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The speaker talks about the experiences of the workers at Franco Tuosi factory from 1940 to 1970. They discuss their participation in strikes, their solidarity with workers from other factories, and their cultural activities such as theater visits and creating a skiing group. They also mention instances where the workers helped with flood relief efforts and contributed to the construction of a hospital wing. The speaker acknowledges some challenges faced by the workers, such as the dismissal of activists and the closure of the company's internal school. They also mention their own personal struggles and eventual employment at a hospital. storie di leganesi e la vita del cortile dal 1940 al 1970 La Franco Tuosi ha sempre contribuito con sottoscrizioni alla lotta delle altre fabbriche della zona e particolarmente in quel periodo, delle fabbriche tessili, e ha venuto per la caccia di Busto Galolfo, per la Giulini Ratti di Legnano. Durante un esciopero i lavoratori della Tuosi si sono scontrati per la prima volta contro i carabinieri guidati dal capitano che venivano fuori e, non conoscendo bene la situazione, aveva un atteggiamento molto bellicoso. Molto importante è sempre stata la commemorazione che tutti gli anni, al 5 gennaio, facevamo per i deportati di Mauthausen. Nonostante la diversità politica e i gravi fatti che accadevano nel paese, l'antifascismo dei lavoratori della Franco Tuosi non è mai venuto meno. La solidarietà dei lavoratori della Tuosi si è manifestata anche con i lavoratori della Reggiane di Reggio Emilia. Abbiamo fatto una sottoscrizione e io sono andato in delegazione a portare il nostro contributo e ho visto come in quelle officine che si volevano distruggere gli operai tecnici si erano organizzati con l'aiuto dei lavoratori di tutta Italia e continuavano la produzione. Questa è stata una dimostrazione di maturità della classe operaia che aveva capito che non si può distruggere la ricchezza. Per l'alluvione del Polesin, ad esempio, gli operai della Tuosi, con i camion della ditta, hanno portato liberi e coperti e siamo riusciti a ottenere che per ogni ora di lavoro che noi davamo per il Polesin lo stesso doveva fare la direzione aziendale. Questo è avvenuto anche quando l'ospedale Cittadino hanno costruito un reparto per gli infortuni sul lavoro. Anche lì per la costruzione si doveva pagare lo Stato. Sono stati i lavoratori a promuovere a pagare parte dell'edificio. E' la dimostrazione che la classe operaia sa mobilitarsi e sa essere forza trenante per risolvere certi problemi. Abbiamo anche più di una volta iniziato delle vertenze su aspetti contrattuali che poi si sono stese ad altre ditte come i premi di produzione. Dal punto di vista culturale abbiamo formato un gruppo che andava al piccolo teatro e alla scala. Abbiamo creato un gruppo di escursionisti di sci. Organizzavamo spettacoli al trale aziendale e avevamo anche creato un gruppo omogeneo con i lavoratori degli Angeli Frua. Una volta siamo andati a Brera agli inizi degli anni Cinquanta abbiamo fatto venire Raffaele De Grada a parlare su Caravaggio. Facevamo venire anche i rappresentanti degli Inaudi a vendere un certo tipo di libri ed è stato molto positivo perché abbiamo permesso agli operai di comprare anche a rate dei libri. Per Lampi abbiamo acquistato tutta una serie dei coralli degli Inaudi e tutta la collana storica. Abbiamo arricchito gli operai con uno strumento molto importante. Siamo riusciti così a colmare, o almeno in parte, la grossa impreparazione che avevamo durante la Resistenza. In quegli anni la situazione in fabbrica è stata abbastanza tranquilla, nel senso che non ci sono state grosse repressioni, anche perché la Tosi ha cambiato spesso amministratore delegato e azionisti. Soltanto più tardi ci fu l'episodio del licenziamento di dieci attivisti comunisti. Erano padri di famiglia, bravi lavoratori. Non sono stati licenziati quindi perché non lavoravano. Più tardi c'è stato inoltre il licenziamento del compagno Iginio Capelletti, che era Presidenza del Cral. Il segretario del Cral, che era nominato dalla ditta, aveva compiuto qualche irregolarità amministrativa e invece di colpire il vero responsabile hanno licenziato il Capelletti, che non aveva nessuna colpa. Era un compagno molto preparato, che aveva strigato la sera. C'era una manifestazione in fabbrica a sua difesa, ma non si è potuto far nulla. Comunque è stato poi premiato per le sue capacità, perché a Torino, dove si è trasferito, gli sono state riconosciute le note di lavoratore. Si è aperto così il periodo più buio. Era la metà degli anni Cinquanta. I sindacalisti della CGL venivano ostacolati in tutti i modi. Gli organismi di massa non potevano funzionare, mentre qualcun altro che aveva poco a che fare con i genuini movimenti lavoratori, aveva possibilità di girare, di fare propaganda anti-CGL e anti-sindacale. Erano punti d'oro per loro. L'unico crumiero di uno sciopero, su 900 operai di un'officina della Tosi, era anche l'unico che poteva circolare a fare propaganda per un certo sindacato. Certamente un sindacato scissionista, ma non ha alcuna importanza adesso fra i nomi. Dopo questo ripiegamento della classe operaia, sotto l'offensiva padronale, è stata chiusa dall'azienda anche la scuola interna. E questo è stato un fatto certamente negativo, perché ha impedito la formazione di nuovi operai qualificati, mentre sono stati licenziati dirigenti che fondavano il proprio lavoro sull'esperienza, per sostituirli con nuovi dirigenti che venivano da altre fabbriche. Questo ha avuto un contracolpo sulla produzione e sull'azienda. Solo in seguito, quando la classe operaia si era forzata, la direzione ha cambiato registro. Io allora lavoravo per una ditta che faceva impianti di macchinari inglesi nelle aziende agricole. Per me era stato molto difficile trovare un posto dopo essermi dimesso dalla tosi. Per uno che era stato presidente della commissione interna e responsabile del partito, chiedere il lavoro era come chiedere di andare sulla luna. Dal punto di vista del lavoro ho fatto una vita molto faticosa. Ho vissuto periodi di miseria, ma non rimpiango nulla perché quello è stato un periodo migliore per la mia salute. Appena lasciata la tosi mi sono sentito meglio e non ho avuto più nulla di grave fino all'anno scorso. Adesso lavoro all'ospedale, faccio il fuochista. Dopo due anni che facevo il manovale, lavavo i piatti, pulivo i pavimenti, sono andato a scuola a Milano al Politecnico e ho preso la patente di fuochista. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS