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A series of podcasts about the Girardelli orphanage, a dream realized by a generous priest. Part 3. The vision of an educator and the foundation of the orphanage. Monsignor Giriardelli expressed concern for the fate of many children who suffered due to poverty. He formed a committee to establish the orphanage and secured funding through donations. The orphanage opened in 1934 and provided care and education for orphans and children in need. It had a governing board and was managed by the church and the committee. The orphanage grew over the years, providing more services and support to the children. Ed ora una serie di podcast sull'orfanotrofio Giriardelli, il sogno realizzato da un generoso parroco. Parte 3. La visione di un educatore e la fondazione dell'orfanotrofio. Nella città che si andava affermando come importante polo industriale esisteva però un'emergenza socio- educativa per la quale era urgente trovare una soluzione e numerosi erano i minori orfani di uno o entrambi i genitori ai quali era necessario offrire assistenza. Monsignor Giriardelli manifestò una particolare sensibilità per tale esigenza e per solenizzare il suo giubileo prepositurale, era il 1932, era stato nominato parroco di San Bagno nel 1907 ed espresse il proposito di attivare un istituto di assistenza agli orfani. Era preoccupato per la sorte di tanti bambini e ragazzi che soffrirono a causa delle condizioni di indigenza delle loro famiglie impossibilitate a soddisfare i bisogni materiali e fondamentali, ma ancor più lo preoccupava la prevazione di una guida educativa e morale che facesse di loro dei buoni cittadini. Venne istituito allo scopo un comitato promotore dell'orfanotrofio civico che si riunì per la prima seduta il 2 giugno 1932, anno decimo della casa prepositurale, e il comitato, preceduto dallo stesso parroco, vide coinvolti in rappresentanza dell'autorità civile il podestà avvocato Carlo Balestri e l'ex commissario prefettizio Fabio Vignati. Per la parrocchia e la fabbriceria di San Magno il dottor Amedeo Rossi e il signore Emilio Bonacina. Le prime sedute furono tutte volte a individuare un terreno adeguato per la costruzione di un edificio idoneo a ospitare non meno di 30 ragazzi. Venne affidato l'ingegnere Giuseppe Moro, tecnico del comune, l'incarico di studiare il progetto per l'edificio che sorgerà accanto alla canonica in via Franco Tosi, oggi via Girardelli. Nel mese di novembre del 1933 l'ingegnere presentò al comitato un progetto elaborato con la collaborazione dell'architetto Giorgio Lanere. Un'unanime approvazione al progetto seguì l'esame dei preventivi presentati dalle ditte interpellate e venne affidato l'appalto dei lavori alla ditta Calegari e Borsani di Legnano. Il terreno scelto era quello ceduto dalla fabbriceria di San Magno, un'area sita lungo la via Franco Tosi accanto alla canonica. Il finanziamento della notevole opera fu possibile grazie alle generose recensioni, quella personale prevosto nel cui si aggiunsero l'offerta della ditta Fratelli dell'Acqua per i mattoni speciali e le terricotte per le cornici. I davanzali e gli elementi decorativi della facciata in corso l'opera si rese necessaria a una sottoscrizione pubblica e l'appello di Monsignor Girardelli a enti e a privati cittadini discose una positiva risposta anche da parte di privati cittadini. Vengono chiariti i termini per un'adeguata personalità giuridica e l'assetto patrimoniale economico e morale dell'istituzione. Parte quarta, la gestione dell'orfanotrofio fino al secondo dopoguerra e i sostenitori. Nella primavera del 1934 l'orfanotrofio era pronto per ricevere i suoi piccoli ospiti bisognosi di assistenza e sentito anche il parere della curia l'orfanotrofio civico assunse una propria fisionomia. La parrocchia, in quanto ente e morale, trasferì al comitato promotore l'incarico di consiglio di amministrazione dell'istituto. Il consiglio, per satutto, doveva essere composto dal monsignore preposto protempore di San Maio, dal presidente della fabbriceria di San Maio, dal podestà di Legnano, dal segretario capo del comune e da un altro cittadino benefattore. Si può notare, scorrendo verbali, che nel corso degli anni tra i membri del consiglio di amministrazione e tra i benefattori spiccano nomi di persone ben note per il loro ruolo professionale e per l'impegno sociale e culturale. Il comendatore Fabio Vignati, il pittore Darvino Führer, il professore Augusto Marinoni, il commissario Aurelio Martegani, il professore Ettore Bonelli, l'ingegner Carlo Juker, Ettore Alloni, il dottor Francesco Leone, il professor Natale Barnabè e altri ancora. Monsignore Girardelli, che in realtà di presidente della istituzione ne guidò l'indirizzo morale ed educativo, peraltro condiviso anche dai componenti laici, chiese che fosse affidata alle suore e ancelle del santuario la cura degli ospiti, mentre il consiglio di amministrazione doveva deliberare in ordine all'accettazione degli orfani e occuparsi della gestione economica. Secondo lo statuto, oltre agli orfani, potevano essere ammessi anche i figli di calcerati o di famiglie indigenti. Venne assicurata assistenza, compresa quella sanitaria, per il periodo dell'obbligo scolastico a maschi di età compresa tra i 6 e i 14 anni. I contatti con le famiglie erano regolamentati dalla madre superiore. E l'orfanotrafio aprì le porte ai primi cinque ospiti il lunedì 30 aprile 1934. L'inaugurazione ufficiale venne rinviata alla fine di maggio dello stesso anno, mentre l'intitolazione a Monsignore Eugenio Girardelli, anima e benemerito sostenitore dell'opera, avvenne il 14 febbraio 1940. Il successore, Monsignor Cappelletti, proseguì nella impegnativa cura, ritenne necessario un ampliamento della struttura e la disponibilità di spazio all'aperto per i momenti di gioco e di svago. Inoltre nel 1957, con una modifica del regolamento, vennero accolti anche i figli di madri inubili o compadri emigrati. Aumentò progressivamente il numero degli assistiti, con un notevole incremento di iscrizioni nel periodo bellico e ancora più nel dopoguerra. Nel 1946 vennero accolti alcuni bambini di Cassino. L'istituzione era apprezzata per l'ordine, la pulizia e la cura mantenute dalle suore. Vennero attrezzati anche ulteriori servizi, docce, una sala medica per il primo soccorso. Al medico si affiancò un psicologo e nel periodo d'estivo i ragazzi potevano essere accompagnati dalle suore presso una colonia marina segnalata dal comune. Non mancavano per i giovani ospiti i contatti con il contesto sociale. Frequentavano regolarmente la vicina scuola elementare di Amicis e la scuola media a Bombesin della Riva e partecipavano a manifestazioni e cerimonie non solo religiose ma anche civili.