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The transcription discusses the history of mummification in Egypt and mentions the gods involved in the process. It explains how the technique of mummification evolved over time and was initially reserved for pharaohs but later became more widespread. The transcription also mentions the presence of mummies in Europe, particularly in the catacombs of the Capuchins in Palermo, Italy. It highlights the famous mummy of Rosalia Lombardo, a two-year-old girl, and discusses other examples of natural and artificial mummification in Italy and around the world. The transcription also mentions the oldest known mummy, Otzi the Iceman, and the museum of embalmer Paolo Gorini in Lodi, Italy. www.redigio.it E la storia continua. Alcune note sulla mummificazione Una scena egiziana rappresenta il sovrano Thutmose IV, 1397-1388 a.C. mentre riceve il segno della vita da parte di Anubi, con corpo umano e testa di sciacallo. Era il dio dell'impassamazione. Hathor, protettrice delle necropoli, e Osiride, nel suo aspetto mummiforme, avvolto in un stitario bianco. Osiride, che era della Sesta Dinastia, 2345-2131 a.C. Era la divinità dell'Egitto. Il suo culto si raggiò in tutto il paese. Le sue membra furono per la prima volta mummificate nella storia. Le sue sorelle, Iside e Nefti, dopo aver raccolto tutti i pezzi del corpo smembrato di Osiride, si misero a sedere accanto alle parti che avevano radunato e scoppiarono a piangere. Il gran dio Ra si impietosì e mandò al loro aiuto il dio Anubis e Thot. Anubis imbarzavò le membra di Osiride con un guenti e le avvolse con delle bende. Poi lui e Thot, assistiti da Iside, Oro e Nefti, rincomposero il corpo. Lo facciarono in benda di lino e lo misero all'interno di un padiglione su un catafalco con testa di leone. E così crearono la prima mummia. La tecnica e il rito dell'imbarzammazione era un'opera complessa, eseguita da professionisti e sacerdoti. I laboratori di imbarzammazione erano retti sulle rive del Nilo o su altri corsi d'acqua, in modo da poter eseguire lavaggi e ablusioni rituali. I risultati non furono soddisfacenti. Infatti le mummie dell'Antico Regno, 2686-1181 a.C., si pervennero completamente scheletrizzate e fu solo nel Nuovo Regno, 1567-1085 a.C., che il processo d'imbarzammazione raggiunse la massima accuratezza per il funzionamento. Bisogna precisare che la vita oltraterrena era un privilegio regale, e quindi l'imbarzammazione era riservata ai soli faraoni, e con il tempo anche vari strati della popolazione ebbero la possibilità di condividere il destino regale, e l'imbarzammazione ebbe una progressiva diffusione. Nell'Antico Egitto la mummia era una garanzia di sopravvivenza nell'aldilà. La distruzione delle spoglie mortali avrebbe inevitabilmente comportato una seconda e definitiva morte, la più grande paura degli egizi. Nel periodo pre-dinastico si usava seppellire i morti nella sabbia. A contatto con la sabbia rovente e asciutta, si creavano le condizioni ideali per la disidratazione e mummificazione dei corpi. Da questo scaturisce nella mente degli antichi egizi la concezione dell'imbarzammazione, e in seguito alla progressiva diffusione dei sarcofagi e dell'architettura funeraria monumentale, a causa della quale il corpo veniva isolato dal suolo e non era più in grado di preservarsi spontaneamente, fu quindi necessario attivare delle pratiche fisico-chimiche che ne consistessero la conservazione artificiale. Le mummie in Europa Palermo Le catacombe dei Capucini ospitano circa 8.000 mummie. I monaci capirono nel 1599 che il terreno dove sorgeva il loro convento aveva capacità di preservare i corpi e molte persone vollero essere sepolte nel loro cimitero. Gli stessi frati si dedicarono alla mummificazione artificiale dei cadaveri. E la mummia più famosa è la bimba di due anni, Rosalia Lombardo, morta nel 1920 per un'infezione bronchiale. Fui padre a commissionare al celebre imbarzammatore Alfredo Sarafia la mummificazione. Questi morì prima di completare l'opera. Così il corpo che si è deteriorato, ma la testa è rimasta perfettamente intatta e la piccola Rosalia per il suo aspetto e la sua espressione naturale viene oggi definita la bella addormentata. In Italia abbiamo mummificazioni per cause naturali. Grazie a condizioni ambientali favorevoli. In alcuni casi si tratta di una conservazione solo parziale, come ad esempio Santo Malto d'Aguppio nel 1457, Santa Lucia nel 304, Santa Rosa da Viterbo nel 1251. Per quel che riguarda la mummificazione artificiale, essa poteva limitarsi a un semplice trattamento esterno con balsami e aromi, come descritto nella Bibbia. E tuttavia sono numerosi i trattamenti di mummificazione artificiale, come Santa Margherita da Cortona nel 1207, Santa Chiara di Montefaico nel 1308, Santa Caterina da Siena nel 1380. Mentre nell'immaginario collettivo le mummie vengono collegate all'Egitto, molte mummie naturali sono state trovate in ambienti eterogenei, come i deserti del Sud Africa, le torghiere nell'Europa settenzionale e le aree ghiacciate della Groenlandia e Mongolia. Aboltano, conosciuto come l'uomo di Similaun, è la più vecchia delle mummie tipo egiziane ed è vissuto fra il 3300 e il 3100 a.C. Trovata al piede di un ghiacciaio e grazie alla conservazione del ghiaccio, il suo corpo si è completamente disidratato. E c'è anche il museo dell'imbalsammatore Paolo Gorini a Lodi, in Lombardia. Nell'antico chiostro della farmacia dell'ospedale vecchio di Lodi è possibile visitare la collezione anatomica Paolo Gorini, una sorta di museo di storia e scienza dove, nelle teche, sono raccolti alcuni dei numerosi preparati anatomici prodotti dallo scienziato. Paolo Gorini, fra i primi anni Quaranta e gli anni Settanta del secolo XIX, fu geologo, matematico, preparatore e cremazionista, noto anche perché autore della conservazione della salma di Giuseppe Masini. Paolo Gorini esercitò l'arte della pietrificazione e fin dal 1842 aveva infatti sperimentato una soluzione in grado di mineralizzare le sostanze organiche, preservandole così dal morso del tempo e poterne fare oggetti utili per l'osservazione dell'anatomia normale o per quella, nella maggior parte dei casi, di carattere patologico. La raccolta rappresenta pertanto anche la fondamentale memoria storica dei difficili passi compiuti dalla medicina in un percorso facilmente e semplicemente in un percorso facilmente e spesso poco noto. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS