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12 gennaio giovedì, la settimana è la 2 e il giorno 11 del 2024, cosa ascoltiamo oggi? Ancora qualcosa sul Luisin Tassista, sentiamo le sue storie. La Befana è già arrivata, ma che cosa si raccontava prima? Viene, viene la Befana, viene, viene la Befana, viene dai monti e notte fonda, come stanca e la circonda neve, gelo e tramontana. Viene, viene la Befana, ha le mani al petto in croce e la neve il suo fardello, il gelo il suo mantello e il vento la sua voce. Ha le mani al petto in croce. Lei si accosta piano piano alla villa e al casolare, a guardare ed a osservare o il più presso o il più lontano, piano, piano, piano, piano. Che c'è dentro questa villa? Guarda, guarda, tre lettini, con tre bimbi a nanna buoni. Guarda, guarda, ai capitoni c'è tre calze lunghe e fini, o tre calze e tre lettini. Un lumino brilla e sale, e ne scricchiano le scale. Il lumino brilla e scende, e ne palpitano le tende. Chi mai sale e chi mai scende? Con i suoi doni mamma è scesa, sale con il suo sorriso, e il lumino le arde in viso, come lampada da chiesa. Con i suoi doni mamma è scesa. Ma che c'è nel casolare? Guarda, guarda, tre strapunti, con tre bimbi a nanna buoni, tra cedere e carboni. C'è tre zoccoli consunti, o tre scarpe e tre strapunti. E la beffana continua. E busto grande, centosettanta anni fa. E continua la protesta dell'installazione di quella macchina a vapore in un centro città dove c'è pericolo di incendio. E questa protesta ha un capolavoro. L'using e minacce vi ricordano con abilità contro la legge, che sanziona tali macchinismi anche di mezzo ravitato. Ma è un capolavoro inutile. La deputazione è visibilmente preoccupata e il 6 settembre chiama Eluardi. Per me le cose che lo riguardano. Eluardi si presenta subito. Dichiara di non poter per alcuni giorni comparire ad intrattenersi sull'argomento dell'istanza 27 agosto e prega perché gli sia comunicato copia della stessa istanza, onde potere dare quelle risposte che valgano ad evadere la istanza stessa e dar base al giudizio da pronunciarsi alla deputazione. La risposta di Eluardi e la difesa della macchina a vapore non si sono trovate. Beh, un peccato. Sembra però che non siano state molto pronte. Se il 14 settembre la deputazione lo difida a volere dare la notizia prima di intraprendere le operazioni necessarie per riattivare quella macchina a vapore che vi esisteva antecedentemente all'incendio avvenuto il giorno 11 aprile. E vorrà con piacersi, signor Eluardi, di darne notizia allo scrivente di deputazione con della possa preventivamente esaurire quelle pratiche che in proposito le incumberebbero ai sensi dei vegli antiregolamenti. Cosa se ne sarà fatto? Oggi, dopo 170 anni, i macchinismi a vapore non impressionano più ormai. Siamo all'atomica. Ma che ne sarà di noi? Fra altri 100 anni? Quando i nostri nipoti leggeranno le nostre vicende? E mentre Eluardi, dunque, rimetteva la macchina in funzione ben altre preoccupazioni assillavano nei bustocchi e facevano ormai la spesa dei discorsi. Il 30 aprile 1859, avvicinandosi all'orizzonte grossi nuvoloni e tempesta che si scaricarono un mese dopo, con quelle conseguenze che tutti sanno, a Magenta, l'imperiale regio commissario distrettuale di Bustafizio, Rivelli, scrisse In esecuzione di ordini superiori e per norma di chiunque avesse interesse avvisò con una lettera 2267 di protocollo la deputazione comunale del luogo che il comandante della seconda armata sospendeva immediatamente tutte le corse sulla strada ferrata per Magenta e, in generale, confine verso Piemonte che doveva in ogni caso essere chiuso e segregato da ogni comunicazione essendo questa misura già stata adottata nel limitrofo stato piemontese da quel governo. Legnano, San Bernardino Data la grande fama del santo, numerosissimi sono gli eventi straordinari a lui attribuiti e qui ci rimetteremo a citarne alcuni di quelli suffragati dall'opera di artisti antichi o da quelli più vicini a noi, ben consapevoli di dimenticarne strada facendo una miriade. Altre leggende scatturate e diffuse dall'intensa fede popolare dobbiamo aggiungere numerose testimonianze capaci, lungo tutta la penisola, di fermare questo o quell'altimo straordinario che ha avuto come protagonista frate Bernardino. E questa fede non possiamo certo citarle tutte. Quasi ogni paese, chiesa, oratorio, edicola, non vedremo un riferimento al passaggio o alla vita del santo. Intanto iniziamo dalla credenza popolare che alleggia nel Mantovano. Ed ecco il fatto storico. Nel 1421 Bernardino ha chiamato a Mantova da