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www.rendijou.it e la storia continua. Storie in riva al lago di Comabbio, racconti, tradizioni, proverbi e curiosità d'accorgermi d'intorni. Alpes, Alvernus da Trielt, in Dall'Acqua, in Telloli e Dalvin. La pesca, ora esercitata a livello amatoriale, sino alla metà di questo secolo ha costituito un'importante risorsa per il sostentamento della popolazione riverasca, eppure essendo riconosciuta alle comunità riverasche quale diritto di uso civico da tempo immemorabile, nella storia delle comunità del lago di Comabbio la pesca è stata oggetto di innumerevoli vicende, spesso anche giudiziarie. Queste vicende hanno, nel tempo, limitato tale uso civico condizionandone l'esercizio per le diverse modalità di pesca, dalla riva, dalla barca eccetera. Infatti, ancora oggi, la pesca dalla riva, a pesca a piedi asciutti, dal dialetto pesca a piedi asciutti, è riconosciuta alle comunità riverasche quale diritto di uso civico, mentre la pesca sul lago, in tutte le altre forme di uso esclusivo, dai proprietari dei diritti di pesca. Esiste un grosso masso affiorante all'acqua, al sasun, che veniva furbescamente utilizzato come postazione per la pesca a piedi asciutti. I fatti più significativi connessi a questa vicenda risalgono al XV secolo. Il 30 maggio 1423, una sentenza della magistratura di Milano sanciva i diritti di navigazione, caccia e pesca alle comunità riverasche che ne godevano per consuetudine atavica. A seguito di una rivendicazione della proprietà dei laghi, dal 1652, la gestione della pesca sul lago ritorna a essere ad uso esclusivo del proprietario dei diritti. In quell'anno, il conte Biglia, vescovo di Pavia e commendatario della bazia di Capolago, affitta diritti a un conduttore che li esercita attraverso campari, pescatori e lavoranti alle sue dipendenze. L'evento ebbe conseguenze notevoli sul modo di vivere intorno al lago, spingendo le comunità espropriate alla pesca di frodo e nel 1923 le acque dei laghi, per reggio decreto, diventarono definitivamente pubbliche. Aveva così inizio la lunga diatriba fra la famiglia Borghi, i comuni e il demanio, al termine della quale veniva confermata la legittimità degli usi civici sui laghi da parte dei cittadini rivieraschi. Una convenzione stipulata nel gennaio del 1935, con la mediazione del prefetto di Varese, riconosceva tali diritti in zone delimitate delle acque e delle rive del lago. Tali vari proprietari rivieraschi, susseguitesi nel tempo, vi furono alcuni capeggiati della famiglia D'Averio, che agli inizi del 1800, oltre alle opere di bonifica che hanno modificato l'assetto originario del lago, ne progettarono il prosciugamento totale. Il progetto venne fortemente osteggiato dai Borghi di Varano, che esercitavano l'attività di piscicoltura e utilizzavano le acque del lago anche per usi industriali. La piscicoltura Borghi, attiva dal 1866, si proponeva tra l'altro di incrementare il patrimonio ittico del lago, mediante l'introduzione di nuove specie, quali ad esempio le trote, prima inesistenti in queste acque, e l'attività di piscicoltura terminò negli anni Cinquanta. Attrezzi per la pesca Ol Bartavell, che è il bertovello, è l'equivalente della massa utilizzata per la pesca in mare, con la differenza che non è di vimini, ma di rete di canapa montata su cerchi in legno e tesa con due bacchette di legno. Queste trappole, a posta fissa, venivano collocate vicino ai canneti. Il rial, che è una grossa rete che veniva tesa tra pali fissi sul fondo del lago. La lignera, che è un palamito, è un tipo di lenza costituita da un lungo filo principale, dal cui pendono a intervalli regolari dei fili secondari, ai quali sono annodati ghiami. Questa lenza veniva di solito tesa fra due pali posti in prossimità dei canneti. La tirrindana, la traina, si tratta di un grosso filo di rame con un terminale in acciaio sul quale viene montata l'esca per la pesca al traino. La legnera, ora peschirella, la legnaia, sono delle cataste o fascine di rovere carate sul fondo del lago per favorire la deposizione di uova di pesce. E la ca d'allag, la casa del lago, è una baracca in legno utilizzata per la custodia degli attrezzi per la pesca, con darsena per la rimessa delle barche. E i nostalpes del lago, l'anguilla, un merghi can, che è il persico trota, la vitrisa, la bottatrice, la carpa, il guben, è un persico sole, un lucci, luccio, il persic, che è un persico reale, la sandra, che è il luccio perca, la scartura, la scardola, la tenca, tinca, un triott, triotto, la trota, l'usellina, che è la cobite.

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