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There is a growing interest in preserving dialects, as they are believed to be dying out. Studies show that 13.1% of Italians speak mainly dialect when conversing with strangers. This percentage increases to 36.2% in those over 75 years old, but drops to 5.6% in the 10-15 age group. Dialect usage is more common in older generations and is often mixed with Italian in middle-aged individuals. However, younger people, especially women, tend to prefer using only Italian and avoid speaking dialect. One reason for the decline of dialects is that they have become a distorted representation of reality, losing their true essence. Additionally, the book "Le lingue tagliate" confused local dialects with minority Italian languages, leading to a misunderstanding of their true identity. Dialects are not just made up of words, but also include intonation and musicality. They have a common code of communication that evolves within a shared environment. The www.resigio.it e la storia continua Il dialetto, confidenza tra lingua e dialetto. È un ritorno di interesse per il dialetto, in quanto è un'opinione che stia morendo e quindi va tutelato. Da indagini condotte è risultato che il 13,1% degli italiani, abitualmente parlando con gli estrani, utilizza solo o prevalentemente il dialetto. La percentuale sale al 36,2% nella classe d'età oltre i 75 anni e scende al 5,6% nella classe tra i 10 e i 15 anni. Nell'età media è alternato e intercalato dall'italiano, mentre i giovani usano prevalentemente la lingua italiana, ma soprattutto le donne, pur comprendendo il dialetto, non lo vogliono parlare. Un altro motivo per cui il dialetto sta morendo è che per Talugna è diventato una specie di fantoccio ideologico che, invece di avvicinarsi al vero, travisa e farsa la realtà. Alcuni anni fa fu pubblicato un libro dal titolo «Le lingue tagliate» che rivendicava alle minoranze linguistiche italiane la loro identità etnica, confondendo per lingue le parlate locali, ovvero i vari dialetti. Le lingue, infatti, non sono conseguenza di un etnos, cioè non hanno un rapporto di consanguinità, ma sono degli ethos e tragono la loro origine da costumi, tradizioni e usanze comuni. Così non esiste un dialetto lombardo, ma ci sono numerose parlate locali, come il varisotto, il legnonese, il bustocco, il milanese, il bergamasco e così via. Il dialetto non è fatto solo di parole, ma anche di cadenze e musicalità. Inoltre ha un codice comune di comunicazione che nasce e si evolve in un ambiente comune. Dante fa nascere la prima espressione di Adamo al cospetto dell'universo con una sillaba «el», con la quale intendeva manifestare sia la meraviglia per il creato e al tempo stesso dare un nome al creatore. A questa prima espressione altre ne sono seguite per necessità di dare un nome a tutte le cose esistenti. Infine, occorreva esprimere anche nei concetti, tradurre in espressioni il pensiero e così è nata la prima lingua che, per esigenza di comunicazione, è diventata comune agli abitanti della stessa area o zona. Il dialetto che costituiva la base per le comunicazioni orali era generalmente costituito da un limitato numero di vocaboli, quelli cioè essenziali alla vita quotidiana, e quindi non poteva costituire la base per i rapporti più estesi e nemmeno consentire l'evoluzione culturale e scientifica, appunto, per la sua limitatezza. L'esigenza di estendere le comunicazioni e le cognizioni scientifiche ha imposto l'uso di una lingua comune a un vasto territorio che potesse rappresentare un vero codice di comunicazione e la base per il progresso scientifico. Ma la lingua che si è venuta così a formare era privilegio di una elite, e cioè del clero, dei notabili e dei letterati. I rapporti di convivenza tra lingue e dialetto hanno determinati flussi reciproci che si risolvono in un avvicinamento del dialetto alla lingua o in una penetrazione di elementi dialettali nella lingua, il tutto con il sigillo di un nuovo vernacolo della TV, odieroso strumento della banalizzazione del linguaggio. L'Istituto Biblico Internazionale ha potuto accertare l'esistenza di quasi 7.000 lingue, di cui attualmente ancora parlate sono circa 2.500. Dove e come nascono i dialetti? Il linguaggio che traduce in espressioni il pensiero, dove ricava i suoi elementi? Nell'ambiente in cui si forma, dalle etnie o da che cosa d'altro, è, in dubbio, che ci siano delle espressioni dialettali che sono intraducibili se non a fatto di perdere la loro incisività, come ad esempio le seguenti. Sono, tanto musicali queste espressioni, da sembrare delle scioglielingua. Purtroppo, un segno dei nostri tempi è la graduale scomparsa dei dialetti. La storia sembra si sia capovolta e il dialetto, da lingua del popolo, sta diventando lingua dialettica. Tra un po' non ci sarà più la contrapposizione tra dialetto e lingua letteraria, o tra la lingua della natura e la lingua dell'artificio, in quanto la seconda avrà relegato la prima a un ruolo marginale.