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Benvenuti a questa nuova puntata di F for Fintv, il podcast della community di Fintv. Io sono Luigi e oggi, insieme ad Elia, che saluto. Ciao Elia. Ciao Luigi. Parleremo di una delle commedie americane più importanti di sempre, una di quelle che ha letteralmente fondato un certo tipo di approccio alla commedia. Sto parlando di Accadde una notte di Frank Capra, che compie 90 anni quest'anno, ma prima di addentrarci nell'analisi del film, la nostra consueta sigla. Un saluto ancora ai nostri ascoltatori. Come annunciato, oggi parleremo di Accadde una notte di Frank Capra, 1934, film che è considerato, insieme a Ventesimo secolo di Howard Hawks, l'inizio della screwball comedy, dove per screwball si intende una commedia svitata, irregolare, contrapposta alla sophisticated comedy, quella di ambientazione aristocratica e raffinata, è alternativa alla commedia slapstick, quella che il cinema muto aveva consacrato come massima espressione del comico. Noi possiamo dire che il mito di Frank Capra, per come ancora oggi sia giunto a noi, nasca con Accadde una notte. Infatti, a dispetto dei luoghi comuni, il suo cinema precedente era di gran lunga più sperimentale, più cupo, più anche direttamente collegato alla realtà sociale e politica dell'epoca. Non che il suo cinema successivo, cioè quello a partire proprio da Accadde una notte, non lo sia, ma quello precedente, quindi pre-1934, era un cinema che non faceva sconti a nessuno, in cui erano presenti disastri, addirittura suicidi. Penso a film come Quella certa cosa del 1928, penso alla Nuova generazione del 1929, penso a Proibito, in 1932, in cui si intrecciano dramma, commedia, melò, politica. Penso all'Amaro te del generale Yen, del 1933, che fu tra i primi film a mostrare una storia d'amore interraziale, ed è un melodramma tipico meraviglioso, non so se tu Elia hai avuto modo di vederlo. Sì, assolutamente, uno dei drammi più visionari, oserei dire, dell'epoca, un vero capolavoro del genere. Anche perché l'Amaro te del generale Yen appartiene al cuore di un'epoca particolare di Hollywood, ovvero la Hollywood cosiddetta Proibita. Sto parlando degli anni del Pre-Code, ovvero una manciata di anni a cavallo tra il trionfo del Sonoro e l'effettiva entrata in vigore del famigerato Codice Eis, in cui Hollywood a livello industriale riuscì a trattare in una serie di pellicole alcuni temi molto caldi all'epoca con un piglio aggressivo e spudorato, temi sensibili che poi sarebbero stati affrontati a Hollywood a livello industriale in maniera così viva solo a partire poi dalla metà, per non dire fine, degli anni Sessanta. Sto parlando di film che non avevano timore nel mettere in scena il sesso, la violenza, nel muovere critiche al sistema carcerario americano, al razzismo sotteso negli Stati Uniti, che non avevano timore nel dipingere in maniera priva di scrupoli il mondo della criminalità o nel fare satira sulla mancata libertà delle donne. Possiamo dire che in quegli anni che vanno dal 27-28 fino al 1934, che è anche l'anno di Accadde una notte, non ci sia stato tema caldo che questi film non abbiano trattato, e parliamo di film che potevano anche contare su un apparato divistico tutt'altro che scontato. Pensiamo a volti come Marlene Dietrich, come Mae West, come Barbara Stanwyck, come Gene Harlow. È stato un periodo, una stagione di Hollywood irripetibile, in un momento anche molto delicato in cui il sonoro andava fermandosi, in cui c'erano anche molti timori sulla morte del muto, che era considerato il cinema puro, il cinema perfetto, insomma si temeva che il sonoro avrebbe corrotto il cinema trasformandolo in un mero teatro filmato. Questi film hanno contribuito a rendere il cinema straordinario, quindi pensiamo a titoli come Piccolo Cesare, come Disonorata di Joseph von Sternberg, come Nemico pubblico di Wellman, come L'angelo bianco sempre di Wellman, come Proibito di capra che abbiamo citato, come Scarface di Howard Hawks, come Il diavolo nell'abisso di Marion Gerring, come Venere bionda, come Mancia competente di Lubitsch, per arrivare appunto all'Amarothè del generale Yen, ma anche a Guerra bianca di Roi del Ruth. Si è trattato dunque di una stagione irripetibile che nel 34 conosceva il suo tramonto, tramonto dovuto anche a questi film, mi piacerebbe dire in particolare anche a causa di Scarface, che insomma tra quelli citati fu quello che fece maggior scandalo, e quindi perché voglio dire che Accade una notte segna una cesura nel cinema di Capra? Perché lui dopo aver realizzato La folia della metropoli nel 1932 e Signora per un giorno nel 1933, per cui ricevette la prima nomination agli Oscar per la miglior regia, si imbatté, tra il 32 e il 33, Trencabra si imbatté in Night Bus, un romanzo dello scrittore statunitense Samuel Hopkins Adams, pubblicato sulla rivista femminile Cosmopolitan, in cui erano raccontate le peripezie di un uomo ed una donna durante un lungo ed estenuante viaggio in autobus attraverso vari stati del Nord America, degli Stati Uniti. L'idea di farne un film però era molto complicata, di difficile realizzazione, infatti questo racconto passò tra le mani di numerosi produttori, numerosi sceneggiatori, che però lo scartarono perché lo considerarono non adatto a quelle che erano le esigenze del pubblico degli anni 30, degli inizi degli anni 30, che dobbiamo ricordare, è vero che erano gli anni del precodo a livello cinematografico, ma erano anche anni duri, erano gli anni della grande depressione, ed erano anni in cui il pubblico americano forse non desiderava che certi temi venissero spiattellati sullo schermo con una certa crudezza, il pubblico dell'epoca, il pubblico americano dell'epoca desiderava andare in sala anche per sognare, non so se sei d'accordo Elia. Sono d'accordo con te Luigi, su tutto, Accadono notte vorrei ricordare anch'io e di sicuro una delle commedie più importanti e influenti del panorama del cinema americano degli anni 30, nonché come il letto te forse una di quelle che meglio è riuscita a rappresentare e a raccontare, pur tra le righe di un meccanismo leggero da commedia sentimentale, il drammatico periodo storico in cui si trovava l'America durante la realizzazione della pellicola, la grande depressione, sotto l'aria scansonata, spensierate sul corso dell'opera, si possono vedere chiaramente tutta l'inquietudine, l'insicurezza e l'angoscia della crisi economica allora in atto, crisi che la maggior parte delle commedie dell'epoca, come hai ricordato anche te, invece cercava di occultare il più possibile all'interno delle sue storie, storie in cui i riferimenti infatti alla grande depressione venivano evitati con la massima cura e attenzione, per poter proporre agli spettatori invece pellicole di puro disimpegno e intrattenimento, pellicole svincolate da ogni realtà tangibile, pellicole che potessero aiutare il pubblico a non pensare al degrado e all'orrore giornalieri, pellicole in cui i protagonisti infatti erano spesso aristocratici, eleganti, ricolti e raffinati, o comunque gente benestante dalle condizioni economiche più che stabili, oppure personaggi coraggiosi e invincibili, che riuscivano ad affrontare tutti i problemi che gli si ponevano davanti senza troppe difficoltà o complicazioni, come in parte d'altronde anche nel Clark Gable di Accadono Notte, personaggi che attraverso le loro avventure vicissitudini cinematografiche aiutavano la gente dell'epoca a resistere all'incubo quotidiano che era la vita in quel triste periodo. Il popolo americano infatti in quel periodo aveva un gran bisogno dell'ottimismo e della positività trasmesse dai film durante gli anni della crisi economica, come riesce a raccontare, e non so