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Giovanni Re, a pharmacist in Legnano, shares the story of his life. He always wanted to be a pharmacist, despite his father's position in the gas company. He became the owner of a pharmacy in 1940 and later served as a medical officer in Russia during World War II. After retiring, he passed on his pharmacy to his daughter and son-in-law. He also discusses his father's involvement in the Club Vinci, a group that aimed to build and fly a monoplane. The project had initial success but lacked funding. Giovanni cherishes his father's pilot cap from the historic test flight. Personaggi di legnano. Giovanni Re, il decano dei farmacisti. Suo padre fu il pioniere dell'aria. Già da piccolo il mio sogno era sempre stato quello di fare farmacista, pur essendo figlio di un direttore dell'azienda del gas di legnano, con la possibilità quindi anche di essere inserito nello stesso ente. L'anziano farmacista di legnano Giovanni Re inizia così il racconto della sua vita lunga ben 88 anni, dei quali una sessantina trascorsi nella sua farmacia in corso sempione, salvo una interruzione di qualche anno trascorso in Russia come ufficiale sanitario nel corpo di spedizione dell'Armèr. Da alcuni anni il dottor Re è in pensione. Ha lavorato fino a 85 anni, poi ha ceduto il distintivo professionale dell'ordine dei farmacisti e il camice bianco alla figlia Costanza e al genero Oliviero Colombo, i quali hanno potenziato il settore erboristico, colmetico e dietetico della farmacia. Mi sono lavorato per via nel 1938, continua l'anziano farmacista, e dopo una breve tirulcinio sono diventato nel 1940 titolare di una farmacia in città, già del dottor Alfredo Marzagalli, poi denominata farmacia sempione. Legnano contava allora una popolazione di 34.000 abitanti e le farmacie erano cinque, due in piazza Umberto I, oggi San Magno, di Achille Campiglio e di Francesco Garibaldi, altre due in corso Garibaldi, titolari rispettivamente Renzo Mai e Guglielmo Sacchetti, quindi quella del dottor Ezio Tornadu in Via Novara, e infine la mia in corso sempione. Solo un anno dopo l'avvio della mia nuova attività nel 1941 fu inviato in Russia con la gloriosa Armir come ufficiale sanitario nell'ospedale di riserva di Kharkov, poi all'ospedale di campo numero 243. Nei giorni della disastrosa ritirata io e alcuni colleghi, dopo aver provveduto ad evacuare tutti i feriti, iniziamo la nostra personale ritirata a piedi di sera con 43 gradi sotto zero e camminiamo per sette giorni per raggiungere la città di Grazorov. L'anziano farmacista è visibilmente turbato dai ricordi di guerra, gli chiedo allora, cambiando argomento, di parlarmi del papà Costante, uno dei soci fondatori del Club Vinci, costituito a Legnano nel 1907 da un gruppo di estrusi legnanesi con l'intento pionieristico di costruire un monoplano tipo Bleriot, ribattisato Legnano I, e poi fallo volare. Questo gruppo di pionieri dell'aria progettava di brevettare il prototipo realizzato per poi avviarne la costruzione in serie. Di nuovo gli occhi del dottor Giovanni si infiammano. La sua attenzione è concentrata in un fascicolo che è davanti sul tavolo e che raccoglie fotografie e tanti fogli un po' ingialliti che l'anziano farmacista gira e rigira nelle mani. Poi ecco che trova una lettera manoscritta dalla figlia Mugiasca, un altro dei soci del Club Vinci, nella quale si ricostruisce la cronistoria del Club stesso e le fasi di costruzione del monoplano. Gli aspiranti i cari legnanesi erano Riccardo Cardazzi, impiegato, Luigi Conti, padre del giornalista legnanese Guido Piero, Piero Parini, genitore di Gigi e di Ernesto, il poeta dialettale legnanese, Luigi Taglie, direttore del saponificio esistente a Notre Stazione, i fratelli Pagani, mobilieri in città, Costante Arè, primo e unico vulcanizzatore a Legnano e dell'intera area Lombarda, appassionato di motori, padre del nostro farmacista Giovanni. Poi Eraldo Bonecchi, generoso industriale, mecenate dell'impresa aviatoria e qualche altro legnanese di cui ci sfugge il nome. Il prototipo del monoplano legnano 1, legnano primo, assemblato in un paio d'anni, era così pronto per la prova di volo che si sforzano nell'aeroporto militare sperimentale di Cameri, quella Novara, alla presenza degli ingegneri militari e del comandante del campo. Il pilota del legnano 1 accese il motore, che era uno stellare Anzani, a tre cilindri. Il monoplano iniziò lentamente a rullare e quindi si alzò in volo sull'aeroporto per alcuni minuti, tra gli applausi degli legnanesi presenti. Il pilota e collaudatore del monoplano era proprio Costante Arè, futuro padre del farmacista Giovanni, allora ancora minorenne, tanto che si dovette prima acquisire l'assenso scritto dei genitori. Dopo questo iniziale successo l'impresa ebbe purtroppo un seguito inglorioso solo per la mancanza di finanziamenti. Nel salutarci il dottor Giovanni Arè ci mostra il berretto da pilota che il papà aveva in testa nella storica prova di collaudo, confezionato in morbida pelle color marrone, con viviera ampia, molto simile al modello che copriva il capo di Gabriele D'Annunzio, pilota, che è documentato nella foto dell'epoca. Questo è un articolo di Orlando Abiusto. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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