serie di strumenti che metti a disposizione delle persone perché questo è un messaggio che si può cogliere stasera già come input e sono sicura che produce effetti, almeno nel mio caso in tutti questi anni. Se uno veramente dà spazio a questi piccoli insight e li vede calare anche nel quotidiano producono effetti, però è anche vero che ci sono poi degli strumenti molto più efficaci come quelli che tu diffondi da anni in Italia, in Spagna. Assolutamente quello che, andando in conclusione di questa intervista, vedo che ci stiamo avvicinando. Sicuramente, come ho detto, insomma la mia formazione è con la dinamica dei sé e il voice dialogue e il lavoro del voice dialogue, cioè della sessione individuale, è molto spesso su questo tema della polarità. Quindi arrivano le persone con questi movimenti interiori e questo strumento così potente, efficace, profondo, rispettoso, permette questo ampliamento, questa possibilità sempre più. Perché attraverso il voice dialogue ho imparato a farmi da parte, ad arrendermi al mio processo. È da lì che viene questo, questa fiducia e quello che mi accade ha un senso per me. In più, oltre a la possibilità appunto di fare delle sessioni individuali, di counseling, ci sono anche dei gruppi, dei corsi, nello specifico proprio per sperimentare questo fluire con l'esistenza, che è la tematica che ho affrontato anche nel Flow Summit, che c'è stato poche settimane fa, per fluire proprio totalmente e affidarsi all'esistenza, ho creato questo percorso di una settimana, è una vacanza, vacanza lavoro. Quindi si lavora la mattina e poi al pomeriggio si è liberi e le date adesso le vado a cercare un momento, dal 24 luglio al 29 luglio, il seminario si chiama Just Stay, quindi semplicemente stare e tutto accade ed è di una potenza incredibile, chi ha partecipato ha dato sempre questi feedback. Stare con quello che c'è, è la frase che dici sempre, stare con quello che c'è. Stare, semplicemente stai, stai con quello che c'è e lì c'è quella giusta per te, semplicemente stai e si svolgerà a Carrero, in Val Germanasca, in Piemonte. Sono rimasti questi quattro posti, quindi chi è interessato e ha seguito l'intervista può avere, c'è l'omaggio, c'è sempre l'omaggio finale, può avere riconosciuta la quota early bird che è scaduta ormai da tempo. Ora però ci sono rimasti solo due minuti e in questi due minuti io so che tu hai preparato una piccola conclusione e poi volevo anche anticipare i prossimi due incontri. Allora anticipa gli incontri perché la domanda la faccio alla fine. Gli altri due incontri sono molto interessanti, nessuno potrebbe immaginare che sono collegati alle vacanze, sembra che le vacanze possano essere a loro volta fonte di stress, quindi il 19 giugno e il 5 luglio si parlerà in maniera diversa, con un'attenzione diversa nei due incontri, questo tema della vacanza. E quindi ti lascio per la pillola conclusiva di questo incontro di oggi. Allora ad ogni incontro vi lascerò con una domanda e per creare anche interazione mi farà piacere se volete condividere sui miei canali facebook o addirittura qui sotto perché questo video sarà nel mio canale, è registrato e quindi sarà nel mio canale sotto la playlist interviste e quindi anche lì sotto potete rispondere oppure potete scrivermi su whatsapp, scrivermi una mail se è una cosa più intima, però ecco ogni volta vi lascerò con una domanda, lasciatela lavorare un po' di notte con i sogni. E questa è la domanda di questa volta, quale situazione si ripete nella tua vita? Quale potrebbe essere il trono per te se ti soffermassi ad osservarlo, ad ascoltarlo? Ecco. Grazie Paola, ci salutiamo però ci ritroviamo tra un po' di giorni per queste prossime. Il 12 giugno se non ricordo male, sempre dalle 20 alle 20 e 30. Il 19 giugno e soprattutto rispondiamo a questa domanda di Elena e le mandiamo. Sì, mi farà piacere la vostra risposta. Materiale per le prossime. Grazie a chi ci ha seguito e grazie tante Elena Dragosso. Grazie, grazie.