se si raccorda alla perfezione, anche il capolavoro di Preston Stark, Si Dimenticate, o nel cinema più moderno, anche negli anni Ottanta, La Rosa Pulpura del Cairo di Woody Allen. C'era un gran bisogno, all'epoca, di pellicole che facessero sognare gli spettatori statunitensi, riempiendoli di speranza, di buon umore, trasportandoli in un mondo aureo e dorato, che gli regalasse un'ora e mezza di puro svago e di puro intrattenimento. Ne sono un esempio le commedie borghese di Lubitsch, che te prima hai citato, o le farse stravaganti, maliziosi ed eccentriche con My West, o quelle anche, vorrei ricordare, con la coppia di investigatori Nick e Nora Charles, coppia protagonista della serie di pellicole Giallorosa, non so se la conosci, che è ancora oggi gustosa, dell'Uomo Ombra. Tutte pellicole che stavano, come ho già detto, però ben attente a non mostrare le tragiche condizioni finanziarie dell'America del Tempo. Il cinema aveva di fatti il compito, nonché l'importante responsabilità, di aiutare le persone a dimenticare, anche se solo per un attimo, i loro problemi e i loro guai. Così la sofferenza, la fame, il malessere, lo spaisamento, o le diseguaglianze sociali anche, causati dalla grande depressione, raramente venivano affrontate all'interno del cinema americano dell'epoca. Anche perché farlo non era un'impresa ben vista, né dal pubblico, né quindi, tantomeno, dalle case di produzione. Ricordiamoci, per esempio, che nel 1940 il produttore Daryl Zanuck dovette lottare un bel po' con i finanziatori che controllavano la sua casa di produzione per poter dar vita al capolavoro di John Ford, Furore. Hollywood elevò, così in gran parte, infatti, ad altri mezzi, in quali forse il teatro, la narrativa e la fotografia, la documentazione del disastro nazionale, documentazione che al cinema avrebbe sicuramente allontanato il grande pubblico dalle sale. Difatti pochi che provarono a trattare questo argomento all'interno delle proprie opere hanno incontro ostacoli di ogni tipo e a flop eclatanti. Basti vedere l'esordio dietro la macchina da presa come regista solista del grande George Cukor, il marito ricco del 1931, uno dei primi film in cui si faceva un chiaro riferimento al crollo della borsa di Wall Street avvenuto nel 1929, film sicuramente coraggioso e ardito, ancora oggi peraltro degno di interesse, che però proprio per queste sue caratteristiche venne massacrato in fase di montaggio dalla casa di produzione, che voleva rendere la pellicola più dolce e innocua, nonché meno ancorata alla realtà dell'epoca. O anche Pranzo alle Otto, sempre di Cukor, altro capolavoro immenso, comedia cinica e sgradevole che trattava apertamente la disastrosa condizione economica della società statunitense degli anni 30 e che di fatti si rivelò un clamoroso insuccesso al botteghino, cosa che nonostante gli innumerevoli tagli imposti della produzione era caduta anche al dracitato e invalido ricco. La gente, come ho già detto, quando andava al cinema aveva voglia di essere illusa, di evadere dalla realtà, aveva voglia di rilassarsi, divertirsi e soprattutto di distrarsi, cosa che finché stiamo recensendo, ovvero accadde una notte, riesce a fare alla perfezione. Frank Capra, di fatti, con questa pellicola, raccontando le vicissitudini dei due personaggi principali, riesce a far sognare, riesce a far divertire lo spettatore, ma riesce anche allo stesso tempo a dar vita, nonostante la leggerezza e la giocosità dei toni adoperati, a uno spaccato sociale realistico, veritiero e non così confortevole e ottimistico come possa sembrare una prima visione. Cosa rara, ripeto, all'interno delle comedie americane dell'epoca, pochi altri ci provarono ottenendo riscontri positivi da parte del pubblico. Mi vengono in mente, per esempio, alcune comedie musicali della Warner Brothers come il capolavoro 42 Strada, grandissimo