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arrampic pauraclm

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Giulia Capuani

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Ben trovati amici di Climbing Radio, io sono la dottoressa Giulia Capuani, psicologa, esperta in ambito giuridico e sociale. Io mi occupo da un po' di tempo, come ogni psicologo che si rispetti, di affrontare determinate tematiche come la prevenzione, la diagnosi, il supporto psicologico. Ovviamente si lavora spesso in contesti vari, mi è capitato da un po' di tempo di lavorare anche in contesti sportivi, alpinismo, arrampicata, sport che richiedono una forza interiore e anche una competenza fisica, un allenamento mentale, una sfida da raggiungere sempre con un tipo di rischio elevato e appunto una grande capacità di vincere determinate paure. Qui su Climbing Radio è importante considerare quanto la paura in alcuni sport possano in realtà trasformarsi anche spesso in coraggio, in atti di attivazione. Abbiamo una capacità con i nostri pensieri di trasformare una qualsiasi nostra emozione in qualcosa che in realtà potrebbe attivarci e funzionalmente portare al raggiungimento del nostro obiettivo. Ora, in tanti casi e spesso può non accadere questo, ma ovviamente la paura potrebbe andare a autobloccarci, paralizzarci anche fisicamente davanti a qualcosa che stiamo facendo o qualcosa che forse non riesce più a darci una tale sicurezza da permetterci di creare esattamente dei pensieri o dei dubbi o domande su cosa stiamo facendo mettendo in discussione anche le nostre abilità. La paura ovviamente abbiamo detto è un'emozione molto forte, è un'emozione così forte che può essere anche però dominata, conoscendo anche gran parte di ciò che siamo e trovando anche una sorta di consapevolezza interiore pronta a venire fuori nel momento più opportuno come un ancora di salvataggio. Facciamo un piccolo break e ci ritroviamo tra poco qui su Climbing Radio. Bentornati qui su Climbing Radio, io sono la psicologa Giulia Raguani e stavamo parlando di emozioni, in particolare della paura, paura in diverse situazioni della nostra vita, ma nello specifico in contesti esportivi come nell'arrampicata possono essere ancor più intense. Mi viene in mente adesso la famosa frase di una canzone il quale Testo dice «La vestigine non è paura di cadere ma voglia di volare». Ecco qui da questa frase così importante possiamo prendere in considerazione un tema importante, proprio questa voglia in realtà coperta dalla paura come emozione. Nell'arrampicata ciò che vince la paura a partire da un allenamento mentale fatto ad hoc per ognuno, personalizzato a vincere determinati obiettivi, raggiungimento di questi, è proprio il lasciare spazio in realtà alla motivazione di raggiungere la nostra retta che può essere una retta personale o una retta in realtà proprio oggettiva. Sostanzialmente lavorare su di noi ci permette un'ampia conoscenza di tutte le nostre emozioni, di tutto ciò che proviamo e in che contesto tiriamo fuori, tiriamo fuori proprio quelle stesse emozioni. In quale contesto vince l'emotività e in quale contesto invece riusciamo a dominarle? Proviamo a farci questa domanda. Adesso facciamo un piccolo break ancora e ci ritroviamo qui tra poco su Climbing Radio. Ben trovati su Climbing Radio ed eccoci ancora con il nostro tema delle emozioni e nello specifico adesso vorrei parlarti di ciò che spesso accade. Alcune persone ogni volta che provano un'emozione credono di dover usare qualche tecnica per diminuirne l'intensità, altri credono che le emozioni siano interminabili e che quindi debbano essere bloccate nel momento in cui si presentano, altri ancora invece sentono il bisogno di amplificare o intensificare la propria esperienza emozionale. È importante che in questo caso il terapeuta insegni a questi pazienti come un'altra possibilità sia semplicemente quella di fare un passo indietro e considerare le proprie emozioni come un'onda. Questa tecnica consiste essenzialmente nell'adottare un atteggiamento mindful ovvero da una tecnica più o meno meditativa dal nome intero mindfulness. Invitando con questa tecnica di mindfulness a concepire le emozioni come onde e se le emozioni come onde raggiungono il loro picco di intensità e poi calano, la loro durata varia da pochi secondi ad alcuni minuti, se non ti fa nulla per tentare di bloccarle e se ti lascia che facciano il loro corso, scompaiono con il passare del tempo. Tentare di rispingerle le fa solo durare più a lungo. Non bisogna cercare di schiacciarle, anche se dovessero essere spiacevoli, nemmeno prolungarle se invece sono piacevoli. A volte solo cavalcare l'onda è già un impatto importante e di riuscita. Con un lavoro interiore e personale si può entrare in contatto con le proprie emozioni per se i pazienti possono ottenere le informazioni necessarie così per modificare i propri miti a riguardo e superare le proprie paure. Bene, permettiamoci un piccolo break e ci ritroviamo qui tra poco su Climbing Radio. Sottotitoli a cura di QTSS Ed eccoci di nuovo qui su Climbing Radio, io sono la dottoressa Giulia Capuani e sono qui per parlare di emozioni, emotività, paura, blocchi e quel che ne concerne riguardo momenti di asciampicata, scalata, momenti in cui dobbiamo trovare una particolare forza. Abbiamo accennato prima un tema importante come la mindfulness tecnica, molto importante, utilizzata in psicologia e non solo, quanto questo tipo di disciplina, possiamo dire così, può essere considerato un allenamento, una condotta più adottata tra gli scalatori. Infatti, l'attività d'arrampicata promuove alcuni aspetti della mindfulness, come ad esempio l'agire in consapevolezza e il non giudizio riguardo ai nostri pensieri. Quando si parla di consapevolezza sarebbe utile conoscere alcune tecniche pratiche, ad esempio un tipo di esercizio è quella della tecnica consapevolezza del respiro. L'esercizio di consapevolezza del respiro è uno strumento utile per assumere una nuova prospettiva dinanzi ai propri pensieri e alle proprie sensazioni. Possiamo provare a cominciare a utilizzare questa tecnica facendo un esercizio intanto di trovare un posto sereno dove noi possiamo cominciare a sederci, trovare uno spazio tutto per noi di tempo dove possiamo dedicarci a noi esattamente a ogni minimo dettaglio della nostra mente e del nostro corpo. Possiamo iniziare sperando gli occhi chiusi e dirigere l'attenzione sui suoni che sentiamo al di fuori della stanza. Poi prestiamo attenzione a quelli che provengono da fonti più lontane. Cominciamo a ispirare e dirigiamo l'attenzione all'interno, verso le sensazioni fisiche che proviamo quando seduti in una posizione rilassata. Concentriamoci e manteniamo un'attenzione di vigilanza ispirando ed espirando. Non dobbiamo mantenere un ritmo particolare, permettiamo al respiro di trovare quello che più gli si addice. Con una consapevolezza rilassata ma con tempo attenta, sentiamo atto di come le sensazioni che avversiamo cambiano mentre continuiamo a respirare. Mentre lo facciamo, rimaniamo consapevoli di come non ci sia alcun bisogno di modificare questa esperienza. Iniziamo la ricerca di uno stato di rilassamento o di trascendenza. Ci stiamo solo permettendo di rimanere in contatto con la nostra esperienza, momento per momento. Con un atteggiamento disponibile e senza emettere giudizi. Nel frattempo possiamo accorgerci di come la nostra mente inizia a vagare. Ricordi, pensieri, come è importante capire quanto la mente è ancora attiva. La consapevolezza del respiro implica di portare ciclicamente e delicatamente l'attenzione sul respiro. La distrazione non è un'esperienza da combattere, in nessun modo. Quando si presentano pensieri, immagini, emozioni o ricordi, permettiamo