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The transcription discusses the vast historical heritage of the Barbara Melzi Institute in Legnano, which includes a library and art collection. The researcher explores the documents and manuscripts from the 1600s to the 1900s, discovering interesting information about the institute's history. The library was first organized by Mother Barbara Melzi in 1880 and contains documents related to noble families, legal transactions, genealogies, and more. The collection also includes valuable parchment documents from as early as 735. Notable items include a 1195 court ruling and a bundle of documents from the 1300s to the 1400s. The researcher mentions the involvement of monasteries and the significance of the Inquisition. The transcription also highlights the roles of specific individuals, such as Avvocato Alfredo Carusi and Count Francesco Melzi, in preserving the institute's heritage. Legnano Storia, l'immenso patrimonio dell'Istituto Barbara Melzi di Legnano. Ben quindicimila volumi dal Seicento ai nostri tempi. Capita che, spulciando carte ingiallite dal tempo dalle stesse, rienergono alcune notizie interessanti. Tali sembrano essere quelle ricavate da una lettura del 1939, con la quale il podestà in carica, Avvocato Alfredo Carusi, appellandosi a simpatico civismo, invitava donna Giulia Ammigazzi a concedere biblioteca e pinacoteca del suo istituto al Comune di Legnano, previa intestazione della raccolta al nome dell'accedente. La risposta negativa, dettata dal desiderio di non violare la proibizione assoluta di esportare libri di qualsiasi genere dalla biblioteca, come da volontà espressa dal conte Francesco Melzi e ripresa poi dalla figlia Barbara, ha indotto il ricercatore a ritornare su un tracciato già percorso, per affondare la memoria tra i fondi di quel patrimonio documentario, estendendo l'indagine per economia di spazio fino alla fine del Cinquecento. Anche se sulla biblioteca sono redate più di una tesi di laurea, non si può dimenticare che una prima sistemazione della stessa fu effettuata nel 1880 da madre Barbara Melzi. Grazie al suo vero, conservato in vari faldoni, spesso assicurati da coperte per gamenace o legati in velluto verde, ci sono pervenuti numerosi documenti comprovanti nobiltà e attività delle famiglie, Pusterla, Recretati, Melzi, Salazar. Dalla fine del 1300 tutto allo susseguirso di strumenti di compravendita, di bandi ed editi, di notificazioni, di manipoli di lettere, di alberi genealogici, non da meno altre concessioni munite di preziosi sigilli con immagine impressa di Sant'Ambrogio. L'intreccio dei rapporti tra le varie famiglie ovviamente chiama in causa anche interessi contrastanti, vede di varia natura, alterna ogni potenza delle umane sorti. Nessun seguirsi delle documentazioni emergono dati che riguardano il fiume Lona per il codimento delle sue acque, commenti al codice napoleonico, affrancazione di decime, mappe, carteggi per un ingresso disposi in Milano, decreti di giuri speriti, miscellanee di poesie, note di spese, contratti per l'abbigliamento. Prezio di pergamene dal 735 al 1789. Di non minore interesse sono le pergamene, provenienti per la maggior parte dal fondo della famiglia Pusterna di Tredate. Una volta istinta alla stessa, passarono in Melfi e nel 1875, alla morte di Francesco Melfi, toccarono a Donna Barbara che li lasciò in eredità al suo istituto. Tutte registrate da un ricercatore rinanese con indicazioni delle caratteristiche salienti, misure comprese, coprono un arco di tempo che va dal 735 al 1789. Dal quacervo emerge una pergamena del 1195, giugno il 14, in buono stato di conservazione, redatta in minuscola diplomatica, di centimetri 21 x 29, rogata da quattro notai. Si tratta di una sentenza emanata dal giudice milanese Pala Guerra e dei consoli Ugo e Alberto Rampugnani per un'avvertenza riguardante Guidone e Anselmo d'Alegnano, consoli e capitani di Meleniano. Nel documento si dichiara che un certo Pianello, massaro di Pudriano, doveva rifare il muro di cinta della rocca di Meleniano, secondo la richiesta dei consoli. Pianello si riuscitò, sostenendo di non poter essere costretto a farlo, perciò fu sciolto dall'obbligo da parte dei giudici per la richiesta avanzata. Tra le pergamene colpisce anche un fascicolo di undici pezzi cuciti insieme, datati dal 1307 al 1394, riguardanti convenzioni, testamenti, disposizioni per beni immobiliari. Troppo lungo sarebbe il discorso se si dovesse trattare di tutte, benché piace ricordare che gli atti del periodo medievale riguardano anche riconoscimenti imperiali, assoluzioni papali, accordi con le chiese locali e milanesi. Più di una volta sono chiamate in causa monasteri, come quello degli Umiliati di Baggio, che poi diventano gli Olivetani. Farebbe vi dire una pregamena, datata 1480, in marzo il 21, alla fine della quale si legge che Giovanni Bastiano fu condannato e decapitato da maestro di giustizia sulla classe maggiore di Lodi. Secondo gli atti del 1500 al 1700, i notai continuano a rogare vendite di terreni, ricognizioni di enfiteosi, procure concesse nei vari pusterra. Si affiancano dipromi rilasciati dagli Olivetani, anche ad orde di immagini, come quella del 1594, luglio il 20, concesse a Genova. Affiora pure l'importanza del Tribunale dell'Inquisizione, detta Santa. Nel novembre del 1669, Tommaso Pusterla, già inquisitore a Mantua e a Pavia, ebbe lo stesso incarico a Como. Non da meno l'aggregazione del reverendo Francesco Maria Pusterla, canonico ordinario del Duomo di Milano, al Collegio dei Notai, secondo una bella pregamena del 1656, dotata nella faccia superiore di stemma e munita di sicillo pendente in teca metallica.