film, o il gioiellino misconosciuto La danza delle luci, comedie musicali in cui la componente sociale era comunque sempre presente. Comunque, tornando a Cazzo una notte, la protagonista del film, interpretata dalla magnetica e deliziosa Claudia Colbert, ma davvero straordinaria, forse in una delle sue migliori interpretazioni, è qui un'aristocratica che, a differenza di quello che accade in tante altre comedie romantiche del periodo, viene a contatto per la prima volta con la realtà del momento, realtà fatta di degrado, di miseria, una realtà drammatica e spiacevole in cui le famiglie non avevano neppure i soldi per sommare i loro figli o per mettere qualcosa sotto i denti, o in cui si era costretto a fare file chilometriche per potersi fare una misera alla doccia, una realtà in cui la gente comune era costretta a rubare per poter campare e per poter sbarcare il lunario, realtà che Frank Capra riesce qui a mostrare alla perfezione senza però mai perdere visto l'obiettivo principale della pellicola, quello di intrattenere, offrendo agli spettatori una remesa di gioia, distrazione e allegria, riuscendo così ad unire alla perfezione divertimento e ritratto e analisi sociale, analisi sociale comunque mai eccessivamente enfatizzata e mai intrapresa con toni troppo crudi o eccessivamente sgradevoli, ma sempre con umorismo e leggerezza. Il film infatti rimane una comedia leggera e divertente, carica di amore, speranze e buoni sentimenti, ma riesce anche ad essere, come abbiamo appena visto, un piccante spec dell'epoca in cui è stato realizzato, rendendo così ancora più forte e credibile il suo messaggio di speranza e solidarietà. Il film infatti fu un enorme successo di pubblico. Inoltre, poi lascio la parola a Luigi, concordo affinamente con quello che ha detto prima. Prima che intervenisse con il suo rigore moralista e bacchettone i codici di censura ICE, il cinema hollywoodiano era molto libero e rilassato nei riferimenti al sesso, così come lo era negli accenni più maliziosi e impertinenti, e A Caglio la Notte ne è un esempio lampante. Difatti sorprendenti il metodo ricco di eleganza, di raffinatezza, con cui Capra riesce a comunicare all'interno della pellicola, con stile quasi lubisciano, la sessualità e le tematiche ad essa correlate, rappresentati con un'amicare appena percettibile, attraverso sottili allusioni e metafori astute e ingegnose, come le cereberi in memoria di Jericho, la coperta che Gable mette tra le sue rette quello della Colbert, le notti passate insieme in motel, simbolica barriera che permette ai due protagonisti di tenere a badi i loro primi libitori, e la loro crescente tensione sessuale. Da questo punto di vista si può dire che A Caglio la Notte sia forse l'opera più maliziosa e impertinente del regista, non so se sei d'accordo. In osseglio alla natura screwball della commedia, che è come disse il grandissimo Andrew Serris, sex comedies without the sex, cioè sono comedi in cui ci sono continuamente riferimenti sessuali, tutti sfumati, mai diretti, però rappresentano un po' il cardine della comicità, e questo avviene in un momento, come sia io sia te abbiamo detto, di passaggio, perché il film è vero che rispecchia alcune delle norme previste dal codice EIS, però dobbiamo ricordare che venne girato per la maggior parte nel 1933, con alcuni take che vennero poi rifatti all'inizio del 34, però comunque è un film molto libero, pensiamo alle mura di Gerico, pensiamo alla scena in cui, alla celeberrima scena in cui Clark Gable si spoglia, quindi c'è tutto il sivarietto sulle modalità con cui ogni uomo si spoglie, ogni modalità è identitaria e rispecchia il carattere di ogni singola persona, quindi Accadde una notte si configura come una critica lucida, che capra insieme al sodale amico di una vita, sceneggiatore Robert Riskin, e anche all'occhio di Joseph Walker, direttore della fotografia, che sia Riskin sia Walker collaborarono con capra più di una volta, è una critica che capra con Accadde una notte, rivolge nei confronti del pervenismo sterile degli Stati Uniti dell'epoca, e questo aspetto però contrasta con la nomea di capra, che è giunta fino ad oggi, oggi capra è considerato l'incarnazione del populismo, della fiducia ipocrita e ributtante nella politica, nelle istituzioni, è considerato il più grande esaltatore di falsi atteggiamenti, di principi democratici e promesse di civiltà, di libertà, di fratellanza, nonché un regista di opere spesso, non secondo me, ma secondo appunto questa vulgata, opere qualunquiste, opere populiste, opere superficiali, opere ingenue, ma nulla di questo è vero, tanto se consideriamo il capra pre Accadde una notte, come abbiamo letto, l'Amarote del Generale Ien, Proibito, eccetera, quanto se guardiamo, o meglio, se sappiamo guardare, se vogliamo saper guardare, Accadde una notte e tanti film successivi, come è arrivata la felicità, come l'eterna illusione, come anche certe pieghe di Mr. Smith va a Washington, per non parlare poi della commedia nera Arsenico e vecchi merletti, insomma, di cui tutto si può dire, fuorché che sia un film buonista. Infatti alcuni dialoghi e scambi di battute per i periodi erano irriverenti e provocatori, e alcune scene restarono di fatti scalpore nell'America per benissimo dell'epoca, oltre a quella già citata anche da Luigi e dichiarabile a petto nudo, anche quella dell'autostop vorrei citare, poi divenuta proverbiale, citata e omaggiata a svariate volte nel corso degli anni, addirittura anche da Stan Lore e Oliver Hardy, nella pellicola Gli Allegri Imbroglioni, in cui a scoprire la gamba nuda per fermare una macchina e chiedere l'autostop, è stadio in una scena davvero molto spassosa. E comunque a caso una notte vorrei riprendere questo discorso, è un film in cui il tema della sessualità, trattato dal cineasta comunque con leggerezza, disinvoltura e nonchalance, svolge un ruolo di primo piano all'interno della narrazione, la che recente attrazione a tensione erotica, che si instaura tra i due caratteri principali, è lampante, e viene messa in scena con una delicatezza sorprendente, un'alegria davvero travolgente, Capra lavora molto sui dettagli e sui particolari, e riesce a ritrarre la passione, la sessualità, attraverso piccoli gesti, piccoli sguardi, occhiali quasi impercettibili e sagaci, quanto allusivi scambi di battute, aspetti che gli permettono di sovvertire, sormontare e stutticare astutamente il perebenismo e il bigottismo degli standard statunitensi del periodo, proprio come riusciva a fare un altro grande maestro, innovatore della commedia americana, il già citato prima sia da me che da Luigi, Ernst Lubitsch, in che poi lavori come mancia competente. E a ben vedere in A Cazzo una notte, come già ho detto, c'è qualcosa di lubitsciano, Capra sembra tener presente, sembra tener conto della lezione impartita dal cineasta tedesco su contemporaneo, cineasta che vorrei ricordare è stato fonte di ispirazione per alcuni dei più importanti e geniali, i registi di commedia del tempo, Howard Hawks e Billy Wilde, tutti gli devono qualcosa, anche Fran Capra, e A Cazzo una notte è una prova evidente. Ho citato Lubitsch, ma tra le altre influenze è possibile riscontrare anche qualche punto in comune, qualche affinità con le commedie francesi del periodo, in particolar modo quelle di René Clair, o di Jean Renoir, come sono inoltre facilmente rintracciabili le influenze del cinema muto, cinema in cui Capra si è fatto le ossa per diversi anni, lavorando tra gli altri servito dal grande comico del cinema non sonoro Henry Langdon, il cui nome al giorno d'oggi è andato purtroppo a scomparire, come quello purtroppo di molti altri comici del cinema muto, ed è un peccato, e di questo comico