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The history of the crucifix of Arimerto in Legnano is not well-known. It was displayed on a carriage during the famous battle of Legnano when the Lombard League defeated Emperor Frederick I. The influence of the Bishop Count in Milan grew stronger over time, while imperial authority weakened. Important Bishop Counts were Angilbert II, Ansperto da Biassonno, and Ariilberto da Antiliano. Ariilberto gained the protection of Emperor Henry II and became archbishop in 1018. He fought against heretics and had them deported to Milan, but their presence spread their beliefs. To stop the spread, Ariilberto imposed a choice between the cross or the stake, and most chose death. This event is commemorated by the street name Corso Monforte. www.rediso.it e la storia continua Legnano e la storia del crocifisso di Arimerto E' poco nota la storia del crocifisso che era stato inalzato sul carrozzo durante la famosa battaglia di Legnano quando la Lega Lombarda sconfisse l'imperatore Federico I detto Barbarossa ma esiste ancora e l'antefatto è piuttosto lungo ma interessante A Milano ci fu un lungo periodo durante il quale il potere reale invece di essere gestito da un rappresentante laico scelto dall'imperatore il conte venne amministrato da un religioso il cosiddetto Bescovo Conte e questa situazione è all'inizio nel 774 quando i franchi guidati da Carlomagno avevano cacciato i Longobardi e si erano impadroniti nell'Italia A Milano era stato assegnato appunto un conte che aveva diviso le terre tra i suoi feudatari lasciati liberi di spadroneggiare a loro piacimento tuttavia l'ordinamento di Carlomagno aveva consentito che crescesse anche un'altra autorità quella del Bescovo Carlo e i suoi successori avevano bisogno degli ecclesiastici per consolidare il loro dominio e concesse loro molti privilegi Il popolo preferì mettersi sotto la protezione vescovile perché non era straniera e nella maggior parte dei casi si rivelava più equa e attenta ai suoi bisogni Nel tempo l'influenza del Bescovo che proprio in quel periodo incominciò a chiamarsi Alcivescovo diventò sempre più forte mentre l'autorità imperiale con deboli successori di Carlomagno perse man mano vigore I Vescovi Conti più importanti furono Angilberto II 824-859 che ci ha lasciato in eredità lo splendido altare d'oro di Volvigno in Sant'Ambrogio Ansperto da Biassonno 869-881 che eresse alla Basilica di Sant'Atiro costruì l'imponente atrio antistante alla Basilica di Sant'Ambrogio e ripristinò la cinta di mura romane e soprattutto Ariilberto da Antiliano 1018-1045 che aveva a che fare con quattro imperatori Ottone III, Enrico II, Corrado II e Salico ed Enrico III Di ricca famiglia riantea ancora giovane costruì sulle proprie terre la Basilica di San Vincenzo di Galliano vicino a Cantù Su uno degli affreschi ancora perfettamente conservato si fece effigiare nelle vesti di sottodiacono mentre dona a Cristo il modellino architettonico della chiesa Ariilberto seppe conquistarsi la protezione del vincitore Enrico II di Sassonia che gli concesse di diventare arcivesco nel 1018, da allora iniziò la sua scalata al potere Nel 1022 al sinodo di Pavia si schierò da protagonista contro la norma che a Milano consentiva ancora ai chierici di ammogliarsi e nel 1026 un colonnore d'Italia, Corrado II Salico, sceso a Milano proprio in quell'occasione e nel 1028 l'arcivesco venne a sapere che gli abitanti di Monforte d'Alba avevano abbracciato la patria, un movimento nuovo che predicava contro la simonia la corruzione e altre cariche crisastiche e che negava la divinità di Cristo e dei sacramenti. Ariilberto fece deportare l'intera popolazione a Milano e la invitò ad abbiurare la propria fede, ma la loro presenza in città fu sufficiente a diffondere il loro credo. Scrisse Randolfo il Vecchio, questi nefandissimi che non si sapevano neppure da quale parte del mondo fossero calati in Italia, ogni giorno privatamente esseminano falsi insegnamenti derivati da fallaci interpretazioni delle sacre scritture ai contadini che in Milano erano convenuti per vederli e conoscerli. Per porre fine a questa pericolosa contaminazione, plantata da una parte una croce e un'altra sul rogo, fu imposto loro di scegliere e la maggior parte scelse di morire. La strada nella zona in cui gli eretici vennero imprisionati porta da allora il nome di Corso Monforte. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS