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In this talk, the speaker discusses the importance of the Eucharist and specifically focuses on the wine used in the sacrament. They explain that the wine must be natural and produced following specific guidelines outlined in the Canon Law. The speaker emphasizes the need for respect and caution when handling the Eucharist, as it is the most important sacrament in the Catholic Church. They also mention that the color of the wine doesn't matter, and white wine is often preferred due to practical reasons. The transformation of the wine into the blood of Christ during the consecration is considered a profound change in substance, although the external characteristics of the wine remain the same. The speaker mentions that the belief in this miracle is based on the words of Christ and not solely on miracles or experiments. They emphasize the role of the priest in consecrating the bread and wine, as their presence is necessary for the celebration of the Eucharist. Buonasera a tutti, o buongiorno a chi ci ascolta dall'altra parte dell'emisfero. Allora, vediamo, iniziamo un po' questo nuovo corso del venerdì, approfondendo il grande mistero dell'Eucarestia. E soprattutto un aspetto, un tassello di questo grande mistero. Immaginate un po' l'Eucarestia, il sacramento dell'Eucarestia, come un grande mosaico formato da tanti tasselli. E allora vorrei, durante questo corso, approfondire un tassello in particolare che è collegato con gli altri tasselli e però ci consentirà di cogliere alcune aspetti, alcune finalità, alcune profondità che sono proprie appunto di questo sacramento. E questo ci consentirà appunto anche di riscoprire un po' l'importanza dell'Eucarestia, così da parteciparci anche con maggiore fede e con maggiore convinzione e nello stesso tempo anche ci consentirà di comprendere qualcosa anche degli altri tasselli essendo l'uno collegato con l'altro. E vedere come anche l'Eucarestia coinvolga profondamente anche il nostro contesto di vita di ogni giorno. Allora, il tassello che vorrei affrontare in questo nostro corso è il tassello dell'Eucarestia come cibo di vita eterna. E partirei da alcune domande che frequentemente mi vengono poste circa in particolare il vino e alcuni aspetti collegati con questo elemento della natura è appunto il vino che viene appunto utilizzato nell'Eucarestia e viene appunto trasformato grazie alla potenza dello Spirito Santo in sangue di Cristo. Entriamo dunque anche con lo schermo. Parto con alcune domande che frequentemente vengono poste circa questo vino che utilizziamo nell'Eucarestia. Il vino da messa è un vino qualunque? No, certamente no. Deve essere prodotto quel vino e deve essere utilizzato quel tipo di vino che è stato prodotto seguendo l'articolo 924 del codice di diritto canonico. Quindi vedete come anche questa legislazione della Chiesa che è il diritto canonico e parla anche di questo argomento, trazza questo argomento e questo ci dice quanto sia dunque delicato e quanto sia anche importante che il prodotto che viene utilizzato abbia certe caratteristiche. Ecco, vediamolo questo, questa richiesta da parte del diritto canonico, vediamola come un segno di rispetto verso il grande mistero che è il sacramento dell'Eucarestia. Non è semplicemente il gusto di proibire o di imporre determinate cose per essere valida la celebrazione, ma è proprio il voler prestare la massima cautela, la massima attenzione, il massimo rispetto verso questo dono che il Signore ha istituito, perché l'Eucarestia sappiamo che l'ha istituita Gesù Cristo e sappiamo anche che fra i sette sacramenti l'Eucarestia è anche il principale, essendo fonte e culmine di tutta la vita sacramentale e quindi di tutti gli altri sacramenti. Quindi ecco perché se ne occupa anche il Codice Diritto Canonico al numero 924, il quale articolo così recita Il vino deve essere naturale, del frutto della vite e non