vi consiglio di andarvi a recuperare qualche lavoro, in particolar modo le tre pellicole in cui è stato diretto da Fran Capra, i veri e propri piccoli capolavori di comicità, misconosciuti purtroppo, ma ancora oggi incredibilmente divertenti. E comunque stavo dicendo, questa esperienza nel cinema muto ha influito notevolmente nella realizzazione, in certe scelte stilistiche, di molte opere successive di Fran Capra, basti vedere anche la ricchezza di sketch slapstick in Arsenic e Vecchi Merletti. Ed è riscontrabile anche in questa Cazzo della Notte, che Capra intercisce infatti di invenzioni visive gag fisiche, invenzioni comicità che si sposano alla perfezione, con i dueti di scontri verbali, spassiosi, taglienti e ricchi di brio, della coppia Gable Colbert. Capra riesce a unire con grande maestria infatti più umorismo fisico e umorismo di parola, dimostrando una motorità artistica e stilistica davvero ineccepibile e impeccabile, motorità che il regista aveva già dimostrato in altre opere precedenti a questa, come Signora per un giorno, o l'ho già citato alla marottella Generale Yen, ma che qui raggiunge davvero il suo culmine. Capra dimostra infatti una padronanza e una dimestichezza dell'utilizzo del mezzo dei tempi cinematografici davvero notevole e ammirevole, rinnovando e perfezionando ulteriormente il suo stile e dando un esempio magistrale di tempismo, ritmo e toni cinematografici, confermando di essere uno dei cineasti più talentuosi e brillanti della sua generazione, un personaggio senza il quale le sorte e il percorso della commedia americana non sarebbero probabilmente stati gli stessi che oggi tutti noi conosciamo. Farsi vedere l'influenza che Accaddo una notte ha avuto sulle commedie americane venute successivamente, in pratica si può dire che tutte le commedie sentimentali venute in seguito debbano qualcosa da Accaddo una notte, dalle pellicole con al centro i battibecchi tra Spencer Tracy e Catherine Hebbur, cosa che peraltro lo stesso Capra ha diretto in uno dei suoi film più sottomalutati, Lo Stato dell'Unione, una piccola grande opera, una piccola grande opera che oggi nessuno conosce, che nonostante tutti i difetti vi consiglio di recuperare perché ha delle scene sorprendenti, e comunque ha influenzato tutto il cinema successivo, dalle commedie con Spencer Tracy e Catherine Hebbur, alle scriubal comedy con Cary Grant, tipo L'orribile verità, di Leo McCarey o La Signora del Venerdì, sempre di Howard Oak, alle scriubal comedy anche di Preston Studd, fino ad arrivare anche a Woody Allen e ai Fratelli Coen e a molti caso negli anni 80 e 90. Vorrei inoltre ricordare che l'anno prima di Accaddo una notte, Frank Capra aveva diretto La Marotte del Generale Yen, che abbiamo già citato in precedenza, ovvero uno dei melodrammi più insoliti, cupi e visionari del periodo. Prima non l'ho citato, ma la sequenza onirica della Marotte del Generale Yen è davvero memorabile, ha ancora oggi di grande impatto, una scena che nel corso degli anni non ha perso un briciolo nel suo fascino suggestivo. E La Marotte del Generale Yen è un racconto sentimentale estruggente e dei risvolti tragici, con più di un rimando ai lavori di Sterberg, un'opera con cui Capra analizzava i rapporti interpersonali e il conflitto tra due culture diverse, quella orientale e quella occidentale. Due culture diverse che però, nonostante la loro diversità, alla fine riuscivano a trovare un punto d'incontro e un punto d'unione, esattamente come la Cagion a Notte il regista riesce ad analizzare e rappresentare invece, attraverso la storia e le schermaglie tra i due protagonisti, lo scontro tra due classi sociali completamente distanti tra loro, la borghesia e il proletariato, scontro spesso al centro, peraltro, delle opere del regista. Era incredibile come il regista sia riuscito a realizzare a così breve distanza