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The transcription discusses the issue of femicide and the need to dismantle the patriarchal system. It highlights the prevalence of gender-based violence and the urgent need to address it. The patriarchal system perpetuates male dominance and normalizes violence against women, causing physical and psychological harm and violating human rights. The case of Marisa Leo, who was killed by her ex-partner, exemplifies the patriarchal mindset and the difficulties women face even after leaving a relationship. It emphasizes the importance of societal unity in combating this issue through awareness, stronger laws, and support for victims. A collective effort is needed to create a safer and equal future for all women. Quante donne devono ancora essere vittime di femminicidio prima che il patriarcato sia smantellato? Fino a quando tollereremo questo sistema oppressivo? Quante vite spezzate sono necessarie affinché si prenda sul serio il problema della violenza di genere? Quanto ancora dobbiamo aspettare prima che tutte le donne possano vivere libere dalla paura? Purtroppo c'è tanto lavoro da fare per arrivare ad avere un mondo dove le donne possano sentirsi al sicuro anche dopo la fine di una relazione o semplicemente quando escono sole da casa. Tutto ciò a causa del patriarcato, un sistema molto radicato nelle società di tutto il mondo che perpetua la supremazia maschile e normalizza invece la violenza contro le donne. Questa forma di violenza è un atto di sopraffazione e controllo che non solo danneggia le donne fisicamente e psicologicamente, ma mina anche la dignità umana e i diritti fondamentali. Non conosce confini geografici, economici o culturali ed è perpetrata in molteplici forme, tra cui violenza domestica, molestie sessuali, traffico di esseri umani, discriminazione di genere e in alcuni casi si arriva anche all'omicidio vero e proprio. Vorrei citare uno fra i numerosi casi di femminicidio, ovvero il caso di Marisa Leo, una donna di 39 anni uccisa dall'ex compagno Angelo Reina. I due avevano avuto una relazione, dalla quale nacque una bambina, iniziata nel 2016 e terminata, per scelta di lei, nel 2020. Già nel periodo precedente alla separazione, Reina aveva cominciato a perseguitare la donna, e molteplici episodi di questo genere avevano portato Marisa a denunciarlo. Pochi mesi prima del delitto, tuttavia, si era riavvicinata all'ex compagno perché, secondo le testimonianze, la 39enne avrebbe concesso un'ulteriore possibilità all'uomo, per la tranquillità della bambina in modo che avesse un padre presente. Il 6 settembre 2023, i due si erano accordati sulla gestione della figlia, l'uomo l'avrebbe tenuta dalla mattina fino al pomeriggio, poi la donna sarebbe passata da lui per riprenderla. Reina le aveva dato appuntamento in un terreno della sua azienda dicendole che avrebbe portato con sé la bambina. In realtà, l'uomo aveva lasciato la piccola a casa della madre. Probabilmente aveva già premeditato il delitto, infatti quando Marisa lo ha incontrato, si è consumato l'omicidio. La vittima aveva in precedenza affermato che il suo ex compagno non era mai riuscito ad accettare la fine della loro relazione, ed è proprio questo un esempio di un'educazione patriarcale. L'uomo molte volte non è in grado di accettare una decisione presa dalla donna con cui ha una relazione e che considera una proprietà privata. È fondamentale che la società si unisca per combattere questa piaga, promuovendo la consapevolezza, rafforzando le leggi e soprattutto fornendo sostegno alle vittime. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di porre fine a questo grave problema e garantire un futuro più sicuro ed eco per tutte le donne.