alterato. Alterato con altri prodotti, con altre sostanze, con altri elementi. Quindi deve essere naturale, frutto della vite, quindi per poter celebrare appunto legittimamente, validamente, serve appunto che si utilizzi il vino che viene dalla vite, senza alterazioni. Durante la produzione dunque non va aggiunto nulla all'uva. Il vino per la celebrazione eucaristica deve essere tratto dal frutto della vite, di cui ne parla anche Luca, il Vangelo di Luca, al capitolo 22, il versetto 18, naturale e genuino, e cioè non misto a sostanze altre organiche. Quindi vedete come anche il Vangelo di Luca parli appunto del vino come frutto della vite. Chi lo produce? Solitamente lo producono conventi o istituzioni religiose, ma ci sono anche produttori laici, quindi produttori che non fanno riferimento a conventi o istituzioni religiose ma improprio lo producono. E però in genere questi devono avere anche un'autorizzazione per poter poi mettere l'etichetta vino per Santa Messa o vino prodotto rispettando le regole del diritto canonico e quindi un vino che può essere utilizzato per la celebrazione eucaristica. Questi devono avere dunque un'autorizzazione della curia per poter mettere questa etichetta e la curia normalmente è quella dove viene prodotto quel vino. Basata anche su un'analisi chimica, la curia per poter dare questa autorizzazione deve anche dare e far fare un'analisi chimica per avere un po' la certezza che sia un prodotto naturale senza aggiunte e che si rinnova ogni due anni. Quindi vedete come queste prescrizioni siano a salvaguardia anche di questo prodotto che viene utilizzato poi nella Messa e questo torna a dire non sembri una cosa troppo severa o una cosa restrittiva. Sì, in un certo senso è anche restrittiva ma nello stesso tempo vediamolo sotto l'aspetto positivo che trattandosi di un bene prezioso quale appunto l'eucaristia ha bisogno di una certa certificazione. Come non so, se tu vai a comprare un anello o un qualcosa d'oro c'è una certificazione che attesti che quel prodotto è fatto con oro e in percentuale che viene appunto determinata e scritta. Il sangue di Gesù deve essere necessariamente rosso? Quindi il vino deve essere necessariamente rosso? Non è necessario, non è necessario. Anzi, da tempo è consolidato l'uso del vino bianco. Uno dei motivi abbastanza comprensibili è che dà meno problemi se macchia la tovaglia dell'altare perché può essere che magari qualche goccia possa cadere sulla tovaglia bianca e tirar via una macchia di vino rosso, soprattutto di un certo tipo di vino rosso non è tanto semplice e facile e soprattutto anche subito evidente. E anche questo, una tovaglia bianca che sia pulita, anche questo è segno di rispetto verso l'altare, verso la celebrazione, verso il sacramento dell'eucaristia. Che cosa succede se un non-sacerdote beve vino da messa? Nulla. Tutt'al più potrà non sembrare particolarmente buono perché in questo caso quel che conta non è il gusto ma è il rispetto del diritto canonico. Quindi, se uno beve il vino da me che porta l'etichetta vino da messa e non è un sacerdote e non è appunto vino consacrato non succede niente. Tutt'al più potrà anche rilevare che non è particolarmente buono ma a noi interessa che sia naturale quel vino. Non c'è neppure un vitigno, cioè una varietà di vite più consigliata di altri. Almeno da parte del diritto canonico e della Chiesa non chiede che sia un certo tipo di vitigno a produrre il vino da messa. L'importante è che sia della vite, dell'uva. È consuetudine prediligere vini liquorosi perché è più facile conservarli. Ecco perché si tende appunto a preferire i vini liquorosi rispetto agli altri. Quindi con una gradazione un po' più alta perché si conservano meglio nel tempo. Il cambiamento fondamentale nella considerazione che si deve avere per il vino da messa avviene con la consacrazione durante il rito. Cioè quello che ci interessa maggiormente è che vino naturale prodotto