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The transcription discusses various memories and references to Mussolini's regime in Italy. It reflects on the history of the country, including tragedies such as concentration camps and colonial slavery. The speaker expresses pride in their youth and a belief in justice and truth. They also mention seeing graffiti and murals depicting Mussolini's slogans. The speaker concludes by emphasizing the importance of preserving the soul and memories of the nation. www.rediso.it e la storia continua tradizioni e racconti la sciroia è l'aratro è l'aratro che traccia il sulco ma è la spada che lo difende vi ricordate questa firma? e parlando della sciroia che per noi è sinonimo di aratro mi è tornata improvviso la memoria il motto mussoliniano è l'aratro che traccia il sulco ma è la spada che lo difende che vedevo tutti i giorni passando sulla provinciale che ora è una statale in località di Arnate appena dopo il Dacol danze e gelati scritte a carattere cubitale sul muro del consorzio agrario ora demolito e all'onate su un muretto vicino appena dopo il Pragonzi di fronte alle scuole medie si leggeva la massima l'azione forza i cancelli su cui sta scritto vietato e da quante parti era scritto il fatidico credere, obbedire, combattere e l'ultima parola di un combattente del Piave meglio avere un giorno da leone che è centro alla pecora e chi non muore per la sua fede non è degno di professarla e vibro e moschetto fascista perfetto e molti amici molti nemici molto onore e cosa hanno a che vedere queste chiacchiere con questo Paese ma forse niente ma hanno a che vedere con vent'anni della nostra vita e la vita è quella che è non possiamo prendere una forbice e tagliare i momenti che ci sono graditi come non possiamo cancellare dalla nostra coscienza le colpe commesse il cui ricordo ci fa ancora rossire ma io non voglio tagliare via niente della mia giovinezza non ho niente di cui vergognarmi sono sempre stato libero ho sempre amato la giustizia e la verità mi sono sempre comportato secondo le leggi della convivenza universale e non sempre il sole sprendeva sulle sciangue italiane e non sempre la giustizia era prediletta c'erano tante prigioni e non tutte per reati comuni certo una nazione che è costretta a tenere in vita una simile istituzione non è ancora civile abbiamo avuto le nostre tragedie ma chi non ha avuto le sue? Golab e Siberiani i campi di Mauthausen le foibe lo schiavismo coloniale di guerre perdute piene la storia c'è sempre un vincitore come c'è sempre un vinto è l'anima della nazione quella che conta che resti intatta nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice dell'avvecchiaia Dante dice miseria ma non è un vocabolo che va bene per il mio stato d'animo seguito a tanti ricordi di gioventù del mio paese non ricordo di aver mai visto massime mussoliniane scritte sui muri ma al principio di via indipendenza venendo da piazza Volta un po' prima della porta del fruttivendolo sul muro era rappresentata in effigie la faccia quadrata scura volitiva della luce a vernice nera forse catrame ricavata da un cliché abbastanza diffuso considerato che natale faccia si vedeva un po' dappertutto sui muri della zona nudo alla meta se avanzo seguitemi se indietreggio uccidetemi vittoria mutilata e siamo il 4 novembre del 1918 me ne frego a noi noi tireremo diritto alala vinceremo ma spiantiamo laggiù se no è apologia di regime non è ancora culto della personalità quella dei santi non è forse culto della personalità? idolatria? il popolo italiano vuole sempre qualcuno da idolatrare ma ora alderrem rediamus ritorniamo cioè a quello che è l'argomento del nostro sproloquiare e ritorniamo a casa nostra al nostro paese con buona grazia delle sante e profane memorie