Paola Malatesta, moglie di Gianfranco Gonzaga, per predicare un'occasione della quarantena. E fin qui, nulla di strano. Ma arriva a Mantova, via lago, con un discepolo, gareggiando sulle acque del mincio sopra il suo mantello a modi tappeto volante. La vicenda è illustrata, tra le altre, nell'attuale chiesa di San Bernardino a Salò, su una delle quattro tele di Giovanna Andrea Bertanza, che ha un ciclo databile tra il 1616 e il 1619 circa. A Scurco la Marsicana, 1438, dopo aver predicato come il suo solito per alcuni giorni, vuole ringraziare la popolazione. Ma da povero franciscano quale è, non possedendo nulla, lascia il bastone di ferro sul quale si appoggia per camminare. Ancora oggi la bastoncella, oggetto di devozione, non è costruita in un luogo sacro, ma perché è stata donata alla gente ed è conservata dalla confraternita San Bernardino da Siena. E sempre nel 1438, sul piazzale della basilica di Colle Maggio a Bernardino, predica per dodici giorni che precedono la festa dell'Assunta. Il popolo, al termine di una predica sulla Madonna, paragonata a una stella, a mezzogiorno vede una stella luminosissima che si posa sulla testa del Santo. E lungo l'itinerario, da Massa Marittima all'Aquila, ad Aquilum Missum Missus Sum, durante le soste, predica. E a Spoleto guarisce molti malati con il segno della croce. 8, 9, 10 maggio. Il 16 maggio arrivano in vista di stella di corno e fa un caldo tolido. Bernardino, arso da febbre alta, chiede acqua. Nessuno sa che fare. Bernardino indica fatica con la mano a un punto. Fra Bartolomeo corre in quel luogo e ritrova una sorgente miracolosamente scaturita. Ancora oggi è chiamata Fontana di San Bernardino. Ma l'ultimo miracolo avviene quando il Santo è ormai scomparso. E nemmeno la morte pone fine ai miracoli. Bernardino, come apostolo della pace, capace di riconciliare i cuori della gente, è chiamato dal Vescovo per mediare l'amicizia fra le due famiglie rivali dell'Aquila. Parte da Masa Maritima con quattro compagni che attraversa l'Umbria alla volta del Morise. Siamo alla fine di aprile del 1444. Di lì hanno morto, però le sue condizioni di salute si aggravano e i frati sono costretti a trasportarlo in barella fino all'Aquila. E quando finalmente vi giunge, tra il 17 e il 18 di maggio, non è in grado di predicare e, ospitato nel convento di San Francesco, muore nel pomeriggio del giorno XX. Gli Aquilani espongono in chiesa il suo corpo che attira innumerevoli persone. Intanto le lotte tra le famiglie nemiche proseguono. I testimoni narrano che da morto, dentro la vara, il suo corpo versa sangue. La notizia si sparge per la città e tutti accorgono, ravvegliati per vedere, e si riappacificano. Solo in questo momento, quando le poste franzioni e i cittadini smettono di lottare e il flusso si arresta. Questa è considerata la sua ultima predica cosiddetta la predica del sangue. Ricordiamoci che siamo ancora in gennaio e la suddivisione del tempo, racchiusa in mesi e anni, subisce secoli delle periodiche modifiche. E al fine di ovviare le imprecisioni che di volta in volta venivano riscontrate. Il calendario romano comprendeva inizialmente 10 mesi, da marzo a dicembre, per un totale di 304 giorni. Successivamente si passò a 355 giorni, divisi in 12 mesi con l'aggiunta di gennaio e febbraio. Gennaio, in latino Januarius, era sacro a Giano, il Dio che proteggeva tutto ciò che si andava a iniziare. Sotto Giulio Cesare nel 46 a.C. si adottò l'anno solare di 365 giorni e si introdusse l'anno bisestile ogni 4. Oggi il calendario ufficiale, nella maggior parte del mondo, viene chiamato il Gregoriano e prende il nome da Papa Gregorio XIII XII che lo introdusse nel 1852. Si basa sul ciclo delle stagioni, è sempre composto da 12 mesi ma con durate diverse, da 28 a 31, per un totale di 365 o 366 giorni. L'anno di 366 giorni è detto bisestile e ricorre ogni 4 anni con alcune eccezioni. Molti proverbi contadini per il mese di gennaio prendono spunto dai campi o dalla volta celeste e alle ricorrenze religiose. Il gelido mese viene ricordato con il freddo di gennaio, riempie il granaio e povertà il pollaio, oppure se c'è scarsità di precipitazioni. Con gennaio asciutto, grano dappertutto. A ricordo di quanto le condizioni igieniche erano precarie, ecco il meno conosciuto. Chi uccide le pulci a gennaio ne uccide un centinaio. Infine, il più famoso, almeno la prima parte. A gennaio l'Epifania tutte le feste le porta via, poi arriva San Benedetto che ne riporta un bel sacchetto. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Sottotitoli e revisione a cura di QTSS