dalla vite, dall'uva, subisce un cambiamento profondo nella sostanza al momento della consacrazione, allorquando appunto quel vino diventa il sangue di Cristo. La sostanza viene cambiata, gli elementi esteriori rimangono intatti, rimangono identici, per cui il sapore, il colore, l'odore, la forma, la liquidità e di quel genere tutti gli aspetti esteriori del vino rimangono tali e quali, sia prima sia dopo la consacrazione. Quello che però cambia è la sostanza e cioè che è il sangue di Cristo. E su che cosa dunque ci basiamo? Beh, ti direi che non ci basiamo tanto sui miracoli eucaristici. Anche questo è un argomento su cui forse qualche domanda poi potrà farci ritornare su questo tema. Noi crediamo che il cambiamento da vino, dalla sostanza del vino alla sostanza del sangue di Cristo, avviene, noi lo crediamo, sulla base non tanto di esperimenti o di miracoli che pure sono avvenuti e che possono avere anche la loro importanza, ma lo crediamo sulla base della parola di Cristo. Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue e a noi ci basta la parola di Cristo. E questo è anche un elemento su cui dobbiamo appunto essere fermi e essere anche forti, nel senso che il miracolo si avviene, se non avviene, il miracolo può essere anche confermato dalla Chiesa, ma la Chiesa mai ti imporrà di credere al miracolo eucaristico. Naturalmente se viene approvato dalla Chiesa, la Chiesa in genere è abbastanza molto prudente prima di approvare un miracolo anche eucaristico, però la Chiesa non ti impone poi di crederci. Naturalmente se la Chiesa l'afferma come vero, come autentico, beh da parte di noi credenti ci sarà il rispetto della decisione della Chiesa e tuttavia però la Chiesa non ti impone di credere a quel miracolo. Noi dobbiamo invece credere sulla base, torna a dire, delle parole di Cristo che quello che avviene al momento della consacrazione è il più grande miracolo che possa avvenire sulla terra, e cioè che quel pane diventa il corpo di Cristo, quel vino diventa il sangue di Cristo. E non per la bravura del prete, non per la santità del prete, non per la fede del prete, ma neppure per la bravura, per la santità, per la fede dei partecipanti, è per la potenza dello Spirito Santo, perché anche noi con tutta la nostra buona volontà o santità non potremmo certo realizzare nulla di tutto questo. A questo riguardo permettetemi che apra una piccola parentesi e possiamo anche parlare male del sacerdote, possiamo anche chiedere al sacerdote, al vescovo che sia più santo e giusto e doveroso. Chiedetecelo. Però ecco, tenete anche presente che se anche ci mettessimo insieme cento miliardi di persone non combineremmo niente se non c'è un vescovo o almeno un prete che possa consacrare quel pane, quel vino e farli diventare, per la potenza dello Spirito Santo, farli diventare il corpo e il sangue di Cristo. E dunque la presenza del vescovo oppure almeno del sacerdote è indispensabile per poter avere la celebrazione dell'Eucaristia e nessun altro se non ha ricevuto il sacramento dell'ordine nel grado di presbiterato o di episcopato può fare una cosa di questo tipo. Può celebrare validamente, lecitamente la Messa e avere la possibilità di consacrare quel pane, quel vino per la potenza dello Spirito Santo, lo ribadisco perché questo molte volte ce lo dimentichiamo perché l'attore, il protagonista lì principale è lo Spirito Santo che rende possibile una realtà di questo tipo che a livello umano nessuno naturalmente può pensare e può riuscire a realizzare. E dunque ecco, il cambiamento fondamentale è appunto nel momento della consacrazione durante la liturgia eucaristica. Altra domanda che molte volte mi sento rivolgere perché il sacerdote mescola vino e acqua? Se voi fate caso, e vi inviterei un po' anche a prestare attenzione durante la celebrazione ai vari gesti, ai vari momenti, alle varie cose che vengono utilizzate e come anche vengono utilizzate durante la Messa da