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cover of Lauretta Farina Ep. 4 "Marianand prima parte
Lauretta Farina Ep. 4 "Marianand prima parte

Lauretta Farina Ep. 4 "Marianand prima parte

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“Pagine di un passaporto” Il mondo è degli uomini Giorgio Torelli - Cappelli Editore anno 1969

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The podcast series will focus on the experiences of Lauretta Farina, a young Italian woman who has been helping Catholic fishermen in a village in Kerala, India. The series will include quotes from Giorgio Morelli's book about Lauretta's work and her encounter with him in 1966. The book, titled "Pagine di un passaporto, il mondo è degli uomini," is a journey around the world to meet people who have worked alongside others to create something meaningful. The series will now be called "Lauretta Farina: The Desire of God." Lauretta is described as a serene and kind woman who dresses in a sari and often walks barefoot. The village she works in, Marianad, was founded by Bishop Bernard Pereira and has a political and social history. Lauretta, who has received training in Belgium and England, speaks English, French, and Malayalam. She expressed her fear of forgetting Italian but found comfort in Ciao a tutti, a partire da questo podcast del maggio di 2023, e di tutti quelli che mi seguiranno fino a fine estate, racconterò quello che definirei il cora, cioè il cuore dell'esperienza di lauretta. Farò questo ripercorrendo citazioni del racconto che Giorgio Morelli, cronista e scrittore scomparso nei 95 anni il 6 aprile 2023, il giovedì santo prima della Pasqua, fece di lauretta recandosi di persona ad incontrarla in India nel 1966. L'inviato storico di Indro Montanelli collaborò a lungo con la testata di Avvenire e i luoghi dell'infinito. Fu amico di Giovannino Guareschi e Marcello Cambia per citare solo alcune delle sue infinite referenze. Per una strana coincidenza sono andato a cercare il libro in cui parlava di lauretta proprio nelle vacanze di Pasqua, ignaro che fosse deceduto pochi giorni prima. Il titolo del libro è Pagine di un passaporto, il mondo è degli uomini, Giorgio Torelli, cappelli editore, anno 1969. La citazione del libro la trovate anche nelle note al podcast. Il libro è un viaggio nel mondo per incontrare persone che senza arrivare a riflettori della grande stampa si sono messi a fianco di altri uomini e donne in ogni parte del mondo e insieme hanno dato origine a qualcosa che forse neppure loro immaginavano potesse nascere. Con questo podcast cambio il titolo della serie che non sarà più Lauretta Farina tra parenti di Gia, ma Lauretta Farina due punti il desiderio di Dio. Capirete il perché durante il podcast stesso. Da quattro anni, scrive Torelli, una giovane donna italiana si prodiga in un villaggio del Kerala nel torrido e poverissimo sud dell'India per aiutare i pescatori cattolici del mare arabico e vincere la fame e l'inerzia. Veste il sari e spesso cammina scalza. Non ha più gli abiti europei che indossava nell'ottobre del 1962 quando è arrivata. Una curiosità, io Beppe sono nato nel novembre dello stesso anno di quando Lauretta è partita per l'India, per cui mi ha visto per la prima volta ormai grandicello. Ha compiuto 32 anni prosegue Torelli e l'abbiamo raggiunta in volo con un volo di 9.000 chilometri, temperatura 36 gradi, umidità 94%. Lauretta è serena e gentile, sa essere elegante anche con il suo povero sari. Faccio notare che Torelli è un giornalista di grande professionalità ed esperienza e nel racconto emerge la sua capacità di descrivere l'intimità e la profondità della persona raccontando attraverso dei flash improvvisi una frase, un'immagine, un quasi banale episodio del suo incontro con i suoi personaggi. Il papà di Lauretta che all'epoca aveva 75 anni scrive settimanalmente una lettera a sua figlia per portarle i saluti suoi e di tutta la famiglia e spesso per spedire del cotone da medicazione. Inutile scrivere nell'indirizzo Lauretta Farina, non la conosce nessuno in Kerala con quel nome. Tutti la chiamano Ceci, che nel lingua del posto, in Malayam, vuol dire nostra sorella. Venendoci incontro all'aeroporto non tende la mano, è commossa e turbata. Giunge le palme, le porta davanti al viso e all'uso indiano, chi ne è il capo e dice Namaste. Ho dovuto leggere e rileggere il testo di Torelli più e più volte per allenarmi a superare il nodo alla gola di commozione nel rivivere le scene di vita che rappresentava nel racconto. Il vescovo di Trivandrum, Bernard Pereira, che aveva chiesto alle affide del Belgio l'invio di una di loro, le ha prestato la Jeep verde per riceverci. Il villaggio di Lauretta ha una storia politica e una storia sociale. È un villaggio pilota. Fino al 1958 il Kerala era stato l'unico stato comunista dell'India, in una regione a maggioranza cristiana. Il vescovo Pereira disse che bisognava impegnarsi nei problemi sociali con i pescatori e ci riuscì. Per prima cosa fondò un villaggio, gli dì vita ad una società cooperativa e cominciò. Chiamò il villaggio Marianad, che vuol dire Paese di Maria. Chiese aiuto alle ausiliari del Belgio e Lauretta fu la prima afi ad arrivare nel villaggio, dove si stavano costruendo le prime case, cosiddette bianche. Lauretta aveva seguito un corso di formazione in Belgio per diventare una afi e poi in Inghilterra per diventare infermiera. Parlava l'inglese, il francese e ormai perfettamente il malayana. Ecco Marianad disse improvvisamente Lauretta prendendo il coraggio di parlare. Prosegue nel racconto Trelli. Temeva di non sapere più l'italiano. Ha trovato la serie Lauretta Farina, il desiderio di Dio.

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