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The transcription discusses the history of a medieval palace in the center of Veneno. The palace was originally built by Archbishop Leone d'Operego of Milan in the 13th century. The Archbishop chose to build the palace in Veneno due to political conflicts in Milan. The palace, along with a nearby palace built by Archbishop Ottone Visconti, formed the Archbishop's Court. The original appearance of the palace can be seen in a painting from 1882. The palace has undergone renovations over the years but has been restored to its original state and is now used for cultural events. The palace features architectural elements such as arches and a stone portal. The palace also includes a depiction of the Visconti family coat of arms. www.redigio.it e la storia continua. Ma perché un palazzo medievale nel centro di Veneno? Uno degli edifici storici più antichi di Veneno è quello legato al nome di Leone d'Operego, arcivescovo di Milano dal 1241 al 1257. Ma non deve stupire il fatto che un arcivescovo milanese abbia scelto di fare edificare un palazzo legnano e risiedervi a meno per alcuni periodi della sua vita. Innanzitutto la sede arcivescovile milanese possedeva vasti territori a nord Milano, fino al Seprio, e quindi l'arcivescovo era il signore non solo spiritualibus ma anche temporalibus. Vi furono anche altre precise motivazioni. La situazione politica milanese è verso la metà del XIII secolo e infatti si accesero forti contrasti, già iniziati alla fine del secolo precedente, tra il partito del popolo e quello dei nobili, e spesso capitò che gli arcivescovi, legati alle fazioni dei nobili, dovessero fuggire da Milano. Accade anche a Leone d'Aperigo, dopo essersi rifugiato in vari luoghi del Seprio, alleato al partito dei nobili, e si stabilì per alcuni anni nel suo palazzo di Regnano dove morì nel 1257. L'edificio venne costruito nel centro del borgo, vicino alla chiesa di San Salvatore, protetto dal corso dell'Olone e dell'Olonella e da spessi muraglioni, ora scomparsi, ma cui si trovano impugnati in fondazioni nel 1951 sotto il Cinema Galleria. Anche il successore di Leone, Ottone Visconti, vuole farsi costruire un palazzo nelle immediate vicinanze di quello del suo predecessore. L'edificio ora è completamente stravolto e trasformato in sala cinematografica. I due palazzi erano nella cosiddetta Corte Arcivescovile, il cui accesso avveniva nell'attuale Via Magenta. L'aspetto originario del Palazzo Leone d'Aperigo può essere colto attraverso un acquarello di Giuseppe Chirovano, pittore e storico lindanese, eseguito nel 1882, pochi anni prima della radicale trasformazione dell'edificio avvenuta nel 1898 per adibirlo ad osilo infantile. Sono chiaramente delineate le facciate est e sud dell'edificio originario, a quale tuttavia erano già state apportate alcune modifiche. Il palazzo è costruito in mattoni a vista, strutturato su due piani e vi si notano alcune e diverse aperture. Quelle più antiche, monofore e bifore, sono contornate da mattoni cuneiformi ed imprimono una particolare eleganza all'edificio, tanto che, al momento del rimaneggiamento della costruzione, una bifora è stata smontata e esposta con la sua colonina di sostegno e capitello al Museo Civico di Milano. Il rifacimento ottocentesco di queste facciate è stato effettuato mantenendo nella struttura i mattoni a vista e, in alcune aperture, lo stile originario. L'aspetto della fronte dell'edificio verso il cortile, un portico a cinque archi, a tutto sesto a piano terreno, cui corrispondono altrettante bifore a piano superiore, è da quello ottocentesco anche se si è voluto mantenere lo stile del Duecento. Alcuni interventi di restauro del palazzo, risalenti a venti anni fa, hanno rivelato che alla fine dell'Ottocento il palazzo non era stato demolito completamente, e infatti erano comparsi gli originali muri perimetrali, le volte a crociera e il portale d'ingresso sul lato ovest, verso la corte e di aspetto molto arcaico, formato di una serie di grossi massi di pietra squadrata, sommontato da un arco a tutto sesto in mattonico nei formi. Purtroppo si è potuto reperire solo metà di questo interessante elemento architettonico perché la parte rimanente è stata demolita. L'edificio è stato convenientemente restaurato, rispettando le parti originali e superstiti, e da diversi anni è diventata sede prestigiosa di importanti eventi culturali. Giorgio Giulini così ha interpretato la raffigurazione della rapidetta, ancora presente, che rappresenta un importante e primitivo, quanto emblematico, stemma della famiglia Visconti, di cui Ottone fu capostipite e iniziatore della signoria milanese. Nella situazione attuale la rapida è stata spostata sul lato sinistro del portale di accesso alla corte arcivescovile, mentre la finestra è stata trasformata da monofora a trifora. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org