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Maniaci-10-05- 2

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Angela Misuraca

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Epilepsy can occur at any age, with the majority of non-epileptic attacks happening in the third and fourth decades of life. The symptoms can be persistent and are influenced by both temperament and environmental factors. Psychological factors can also affect other medical conditions, either by influencing the course of the condition or interfering with treatment. The diagnosis requires a medical condition to be present and for psychological factors to negatively impact the condition. Fictitious disorder involves the voluntary simulation or induction of medical or psychological signs and symptoms without any obvious external benefits. There is also a discussion on somatic symptom disorders and the role of psychotherapy in modifying brain structure and function. E' stato riscontrato a qualsiasi età, mentre il maggior numero di attacchi non epileptici rischiano la terza decada e i sintomi notori hanno solo piccoli, in sorgenza la quarta decada. I sintomi possono essere anche d'olio persistenti. Nei bambini più piccoli l'epilepsia è migliore rispetto agli adolescenti e gli adulti. Ci sono sia fattori temperamentali che ambientali che in qualche modo accompagnano i sintomi di questo disturbo. Tra i fattori temperamentali abbiamo essere maggiormente predisposti a esprimere attraverso il corpo un disagio mentale, poi bisogni di abuso, trascuratezza, benefici stressanti, fattori generici e fisiologici, poi la presenza di una malattia neurologica, l'accentuazione dell'aglianmio si può costituire un modificatore del decosto a favore di una problematica positiva. Quindi se il paziente accetta che effettivamente non c'è una condizione organica ma si tratta di un aspetto psicosomatico, questo si associa ad una problematica migliore. Poi abbiamo i fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche, cioè ci possono essere condizioni mediche ben conosciute, che quindi hanno il loro esordio, la loro evoluzione, ma che sono influenzate negativamente dalla presenza di alcuni fattori psicologici. Comprendono, per esempio, il disagio psicologico, fattore di interazione interpersonale, stili di copia e comportamenti isolativi per la salute, come negazione dei sintomi o scatto per la gestizione medica. Quali sono i periodi diagnostici? Ci deve essere una condizione medica, quindi non un disturbo mentale, una condizione medica. E i fattori psicologici devono influenzare negativamente questa condizione medica in almeno uno dei seguenti modi. Primo, i fattori hanno influenzato il decorso della condizione medica come dimostrato da una certa relazione temporale tra i fattori psicologici e l'insorgenza o l'aggravamento della condizione medica o la sua evoluzione. Moltissime patologie autoimmune, per esempio, esordiscono in seguito a un periodo di depressione. Ok, proprio per la forza di entrare in depressione si sta immutando, ma possiamo dire che la causa è quella, quindi la depressione è fatta dalla patologia autoimmune? No, si è scatenata ormai, purtroppo, quindi avremmo dovuto lavorare prima di chiave preventiva, però lavorando su quelli che riducono i sintomi e migliorano l'apparenza della depressione. I fattori interferiscono con il trattamento della condizione medica, per esempio scassa demenza. Se non lavoro su quei fattori psicologici, il paziente aderirà poco alle terapie mediche prescritte. I fattori costituiscono periodi di rischio accertati per la potenza dell'individuo, quindi possono portare ad altri rischi allo sviluppo di altre patologie. Influenzano la fisiopatologia sottostante, scatenando o aggravando i sintomi, o sollecitando l'attenzione medica. I fattori psicologici comportati da questi terapii non sono meglio spiegati chiaramente dal nostro disturbo mentale, questo lo ritrovate in tutti i disturbi al DSM 5, ovviamente se dobbiamo parlare di anni di quel disturbo, questa diagnosi non deve essere meglio spiegata da un altro disturbo, altrimenti facciamo quell'altra diagnosi. Dobbiamo specificare la carità attuale, lieve se aumenta il rischio medico, come la scassa aderenza ad una terapia ipertensiva, per esempio, moderata se aggrava la condizione medica sottostante, l'ansia per cui è l'asma, la depressione per cui è un disturbo autoimmune, e così via. Grave se conduce a un ricovero ospedaliero o una visita di pronto soccorso, se quei fattori psicologici portano il soggetto a o non assumere quella terapia o a trasmettere quei sintomi legati alla sua malattia che è presente e possono condurre a una richiesta di ricovero o di pronto soccorso, è grave. E poi è estrema se messa gravemente in pericolo la vita dell'individuo, per esempio ignorare i sintomi di un attacco cardiaco, sono persone che tendono a mettere da parte quello che avevano fatto e gli nego, ok, non esistono i sintomi, li nego totalmente, quindi anche se mi fanno male il braccio sinistro, odore, affetto e così via, non vado al pronto soccorso, in questo caso chiaramente estrema. Disturbo fittizio. La caratteristica essenziale del disturbo fittizio è la simulazione in se stesse o in altri di segni e sintomi medici o psicologici che sono associati a un inganno asserzato. La diagnosi richiede la dimostrazione che l'individuo sta volontariamente contraffacendo, simulando o causando segni o sintomi di malattia o infortunio in assenza di evidenti vantaggi esterni. Qui le keywords che dovete memorizzare sono volontariamente e assenza di evidenti vantaggi esterni, ok? Questa cosa mi sento un po' distressata perché noto che spesso all'esame viene commesso questo errore. Chi ha