due delle storie d'amore più belle, emozionanti e coinvolgenti del cinema statunitense degli anni trenta, e non solo, utilizzando appena due registri completamente distanti tra loro, il dramma e la commedia, dimostrano di essere così un'artista d'utile e poliedrico, capace di passare con disinvoltura una commedia piena di brio e di verve a drammi allucinati e controversi, riuscendo inoltre a ricavare in entrambi i casi pellicole davvero sorprendenti. A questo proposito, mi sento di dire che il film, sì, è una screwball comedy, quindi in quanto tale ha numerosi anche elementi di romcom, di commedia romantica, però il sottotesto che ne emerge è tutto poiché confortante. Noi vediamo chiaramente il volto di un'America segnata dalla povertà, dalla disoccupazione, dal disagio, anche dalla fame vera e propria, pensiamo alla sequenza degli Oboz, pensiamo alla frase del ritornello della canzoncina cantata i giovani innamorati non hanno mai fame, pensiamo anche proprio, il tema della fame è centrale in Accaduna notte, perché noi all'inizio del film vediamo Claudel Colbert, che è un'ereditiera, che rifiuta il pranzo abbondante per fare un dispetto al padre ma poi qualche sequenza dopo, sulla sequenza dell'autobus, vediamo la madre di un bambino che perde i sensi perché non mangiano da giorni. Quindi noi due vediamo anche i poliziotti con un volto tutt'altro che bonario, vediamo i faccendieri un po' famparoni, un po' così, vediamo anche un'area di bigottismo da parte di quelli che poi affittano la stanza a Colbert e Claire Gable per far passare la notte, quindi se non sono sposati non vogliono, loro devono dire di essere sposati per poter avere la stanza insieme, quindi il film fa emergere il ritratto di un'America dell'epoca tutt'altro che ideale, tutt'altro che bella, tutt'altro che desiderabile e quindi Capra, così come Robert Riskin, sono riusciti a esaltare quello che è la commedia, perché poi ricordiamolo, la commedia non è un genere, questo è un argomento che un po' avevamo già tratteggiato parlando nella prima puntata del podcast dell'appartamento di Billy Wilder, la commedia non è un genere ma è una tonalità di narrazione che va messa in opposizione non tanto al dramma quanto al tono serio, qualsiasi genere cinematografico può essere declinato o in tono comedy o in tono serious e l'uso dell'uno e dell'altro non fa che suggerire allo spettatore come guardare gli eventi narrati, se uso il tono serious vuol dire che devo guardarli con serietà, cioè guardate che non c'è niente da ridere, se uso il tono comedy, come fa Capra in Accaduna notte e come non faceva prima del 1934, con ironia, cioè non c'è nulla negli eventi raccontati che non possa essere preso col sorriso sulle labbra, che era sì fondamentale, come abbiamo detto, per prendere il pubblico che non voleva ricevere ulteriori pugni nello stomaco in un'epoca storica già molto seria e problematica, ma era anche un modo per far capire che la risata poteva essere uno strumento eversivo, cosa che magari molti produttori dell'epoca d'oro di Hollywood non comprendevano fino in fondo, anche perché ironia non è sinonimo di leggerezza. Sono d'accordo su tutto e vorrei aggiungere che è incredibile come Capra sia riuscito a ritrarre e a raffigurare la perfezione nel corso degli anni, attraverso i suoi lavori, i tempi e la società in cui viveva e di cui faceva parte. Insieme delle sue opere va a formare di fatti un sagace affresco della società americana del periodo, non so se sei d'accordo, società di cui ha sempre mostrato, dietro un marcato ottimismo che però spesso solo di facciata, e nonostante lo spirito fortemente patriottico delle sue opere, anche il lato più scuro e corrotto, molto più di altri suoi colleghi del periodo, distaccandosi completamente dalle comedie folli, svitate e a volte quasi surreali frequenti all'epoca. Capra ha infatti