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Transcription

The transcription discusses the history of the Castello Sforzesco in Milan. It mentions that the castle was built to keep the subjects under control and was demolished multiple times when the people sought freedom. Only two of the planned four towers were completed, and the castle was used as a prison and armory. The interior of the castle had beautiful apartments and paintings by famous artists. The castle underwent modifications during Spanish rule but still retains its original square shape. The construction of the castle was funded by the people. www.redigio.it e la storia continua Eccoci qua, eccoci qui Milano è il castello Se è vero che ciascun popolo ha il governo che si merita, i milanesi del secolo XIII dovevano avere ben grossi peccati da scontare, perché la storia della dominazione dei biscotti è quella dei più mostruosi deliri e delle più nefanti sceleracini. Nelle tradizioni popolari rimase di Bernerò la casa ai cani e di Galeazzo II la famosa Quaresima, che era una serie di orrori e orribili torture prolungate per 40 giorni. E nei monumenti il castello. E questo edificio, illustrato da Lorenzo Sonzonio, da Casati e da Luca Petrami, prese il nome della porta della città che era più vicina, la porta Giovia, cosiddetta dall'imperatore Diocleziano dagli adulatori chiamato Giovio. Anzi Petrami, appoggiandosi alle misure date dal Calvadio Fiamma, crede che la porta Giovia corrisponda alla porta interna che nel castello attuale separa la rocchetta dalla corte ducale e non va quindi confusa, come altri facevano, con la porta bercellina ora magenta. Questo castello venne quindi eretto non contro i nemici ma per tenere in sociezione i diamatissimi sudditi e figlioli i quali tutte le volte che misero il potente anelito di libertà lo demolirono per dare ai nuovi padroni la fatica di rifabbricarlo e così fecero alla morte di Filippo Maria quando fu proclamata la Repubblica Ambrosiana. Francesco Sportal si impadronì di Milano e spense la Repubblica e subito, come scrive il Corio, pensò a rifabbricare il castello in forma di un ampio quadrato cinto su una possa e voleva che fosse a ciascuno angolo si innalzasse una torre fortissima. Di queste solamente due, dal lato verso la città, furono condotte a termine. Composte da vivi sassi lavorati a punta di diamante, come poi si può ancora vedere, quantunque siano state abbassate di molto negli ultimi anni. Allora erano di tale altezza che le palle, ad un bisogno, potevano volare in mezzo alla città. Altre torri sorgevano all'ingresso e nel mezzo si ergeva la rocchetta nella quale si racchiudeva il tesoro che poteva servire anche per difendersi da insurrezioni interne. Questa rocchetta fu così convertita in prisione e in armeria. All'interno vi erano appartamenti stupendi e stupendi dipinti dai più celebri pittori. Il corio rammenta, nella sala azzurra a stelle d'oro, quella delle colombe in campo rosso, la sala verde, la sala del paramento e altre che, con il loro nome, ci spiegano gli adobbi e i dipinti dei quali andavano fregiati. I successori degli sforza lavorarono tutti ad aperire questo edificio e si scoprirono in un locale, un dì, cappella, poi convertito in stalla, delle pitture pregevolissime per disegno e colore, che hanno fatto tutto il fare largo segno e colore, esquisito, proprio da maestri come Leonardo da Vinci e da Bernardino Zenare. Subì parecchie modificazioni durante il governo spagnolo, ma oggi si possono dire scomparse e ci rimane ancora l'antico quadrato dello sforza. Aggiungeremo solo che la fabbrica del castello costò più di un milione di ducati, ossia di zecchini, pagati dal popolo come era suo dovere. Non ha forse sempre pagato con il suo denaro il bastone del padrone? Sottotitoli e revisione a cura di QTSS

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