loro di rimanere dove sono, lasciandogli uno spazio nella nostra consapevolezza. Non c'è bisogno né di respingerli né di trattenerli. Quando ci accorgiamo che la nostra mente inizia a vagare, facciamo in modo che l'attenzione ritorni delicatamente sul flusso del respiro. Durante questo processo adottiamo intenzionalmente una modalità gentile e compassionevole nei confronti del flusso degli eventi che si affacciano alla nostra coscienza. Da osservatori non giudicanti e completamente accettanti, osserviamo gentilmente lo scorrere delle nostre attività mentali. Di volta in volta potrebbe essere utile ancorarsi al momento presente, ascoltando le sensazioni fisiche che avvertiamo. Ciò che provo nei piedi, ciò che provo nelle gambe, nel mio corpo. Proviamo ad ascoltare questa energia che abbiamo all'interno. Quando ci sentiamo pronti, lasciamo che i suoni che provengono dall'esterno o dal nostro interno possano portare a noi la lucidità di tornare e ritrovare la nostra consapevolezza. Bene, ancora uno spazio musicale per noi e facciamo un break qui su Climbing Radio e ci ritroviamo per un ultimo esercizio pratico, qui proprio per parlare di emozioni e mindfulness. Ben trovati ancora qui su Climbing Radio, io sono Giulia Cavagni e sono una psicologa, stavamo parlando di una tematica importante come la rampicata, lo sport, simboli delle emozioni importantissime e a livello terapeutico è emersa come la mindfulness tecnica importantissima in psicologia possa essere uno strumento funzionale per superare determinati ostacoli che si possono trovare in determinati casi. Ovviamente la rampicata, la scalata, questi sport che permettono di conoscere approfonditamente determinate parti di noi stessi simola comunque sempre di più in maniera esponenziale un andamento di consapevolezza funzionale per arrivare a raggiungimento dei nostri obiettivi. Quindi proprio in merito a questo parlavamo di come la mindfulness come tecnica può condurre a una consapevolezza maggiore delle nostre emozioni, di cominciare a comprenderle, accettarle invece che averne paura. Quindi l'accettazione di queste emozioni si può cominciare a familiarizzare con degli esercizi come la consapevolezza del respiro che abbiamo accennato e portato prima in esperimento. Adesso una tecnica che si può fare dopo aver esperimentato la tecnica del respiro che è una tecnica, una pratica più emozionale e di conoscenza corporea. Adesso facciamo un passo ulteriore e andiamo a bilanciarci verso un esercizio più utile che si affronta alle emozioni spiacevoli. Quando affiorano alla nostra coscienza emozioni, sensazioni, pensieri scheradevoli l'instinto potrebbe essere quello di fuggire, di reprimerli. Ora invece ci prendiamo dei minuti per creare uno spazio mentale mantenendo la consapevolezza del respiro e del corpo rimanendo volontariamente in contatto con i nostri vissuti per come sono in questo preciso momento. Per iniziare dirigiamo parte dell'attenzione sulle piante dei piedi concentrandoci sulle sensazioni fisiche che sperimentiamo in questo momento. Come abbiamo visto la mindfulness è ben più di una tecnica per gestire problemi specifici è una condizione naturale dell'essere umano che permette di assaporare la ricchezza del momento presente. Il nostro obiettivo è quello di trasferire gradualmente questo stato mentale di accettazione non giudicante alla vita di ogni giorno, anche in situazioni estreme come l'attività di superare determinate vette, come abbiamo detto superare determinati obiettivi a raggiungere determinate vette. Abbiamo iniziato con delle tecniche da praticare prima con la consapevolezza del respiro rimanendo in una condizione comoda. Ora passiamo ad un'azione diversa. Questo tipo di esercizio è un buon modo per iniziare che consiste nel semplicetto di scamminare in modo consapevole. Può essere praticato sia all'interno che all'esterno. Troviamo