parte del sacerdote o da parte dei suoi ministri collaboratori. Ecco, qui in questo caso, al momento dell'offertorio il sacerdote prima nel calice versa un po' di vino e poi vi aggiunge qualche goccia di acqua. Ecco, perché il sacerdote mescola vino e qualche goccia di acqua appunto nel calice? Vediamo un po' che risposta. Naturalmente chi è attento sa anche che se il sacerdote le pronuncia quelle parole mentre versa qualche goccia di acqua ne dà anche il significato, però siccome normalmente alla domenica il momento dell'offertorio è occupato dal canto e quindi molte volte i fedeli non sentono le parole che il sacerdote dice mentre aggiunge qualche goccia di acqua e allora ecco che sfugge molte volte questo significato che invece ha una grande importanza, una grande rilevanza. La mistura di vino e acqua da sempre la Chiesa prescrive che prima della consacrazione e cioè nell'offertorio il celebrante aggiunga al vino una piccolissima quantità di acqua, poche gocce. Il Concilio di Frento sostiene categoricamente la dottrina per cui l'acqua acquisisce le proprietà del vino. In accordo con la sentenza e il parere di tutti gli ecclesiastici quell'acqua si converte in vino. Allora qui abbiamo anche, sentendo queste parole e questa citazione del Concilio di Frento non vi viene forse in mente quel miracolo che Gesù ha chiampiuto nelle nozze di Cana in cui quell'acqua lui l'ha trasformata in vino e qui già allora appare qual è appunto anche il potere che Dio attraverso il suo Figlio e con la potenza dello Spirito Santo quel potere che lui ha su tutte le cose create partendo da questo aspetto che può cambiare l'essenza, la sostanza appunto di un elemento naturale. E perché può succedere questo se non perché Dio è il creatore di tutto? E allora già qui vedete come attraverso questi pochi passaggi abbiamo già rilevato che c'è un'affermazione di una verità fondamentale e cioè che l'acqua si converte in vino perché c'è l'intervento della potenza di Dio Padre per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo e perché c'è questa possibilità di intervento perché Dio è il creatore di tutto e dunque lui ha questo potere su tutte le cose che esistono e quindi anche di invertire, di cambiare, di mutare quella che è appunto la sostanza, l'essenza di una realtà naturale, materiale. E questo allora, già permettetemi che possa anticipare che in un certo senso vero e reale noi abbiamo qui, già in un piccolo, in luce, diciamolo così insieme, abbiamo qui quello che si realizzerà alla fine dei tempi alla fine del mondo di cui ci parla l'Apocalisse e cioè quei cieli nuovi, quella terra nuova quell'universo nuovo, quell'umanità nuova noi abbiamo già qui nella celebrazione una prefigurazione un anticipo, seppur piccolo, di questa trasformazione anche della sostanza di tutte le cose che noi vediamo e quindi ogni qualvolta noi partecipiamo e celebriamo l'Eucaristia già anche cogliamo questo aspetto e cioè quello che sarà alla fine dei tempi è già anticipato, seppure in più in piccolo seppure come un seme, seppure come un piccolo germe è già anticipato qui ora nella celebrazione eucaristica. Ecco, pensiamoci un po' anche a questo aspetto vi ho detto che l'Eucaristia è un grande mosaico che è composto da tanti tasselli ed è vero che cogliendo e riflettendo sul tassello noi andiamo a cogliere anche tanti altri aspetti come ad esempio quello che stiamo adesso facendo riflettendo su quelle poche gocce di acqua che vengono tramutate in vino nella celebrazione ecco noi abbiamo qui già un anticipo di quello che sarà alla fine dei tempi e poi certo l'acqua che si tramuta in vino il vino che diventa il sangue di Cristo completiamo questo quadro e questo anticipo di tutto quello che sarà alla fine dei tempi e alla fine del mondo. Prima di sollevare e offrire il vino il ministro ordinato o il diacono quindi il ministro ordinato significa il vescovo o il sacerdote oppure anche il diacono