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www.redigio.it E la storia continua Milano è il vecchio milanese Il Capice Parecchi letterati tentarono di scoprire le nobili origini del milanese nelle lingue greca e latina tale il Capice o il Pharaon Milanese mentre altri raccoglievano in trattato le regole del dialetto come Ambrosio Biffi o il Priscian de Milan Ma ebbe il Maggi, il Tanzi, Simonetti e Valestrieri avessero inglesemente poetato nel vernacolo pure la gloria era riservata a Carlo Porta Egli fu il poeta che riassunse ed espresse l'indole del popolo e le sue saltine sono ancora vive e vere nei tipi che durano tuttavia Dove trovare un ritratto più vero della Marchesa Paola Travasa Vina di Prinz Damas de Lombardia e Donna Fabia Fabronte Fabrian altro tipo della società che si sfasciava al costo delle nuove idee e giovanì in bungee di una bontà e una semplicità difedente Milantatore che vocia forte per nascondere la paura non è forse milanese fiaccato dall'un lungo selvaggio che si offende ma non sa difendersi e il Marchion di Gampa Verde che ci fa sorridere con le sue sventure coniugali ma ci muove a pietà e le sue poesie sono la storia nostra e per conservare il ricordo di avvenimenti sui quali sono passati tutti gli anni e il senso vero del linguaggio che va man mano trasformandosi un milanese pubblicò ora un volume commentato edito da Robecchi Milano che rimarrà il vero testo su quale ambrosiani e non ambrosiani leggeranno questo poeta Alla gaiezza cintillante del porto risponde la dolce e naturale melanconia di Tommaso Grossi autore di Marco Visconti che nella fuggitiva trovò tanta delicatezza di sentimento tanto tanta abbastanza e tanta abbondanza di patetico che nessuno mai avrebbe creduto ne fosse capace il dialetto milanese Il porta e Grossi per diverse virtù restano un esempio ai letterati anche a quelli che scrivono nella lingua più pura come per essere efficaci per trasmettere pensieri, affetti passioni e lettori sia necessario attingere alla natura e abbandonare la ricercatezza scartate e lasciate e che parli il cuore nella forma più spontanea Mutano i tempi poco a poco i tipi scompariono in questa bufera che mai non resta e c'è la civiltà che cambia e rinnova i caratteri distintivi si smarriscono meneghino si raffina perfezione sul linguaggio mercè l'educazione e conserva il suo cuore che li induce a farsi a pezzi per rendere servizio ad alcuno il carnevale che a Milano dura quattro giorni più che altrove conduce questi molti forestieri e le mascherate milanesi hanno fama mondiale nel secolo passato erano famose le maschere dell'abbadia dei Facchini del Lago Maggiore una delle quali fu descritta da Parini e da allora lungo il corso di Porta Romana per la Contrada Larga e per le piazze del Duomo passavano i carri lanciando mele, aranci uova ripiene di acqua dorose e più tardi confetti di farina e di gesso che affaticano con oggi i buon temponi i quali ritrovano la soddisfazione dell'attività molti si ricordano ancora Milano della compagnia dei foghetti accennata nella strena dei rachitici di quest'anno 1887 dal pittore Acchini composta di allegri compari che durante il carnevale entravano nelle case di amici a fare i giochi di destrezza e a divertire le brigate soppiantati questi capi scarichi dei mercenari l'usanza degenerò e si perdette e prima del 1848 gli allegri foghetti si spensero si diventa seri fin troppo seppure non si sostituiscono a quelle maschere innocue altre mascherate sopra una scena più grande sulla scena politica