un disturbo fittizio volontariamente sta simulando dei sintomi, ma questi sintomi vengono messi in atto in assenza di evidenti vantaggi esterni, perché almeno ci parliamo di simulazione, ok? Se io simulo un problema visivo perché voglio davvero la pensiera di invalidità, non è un disturbo fittizio, è simulazione, ok? C'è un evidente vantaggio secondario, è un vantaggio esterno. Se invece io volontariamente simulo un sintomo in assenza di vantaggio esterno, diventa un disturbo fittizio. Chiaramente c'è sempre una sorta di vantaggio, nel senso che è spesso legato a piante in senso di sé, ma non è quel tipo di vantaggio in cui volontariamente simulo per non andare al lavoro o per avere dei soldi in cambio. Che è la differenza? Quindi ci resta la falsificazione di segni o sintomi fisici o psicologici o autoinduzione di un infortunio o di una malattia associato ad un inganno accertato. L'individuo presenta il stesso agli altri come malato, menomato o ferito. Il comportamento ingannevole è parete anche in assenza di evidenze di atteggi esterni. Il comportamento non è meglio spiegato nell'autore supplementare. Dobbiamo specificare se è un disturbio singolo o è un disturbio risorrente. O c'è disturbo fittizio per procura, in cui si falsificano segni, sintomi fisici o psicologici o si autoinducono un infortunio in un altro individuo associato ad un inganno accertato. L'individuo presenta la nostra persona vittima di altri come malata, menomata o ferita. Il comportamento ingannevole è parete anche in assenza di evidenze di atteggi esterni. Il comportamento non è meglio spiegato nell'autore di disturbi. Quindi disturbi fittizio per procura, a differenza del disturbi fittizio provocato a sé, come è facile immaginare, è la stessa cosa ma è legato all'induzione di sintomi fisici o psicologici di un'altra persona. C'è un'episodio singolo di questo tipo? C'è un'episodio singolo di questo tipo? Sì, se puoi dimostrare che c'è uno singolo significa che anche un singolo episodio in questa parte, questa cosa, questo è in realtà quello che dice l'inganno. Ma non diciamo di essere associato a questo? No, chiaramente c'è un inganno che dipende dal... no, anche i digni che non vuole andare a una serata perché le scocce, perché il mio compagno sta male, guarda sta toccando. Nessun degno si crede in disturbi fittizio nel futuro. Dev'essere chiaramente un elemento di rievo. Poi infine abbiamo disturbi somatici, da sintomi somatici con altra specificazione in cui i criteri agnostici che abbiamo visto prima non rientrano specificamente, non riescono ad essere rappresentati in toto sui singoli disturbi che abbiamo visto prima e allora dobbiamo specificare altre cose, per esempio nel disturbo da sintomi somatici breve nel disturbo da sintomi di malattia breve. Cosa vuol dire? Che se abbiamo una persona di disturbo da sintomi di malattia che è chiaro che ce l'ha ma ancora non ha paura di diagnosi, che fa? Non le facciamo diagnosi? La facciamo, ma facciamo vedere il disturbo da sintomi di malattia breve. Quindi specifichiamo questa cosa. E così via. La pseudocesi, l'errorea comunizione dell'essere incinta, la società stemmi e obiettivi e il sintomo dei risultati di gravitanza. E poi abbiamo quelli senza specificazione che ricordatevi sempre sono una categoria che viene inserita negli stemmi per quegli disturbi che ancora devono essere compresi un po' meglio, quindi intanto facciamo diagnosi un po' provvisoria a volte, intanto facciamo questa diagnosi e poi appena approfondiamo la diagnosi possiamo fare quella più precisa. Come vi dicevo in questo accennato un po' all'inizio, ma ora lo ritrovate nel slide, l'ambito della psiosomagia è stato sempre estremamente ricco di contributi, cioè si è sempre interessati a cercare di aprire, ma com'è che quel sintomo può essere generato dalle aspetti psicologici? Non mi ricordo se ve l'ho detto, ma quando io mi sono lavorato nel 2004 cominciavano ad esserci primi studi di psicoterapia e neuroscienze, ma ancora moltissime persone pensavano beh la psicoterapia forse funziona, forse no, forse la persona accetta delle cose, ma non può intervenire sul corpo, cioè non può intervenire sulla biologia. Negli ultimi 20-25 anni sono sorti centinaia di studi che hanno evidenziato come tecniche di psicoterapia che hanno avuto l'ambito di modificare il cervello, di modificare la struttura e il funzionamento del cervello e non soltanto di modulare il rapporto mente-corpo, di intervenire sulla componente infiammatoria, di intervenire sulla componente relazionata all'attico, tal come si direbbe. Quindi si è andato a modificare, cioè la persona che fa psicoterapia cambia perché ha cambiato il suo cervello, non perché si è convinta che sta meglio. Ma questo dibattito quindi è veramente a tanti anni, per esempio George Engel e Silvio Silivotti hanno contribuito veramente a dare una grande rilevanza su questo dibattito filosomatico. In questo libro ho scritto la professorella Barbera, con il professore Caretti, parlava della restitimia, la restitimia è uno dei postrutti più investigati, anch'io ho fatto vari studi e pubblicato vari articoli sulla restitimia in determinate categorie di pazienti ed è proprio una componente specifica che aumenta il rischio di vari disturbi. Cioè chi ha restitimico non sviluppa solo quel disturbo, ma aumenta il rischio di sviluppare vari disturbi. Cos'è la restitimia? La restitimia è, da Alex Chishimoto, che è Bancanza di parole per le emozioni, letteralmente diviso a questo, è a che fare con quelle persone che hanno una difficoltà nell'esprimere le emozioni a parole e di regolare bene i suoi ossetti. Ci sono persone che tendono a esprimere le emozioni

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