aggiunge una goccia d'acqua al vino attenzione quindi qui si parla di vescovo, sacerdote, diacono non quindi il chierichetto non quindi il ministrante non quindi il laico che non sia diacono ecco questo anche la precauzione e anche così l'obbligo che la Chiesa mette a questo riguardo è proprio per significare il legame dell'Eucaristia con il sacramento dell'ordine sapete che il sacramento dell'ordine ha tre livelli partendo dalla più basso è il diaconato il diacono però può fare tante cose ma non può ad esempio confessare non può dare l'unzione dagli infermi non può soprattutto celebrare l'Eucaristia poi c'è il presbitero, il sacerdote che queste cose le può fare naturalmente con l'autorizzazione del vescovo e poi c'è il vescovo che è il successore degli apostoli e quindi ha la pienezza del sacramento dell'ordine e pertanto vedete come certi gesti, certe cose si possono fare o non si possono fare dall'uno o dall'altro a secondo appunto della cosa in sé stessa e del gesto in sé stesso ma anche per evidenziare certi legami e certe importanze che hanno quei gesti con il sacramento dell'ordine che rappresenta, ecco questa unione di qualche goccia d'acqua al vino rappresenta l'unione ipostatica della divinità e umanità di Cristo che cosa si vuol dire? si vuol dire appunto che si esprime in queste gocce aggiunte di acqua al vino la nostra unione alla vita divina di Cristo che ha voluto assumere la nostra natura umana allora noi qui affermiamo un grande principio che in Dio ci sono c'è un'unica natura nel nostro Dio della fede cristiana c'è un'unica natura la natura divina è tre persone padre, figlio, spirito santo in Gesù Cristo abbiamo una sola persona ma con due nature la natura divina e la natura umana lui è il figlio di Dio fatto uomo, fatto carne nel grembo della Vergine Maria quindi in Dio padre, in Dio trinità abbiamo una sola natura quella divina in Gesù abbiamo due nature la natura divina la natura umana allora ecco, con l'unione delle gocce di acqua al vino noi intendiamo dire che affermiamo l'unione ipostatica così chiamata è l'unione profonda a livello di essere non tanto del fare ma a livello funzionale no, a livello di ontologico abbiamo nell'unica persona del figlio di Dio in Gesù è un'unica persona il figlio di Dio abbiamo l'unione ipostatica della sua divinità e della sua umanità della natura divina e della natura umana vedete come con quel piccolo gesto noi affermiamo una grande verità fondamentale della fede cattolica della fede cristiana e cioè la trinità ma nello stesso tempo anche l'incarnazione del figlio di Dio che si fa uomo e che poi non dimentichiamo che quando lui muore questo figlio di Dio, Gesù muore, risorge sale al cielo porta su in cielo la nostra natura umana e quindi all'interno del cielo all'interno della trinità abbiamo grazie al figlio di Dio alla seconda persona della Santissima Trinità abbiamo che la nostra natura umana è già glorificata in cielo e fa già parte anch'essa del mistero trinitario ma se uno dovesse pensare e riflettere su questa grande e meravigliosa verità ma c'è proprio da non dico da infazzire ma senz'altro da meravigliarci, da stupirci ma anche da rallegrarci profondamente io posso dire con la mia natura umana di essere già nella gloria della trinità già adesso poi certo spero e mi auguro anche di arrivarci dopo la mia morte ma già quando uno pensa che Gesù con la sua ascensione porta all'interno del cielo all'interno della trinità la natura umana quindi ci porta già tutti noi in un certo senso poi certo ci abbiamo anche i Santi che vengono proclamati dalla Chiesa che anche loro, essendo persone umane godono di questa e portano nell'eternità del cielo questa unione questa unione della loro natura umana all'interno del cielo all'interno della trinità ma è soprattutto il figlio di Dio Gesù che ha reso possibile tutto questo e lui che ha iniziato e poi subito dopo ha voluto la sua madre anche la sua madre che potesse con l'assunzione anima e corpo ha voluto che questa natura umana fosse anch'essa già presente da subito in paradiso, in cielo e anche questo è una realtà meravigliosa sapere che la nostra mamma celeste è anima e corpo col corpo glorificato certo è per merito lei è stata la prima che ha goduto di questa risurrezione e tuttavia lei anche essendo la prima ci garantisce che anche questa sorte sarà un giorno riservata anche al nostro corpo sperando che il nostro corpo risorga a una risurrezione di vita e non di vita eterna e non di morte eterna quale può essere l'inferno perché la fede cristiana ci dice che tutti risorgeremo col nostro corpo perché la nostra anima non muore per niente tutti i nostri tutti i nostri corpi risorgeranno risorgeranno alla fine dei tempi tutti risorgeranno e però gli uni risorgeranno come ci dice anche la sacra scrittura in particolare il libro dei Vangeli per una risurrezione di vita di gioia, di eternità di paradiso gli altri risorgeranno per una risurrezione di condanna di vita di inferno la nostra anima già al momento della morte avrà la condizione che essa avrà meritato qui in terra anche grazie alla misericordia, al perdono di Dio però poi il nostro corpo al momento in cui risorgerà alla fine dei tempi si unirà alla nostra anima se la nostra anima sarà in paradiso anche il nostro corpo sarà glorificato come quello della Madonna, come quello di Cristo se invece appunto la nostra anima al momento della morte sarà ritenuta purtroppo degna dell'inferno, il nostro corpo risorgendo condividerà la sorte dell'anima nell'inferno e tuttavia, ecco, qui mi piace però non tanto è vero, nella celebrazione dell'Eucaristia noi affermiamo tutte queste verità la risurrezione di Cristo affermiamo la sua ascensione la glorificazione della nostra natura umana grazie alla natura divina di Cristo, quindi in Cristo la divinità e l'umanità rappresentate appunto la divinità dal vino, l'umanità dall'acqua, ecco che fondendosi insieme questa umanità che viene trasformata appunto grazie alla potenza dello Spirito Santo ma rappresenta anche l'unione della nostra offerta, queste poche gocce dell'acqua rappresenta anzitutto l'unione ipostatica di Cristo nella sua umanità e divinità ma giustamente dobbiamo rilevare che rappresenta anche l'unione della nostra offerta con l'offerta perfetta di Cristo sulla croce insieme a ciascuno di noi, e quindi ecco, offertorio indica proprio anche questa offerta di noi stessi di tutta la nostra settimana di tutto quello che siamo di tutto quello che abbiamo di tutto quello che operiamo e durante la settimana durante la giornata durante la nostra vita viene offerta, viene unita all'offerta che Cristo fa di se stesso al Padre lì nell'offertorio, perché ribadisco ancora una volta che il protagonista principale non siamo noi che offriamo qualcosa a Dio ma è Gesù Cristo che offre se stesso al Padre quindi anzitutto e prima di tutto la celebrazione eucaristica scusate la celebrazione eucaristica è offerta di Gesù Cristo al Padre l'offertorio dobbiamo intenderlo principalmente in senso verticale Gesù Cristo che si offre al Padre però Gesù Cristo dice coraggio, unitevi anche voi che partecipate alla Messa offrite anche voi insieme con me tutto voi stessi tutti i vostri beni tutte le vostre opere tutto quello che di buono di bello, di vero, di giusto di amorevole avete fatto, ecco portatelo dentro lì su quell'ostia insieme su quell'ostia, insieme su quel vino questo è il vostro partecipazione è simboleggiata proprio da queste gocce di acqua e allora ecco voi unitevi a Cristo e lasciatevi trasformare da Cristo appunto durante la celebrazione vedete dunque che dinamismo anche espressivo, lì l'offertorio anche ci coinvolge e ci presenta per cui anche qui un piccolo riferimento poi chissà se avremo altre occasioni di ritornarci ma ad esempio anche quando durante la Messa si passa col bussolotto, col cestino a raccogliere le