un posto in cui possiamo camminare per un po' di tempo, relativamente libero da interruzioni o senza doversi preoccupare degli eventuali assanti. Puoi scegliere un parco, un quartiere oppure un percorso da te scelto, magari delle stanze di casa. Iniziamo tenendo i piedi disparitati in misura leggermente minore rispetto alla larghezza delle spalle e manteniamo le ginocchia piegate in modo che supportiamo adeguatamente il peso del nostro corpo. La schiena deve rimanere dritta, con le braccia lungo i fianchi e le spalle rilassate. Mentre guardiamo davanti, facciamo in modo che i nostri occhi spassino all'interno del campo visivo. La testa dovrebbe essere poggiata delicatamente sulla parte superiore della colonna vertebrale, liberando il collo dalla tensione muscolare. Mentre ispiriamo, concentriamoci sull'attenzione, sulle piante dei piedi, percependo il contatto con il pavimento e osserviamo la presenza della vita nelle gambe e nei piedi. Sentendo la distribuzione del peso lungo tutto il corpo, trascorriamo qualche minuto in questo modo. Poi trasferiamo il nostro peso sulla gamba destra, prendendo nota della ricchezza di tutte le sensazioni associate. Successivamente, dirigiamo l'attenzione sulla gamba sinistra. Dovremmo sentire la gamba che si alleggerisce o che si svuota quando carica il peso sull'altra. Lascia che l'attenzione si divida tra le due gambe. Notiamo le diverse sensazioni che senti nella parte inferiore del corpo. Quando ci sentiamo pronti, alziamo dolcemente la testa il piede sinistro. Notiamo le sensazioni nel tessuto muscolare della gamba, mentre si alza e muove delicatamente il primo passo in avanti. Gradualmente e consapevolmente muoviamo la gamba sinistra in avanti, osservando le sensazioni fisiche che accompagnano quest'azione. Quando completiamo il primo passo, facciamo caso alle sensazioni che proviamo nel riposizionare nuovamente il piede sinistro sul pavimento. Sentiamo il peso che si trasferisce alla gamba e al piede. Sentiamo come il nostro corpo utilizza questo per sorreggersi e come il contatto con il pavimento diventa più intenso e percepibile. Mentre ciò accade, notiamo tutte le sensazioni presenti nella gamba e nel piede destro, mentre ci alziamo dal pavimento. Una volta che il peso si è stabilizzato sul piede sinistro, ripetiamo il processo con il piede destro. Respiriamo le sensazioni del piede destro che si alza, sentiamolo dal pavimento e osserviamo la presenza della vita nel corpo, mentre avanza per il prossimo passo. Di nuovo, notiamo le sensazioni fisiche presenti nel piede destro mentre entra in contatto con il suolo e quindi completa il passo. Mentre lo facciamo, lascia che il movimento fluisca da un passo all'altro, anziché camminare con movimenti rigidi. Notiamo come le intenzioni guidino il corpo. Ci vuole sempre molta pratica e cura per noi stessi, per il nostro corpo, per la nostra mente. Determinati esercizi, questi sono stati riassolti in breve per fare delle piccole pratiche di assaggio iniziale, ma ovviamente invito tutti voi a mettervi in una vera modalità di conoscenza verso questo tipo di approccio della pratica che è la mindfulness, perché appunto riporta conoscenza e consapevolezza sia del corpo che della mente attraverso dei passaggi come il respiro e dei movimenti specifici ed esercizi mirati a promuovere consapevolezza. Ok, mi ha fatto piacere rimanere qui con voi su Climbing Radio. Io ho provato a darti qualche informazione su quanto a livello psicologico, in determinate circostanze della nostra vita, in momenti sportivi o non, si attivano tante emozioni da conoscere. Spero di esservi stata utile e in maniera poi si possa voler approfondire qualche argomento che abbiamo trattato. Mi auguro una buona giornata a tutti voi ascoltatori e adesso vi lascio e ci rivediamo qui su Climbing Radio.

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