Details
Radio fornace 341 - Cosa e' la memoria storica
Radio fornace 341 - Cosa e' la memoria storica
The speaker is discussing the importance of historical memory and the loss of collective memory through the evolution of photography. They talk about how photographs used to be physical and stored in albums, creating a social function of reminiscing and sharing memories. However, with the rise of digital photography and social media, the immediacy and social aspect of preserving memories has been lost. The speaker emphasizes the need to preserve and cherish our historical memory. Villaggianti e residenti, buongiorno. Per quest'anno un po' di storia locale li mi trovo nel nostro villaggio, ha storie di Milano che cambia e qualcosa sulla cucina antica. Proposti da… Oggi è il 25 aprile, questa è una nuova puntata e inizia una serie tutta sulla memoria storica, un esempio. Siamo dei villaggianti, siamo sul nostro lago e qui intorno ci sono un po' di paesi e paesini. Noi vogliamo conoscere tutto per quanto riguarda il villaggio perché ci siamo chiusi dentro e non vogliamo sapere altro. Ma in che zona ci troviamo? Possiamo conoscere, possiamo sapere anche di questo. Ebbene, io cerco di fare queste puntate come memoria storica, cioè raccolgo informazioni e le divulgo in modo che i villaggianti almeno possano conoscere i dintorni con anche altri propositi. Ma che cos'è la memoria storica? Ebbene, ascoltate in questa puntata perché è la base, questa memoria storica, è la base di tutto il mio lavoro nel 2023. Sì, 2023, ma raccolgo anche informazioni che ho fatto anche nel 2014. Ormai le mie ipotiche sono diventate numerosissime. Memoria storica. Buon ascolto. www.redijo.it. E la storia continua. La perdita dell'archivio della memoria. Qui vi parlerò della fotografia, ma questo vale anche per i testi e i podcast, esattamente quello che faccio io da anni. La fotografia è in modo assoluto un fenomeno sociale e la condivisione è l'atto che ne determina l'esistenza in quanto tale. L'archivio storico della memoria. Tutti noi, fin da ragazzini, abbiamo avuto tra le mani una macchinetta fotografica, inizialmente di basso costo, che è stata fedele compagna delle nostre scampagnate e vacanze. Lo scopo era di generare quei ricordi, sia di famiglia che del gruppo di amici, che intorno a noi circolavano per mantenerne memoria nel futuro. Immagini custodite all'interno di album fotografici dove venivano appiccicate quelle stampe che meritavano di essere tramandate. Album che venivano sempre riesumati nelle occasioni di incontro o di festeggiamento, ma che sempre erano lì, presenti e immediatamente disponibili, pronte a garantire la loro funzione sociale. La diluizione dell'archivio della memoria. Poi crescendo ci siamo dotati di macchine fotografiche leggermente più elaborate e siamo passati attraverso la grande rivoluzione della diapositiva, che ha dato nuovi contenuti al momento della socializzazione. Nelle serate di incontro con gli amici le immagini erano ben visibili per tutti, in un grande formato, grazie alla forza del proiettore che ne permetteva la fruizione immediata e diretta senza doversi accalcare in pochi alla volta per poter sbirgiare un piccolo album. Inoltre la stampa delle immagini, sia per questione di costo che per disponibilità fisica di una diapositiva già direttamente visibile, si era nettamente ridotta. Purtroppo il difetto era che, volta per volta, occorreva organizzare tecnicamente la serata preparando il proiettore, i caricatori, con la giusta sequenza delle immagini, eccetera. Si stava così perdendo quella immediatezza di allestrare un album dal cassetto e, in un secondo, essere pronti a sfogliare il passato. La rapida socializzazione ha cominciato a rallentare. La liberazione delle immagini. Oggi la fotografia è ancora più universalmente diffusa e sempre più diventa un fenomeno sociale, grazie alla rivoluzione digitale che permette di scattare migliaia di immagini senza dover sopportare il peso economico legate ai costi di sviluppo e di stampa. Le nostre immagini si sono liberate dai vincoli economici e questo ha scatenato un gran proliferare di scatti. Tale situazione si è ulteriormente estesa a macchia d'olio con il successivo sviluppo dei telefoni cellulari con capacità fotografica incorporata, tanto che anche le piccole macchinette a formato attascabile sono praticamente scomparse dalla scena. Grazie ai cellulari ogni individuo possiede oggi una libertà di azione immediata e senza peso e quindi può scattare immagini a profusione, in qualsiasi occasione e condizione, inclusi malefici selfie che devono documentare non il posto a futura memoria, ma il fatto che proprio tu eri presente in quel posto. La dispersione dell'archivio della memoria. Oggi le nostre immagini digitali giacciono nelle grandi capacità di memoria dei nostri computer, dove vengono di fatto abbandonate e dimenticate, anche perché l'unico atto di socializzazione si è ormai limitato alla diffusione attraverso le reti dei vari social, diffusione legata all'immediatezza del tempo e poi dimenticata anche all'interno di tale archivio. La funzione sociale originaria di poter sfogliare insieme ricordi di fatto è andata completamente perduta. Nel grado di fare un grande attuale frastuono del tutto è visibile e tutto è sempre disponibile, il tutto viene presto dimenticato e disperso. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org