nostre offerte, anche quello è un gesto che esprime che con cui siamo invitati a dare qualcosa del nostro portafogli prendendolo dal nostro portafogli e speriamo che possiamo essere generosi, ma esprime soprattutto la donazione, la partecipazione di noi stessi, di tutta la nostra vita, di tutto il nostro pensare, parlare, agire che vogliamo offrire al Padre per mezzo di Gesù Cristo unendo la nostra offerta a quella di Gesù Cristo e quindi la mia offerta anche rinunciando a qualche cosa anche di materiale di economico, di soldi in quel momento, in quel contesto significa proprio questo che voglio, che sta a significare che io voglio offrire me stesso non semplicemente qualcosa di me, ma tutto me stesso, con tutto il mio cuore, la mia anima la mia mente, tutta la mia vita vuole essere una offerta che faccio unendola a quella di Cristo e che faccio a Dio Padre, nell'amore e nella potenza dello Spirito Santo perché il Signore Dio con la potenza dello Spirito Santo trasformi poi tutta questa mia offerta, la trasformi nel corpo e nel sangue di Cristo. Vedete dunque, torno a dire che grande dinamismo lì si crea nel momento dell'offertorio e dobbiamo veramente, ecco, anche evidenziare questo momento, perché è qualcosa di veramente grande e meraviglioso e torno a dire, è giusto che si canti durante l'offertorio però sarebbe anche bene è giusto che qualche volta abbiamo ad ascoltare le parole che il sacerdote pronuncia durante il rito dell'offertorio per comprenderne il valore e il significato e per rifletterci di più e nello stesso tempo anche valorizziamo anche quel momento del passaggio del cestino e cerchiamo anche lì, ecco, di vederlo non semplicemente come un gesto inutile o come un gesto così che lascia il tempo che trova ma cerchiamo di vederlo come un modo concreto e anche fattivo in cui rinuncio anche a qualcosa che ho, di mio come può essere qualche soldo, qualche moneta che diventa segno della mia offerta al padre certo, se ci metto poco se è l'obolo della vedova va benissimo se però diventa espressione di un egoismo o di una poca carità che io che ho verso Dio, verso gli altri e via del genere allora questo non è certo un segno positivo torna a dire, a meno che non sia l'obolo della vedova il famoso obolo della vedova di cui ci parla il Vangelo volevo almeno chiudere un po' questa slide, ciò significa che noi partecipiamo del sacrificio di Cristo, non siamo spettatori durante la messa, non partecipiamo alla messa facendo grandi cose, muovendoci gesticolando necessariamente via del genere noi partecipiamo, vedete che anche qui evidenziamo con piccoli gesti, con piccole cose che però assumono un significato, un valore un'importanza veramente straordinaria poche gocce di acqua sono segno della partecipazione della nostra natura umana alla natura divina di Cristo, meraviglioso anche questo che si realizza in quel momento e pensate che si parla di natura umana, quindi è tutta l'umanità che lì entra in questo momento dell'offertorio e quindi ecco perché anche l'offertorio è un qualcosa che coinvolge tutti gli esseri umani, tutto l'universo, tutto il creato l'acqua e il vino sono segno frutto della vita e del lavoro dell'uomo l'unione di queste gocce di acqua con il vino è l'unione non solo di Cristo della sua divinità e umanità ma anche della nostra natura umana con la natura divina di Cristo la Santa Chiesa si è basata su vari motivi per stabilire questa norma beh qui vedo che le cose vanno un po' per le lunghe quindi io mi fermerei qui perché vedo che già il mio tempo a disposizione mia è esaurito e quindi voglio dare la parola a voi continueremo la volta venerdì prossimo su questo argomento. A voi la parola e potete dunque approfondire e portare motivazioni approfondimenti, riflessioni domande e sarò ben felice anch'io di poterne usufruire per approfondire per crescere anch'io nella mia conoscenza di questo grande misterioso dono che è appunto l'Eucaristia