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Legnano bicycles will be produced again in Italy, bringing back an iconic brand that started in 1907. The founder, Emilio Bozzi, created a successful line of bicycles and even established a racing team. Despite facing challenges and changing locations over the years, Legnano bicycles gained worldwide recognition and were ridden by famous athletes. After legal disputes, the brand's license was returned to Bozzi's heirs in 2010. Now, the legendary Legnano bicycle is set to make a comeback this year. www.redigio.it e la storia continua La bicicletta legnano tornerà in Italia www.redigio.it Ed è il mese scorso, siamo nel maggio del 2015, la notizia che la bicicletta legnano, quella caratteristica col marchio del guerriero di Legnano, sarà di nuovo prodotta in Italia. Una grande soddisfazione e un prestigio per questo marchio ultracentenario. L'azienda nacque per l'intuito del giovane Emilio Bozzi e quando la Franco Tosi decise di aggiungere alla sua ampia produzione anche quella delle biciclette, acquistando i brevetti dalla fabbrica inglese Wolseley, e così ebbe inizio nel 1907 la storia delle prime biciclette, costruite a legnano, che presero il nome di Wolseley Legnano. Furono distribuite a prezzi competitivi in tutta la nostra penisola attraverso circa 3000 punti di vendita. Lo stesso Bozzi creò anche una casa agonistica, legando il marchio delle due ruote da colore verde-oliva e rosso ai primi grandi assi del pedale di allora. Non solo quindi un semplice mezzo meccanico, ma anche un emblema che racchiudeva in sé un pezzo di storia con il simbolo del guerriero della battaglia di Legnano. Nel 1927 l'intramprendente Bozzi si staccò dalla Tosi e iniziò a costruire proprio una bicicletta totalmente italiana, con un restyling di linea e di meccanica appunto da legnano, con produzione assorbita per il 90% dal mercato nazionale. Emilio Bozzi morì a soli 63 anni nel 1936, ma le sue biciclette continuarono a girare dapprima sulle polverose strade del mondo e poi sull'asfalto delle più moderne arterie e con la riorganizzazione operata nel dopoguerra dai suoi eredi e da vari collaboratori. Agli inizi degli anni 60 fu costruita la nuova sede all'avanguardia in Europa. E c'è una fotografia che si vede un reparto di montaggio del telaio delle bici. Subito è sulla strada Legnano-Bustarsizio e si produssero ben 80 modelli per lo sport agonistico, il turismo e l'uso quotidiano di lavoro. Erano gli anni del massimo sviluppo delle due ruote e, nonostante l'avvento della motorizzazione e la mitica legnano, fu prodotta in 100 o 150 mila pezzi all'anno e vendute in 62 paesi. All'inizio degli anni 70, per la crisi generale di questo mezzo meccanico, la Bozzi fu costretta a chiudere lo stabilimento di legnano trasferendosi a Milano. Iniziò così collaborazioni con altre case, compresa gli anti, e cedendo il marchio in licenza. Seguirono poi contenziosi legali per riavere la licenza, che solo nel 2010 fu restituita agli eredi di Emilio Bozzi. Ma ciò che resta indelebile è il successo di tre generazioni di campioni del pedale e atleti come Pavesi, Binda, Guerra, Magni, Girardengo, Baldini, Fondriest e poi Coppi e Bartali, ma tanto per citare i più noti, che conquistarono prestigiose corse e medaglie in sella del legnano. Una bicicletta mito, una vera leggenda, che entro quest'anno rinascerà. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org