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www.redizio.it e la storia continua Questa è la Milano 08 Milano dell'epoca spagnola e i Borromei L'ispanico triste governo di Lombardia è stato descritto da Manzoni nel Promessi Sposi quel libro che fa esclamare ad ogni italiano questo l'ho letto anch'io La Lombardia era divenuta nel 1535 in poi nulla più che una provincia data in dono dal re di Spagna ai suoi favoriti ognuno dei quali inaugurava il proprio governo con nuove fiscalità e più odiose angherie il sistema delle leggi era assurdo e complicato i nobili avevano ragione sempre il popolano senza denaro per corrompere i giudici mai il commercio, inceppato da mille restrizioni, languiva e le industrie paesanne si spenevano trionfava il fasto ruinoso, l'ossio vorioso, l'ignoranza, la superstizione e la prepotenza Degli uomini di quei tempi, il cui buona memoria vive ancora nel popolo vuole essere ricordato Carlo Borromeo, nipote di Papa Pio VI non potremmo certo, fra le sue virtù, annoverare la tolleranza religiosa nel scagionarlo di aver ceduto alle superstiziose credenze dei plebbi perseguitando i primi protestanti ed isolando la valtellina con i roghi, su cui morivano le presunte streghe venga il lettore, se la diversità dei tempi basti a scolparlo dell'accusa di cruseltà più volentieri ricordiamo quel periodo della sua vita in cui dedicò tutto se stesso ad alleviare i mali della peste del 1576 a lui successe, sulla scienza cimescomile, Gasfare Visconti e il suo nome va unito all'ospedale dei fate bene fratelli e poi a Federico Borromeo, cugino di Carlo discendente da un ramo cadetto dei Borromei che aveva casa in via Rugabella l'opera più grande di questo prelato le cui virtù sono note a tutti perché Manzoni gli innanzò un monumento perenne di gloria è la Biblioteca Ambrosiana da lui fondata nel 1600 in quel tempo di pestilenze e di guerre Federico concepì il generoso pensiero di fondare un grande conservatorio delle scienze e delle arti la raccolta cominciò con 14.000 volumi manoscritti e 30.000 stampati gli fu annessa una scuola di belle arti ove il Mangone insegnava architettura il Biffi scultura il Crespi pittura e in questa piazza il Borromeo ebbe una statua l'imponente figura di Federico venne fedelmente riprodotta nel marmo dall'artista Corti l'autore del celebre Lucifero e sulle lapide del basamento furono meglio di ogni altra epigrafe scoprite le parole con le quali il Manzoni nel suo romanzo ritrasse l'uomo e i suoi tempi come l'opera di Carlo ebbe al tempo di Federico, Borromeo Milano e la Lombardia furono desolate da una orribile pestilenza stupendamente descritta dal Manzoni e nei suoi strazianti particolari gli infelici che a centinaia e centinaia ogni giorno venivano colpiti nelle case dal morbo erano dei turpi monati trasportati alla media sui carri dal lazzaretto di questa vasta costruzione dell'epoca spagnola ogni descrizione sarebbe riverente dopo quelle fattane di Alessandro Manzoni Questo è il recinto quadrilattrico e quasi quadrato fuori dalla città a sinistra della porta orientale distante nelle mure lo spazio della fossa di una strada di circolazione e di una gora che gira il recinto medesimo ai due lati maggiori sono lunghi di presso 500 passi 370 metri e 359 di larghezza gli altri due forse 15 meno tutti dalla parte esterna sono divisi in piccole stanze di un piano solo di dentro gira intorno a tre diese un portico continuo a volta sottenuto da piccole e magre colonne Altro monumento dell'epoca spagnola è la porta romana costrutta con i nostri denari che si intende dal governatore Don Federico Velasca il cui nome è rimasto anche a una via in principio del corso e l'arco fu costruito nel 1509 sul disegno dell'architetto Martin Basso e benché retto in forma d'arco trionfale è tutto di pietre massicce con colonne di ordine torico e vi passò prima Margherita d'Austria sposa di Filippo II di Spagna e più tardi nel 1796 vi entrò anche Bonaparte a programmare in Milano la Repubblica Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org