riuscito a dar vita a spaccati sociali molto più crudi e spietati di quanto possa sembrare in apparenza, opere stratificate e ricche di significati che dietro al loro ottimismo celavano una visione del mondo più cupa e sconsolata di quanto sembri. Capra ha sempre guardato il mondo che lo circondava con sguardo piuttosto critico e severo, ma anche sempre creduto fortemente che le ingiustizie sorprusi che vedeva accadere potessero essere combattuti e risolti da qualità e da valori quali l'onestà, la purezza e l'integrità morale, valori che secondo lui potevano trionfare sul male e sul marciume della società in cui viveva. Società di cui ha resisto ha sempre mostrato anche gli aspetti, come abbiamo appena detto, più sgradevoli e spiacevoli. Società di cui dava una visione, ripeto, tutt'altro che confortante, nonostante alla fine delle sue commedie il bene, l'amore e l'amicizia abbiano sempre la meglio, e nonostante il messaggio di fiducia e di ottimismo che ha sempre lanciato agli spettatori. Basti pensare a Mr. Smith o a Washington, in cui Capra rappresentava un sistema politico e governativo cinico, corrotto e senza scrupoli. È arrivata la felicità in cui un ricco ereditiero borghese che vuole usufruire delle sue ricchezze per aiutare i poveri e i bisognosi, vittime della grande depressione, viene considerato dalla società benpensante come un pazzo da internare. O la vita è meravigliosa, e al personaggio vicino, sgradevole, meschino di Lionel Berryman, davvero grandioso lì, che fa un banchiere avido e dal comportamento ripugnievole, disposto a tutto per riricchirsi alle spalle degli altri, anche a commettere le azioni più bieche e infide e sleali. E anche una calda una notte la rappresentazione della società americana non è tanto rassicurante e incoraggiante come sembra, perché se è vero che il regista riesce a rappresentare comunque l'America della gente, ricca di cittadini semplici, altruisti, dal cuore d'oro, che nonostante il periodo difficile non smettono mai di lottare, e non perdono mai la voglia di scherzare, di andare avanti, elogiando e risaltando come al solito la gente semplice, leale, che crede e combatte per i propri ideali, è anche vero che Capra mette in scena in accaso una notte un'America formata anche da listofanti, charlatani, creduloni, come diceva anche prima Luigi, stupidi puritani e vili ricattatori, che ostacolano in continuazione il viaggio dei due protagonisti, viaggio che è di fatti costellato di incontri spiacevoli con personaggi subdoli e avidi, personaggi che pensano solo ai propri interessi e al proprio tornaconto, senza però mai riuscire, questo è interessante, a portare a termine i loro vecchi piani, i loro tentativi di estorsione. Ne ha un esempio il vicido e petulante corteggiatore incontrato dalla coppia sull'autobus, che una volta rifiutato e allontanato non esita a trasformarsi in vile e subdolo ricattatore, e che nonostante le apparenze da scapolo in cerca di avventure, si rivelerà poi essere un marito e un padre di famiglia, famiglia di cui però non gli importa niente e che tiene in ballo solo per potersi salvare la pelle e per infietosire quello che crede essere un feroce malavitoso, mostrando tutta la sua vigliaccheria e la sua bassezza morale. Persone maggio altamente sgradevole, che però gli autori si divertono a punire e a mettere in ridicolo, umiliandolo e sveffeggiandolo, facendolo allontanare piagnucolante e supplicante di fronte alle evidenti frottole raccontategli la Gable, che gli fa credere di essere un famigerato criminale, senza tra l'altro provargli in alcun modo. E così gli autori fanno fare a questo personaggio così sgradevole la figura dello stupido e del vigliacco, lo puniscono, così come viene punito dagli autori l'uomo che dà un passaggio ai due protagonisti in automobile, e che non appena però ne ha l'occasione deruba e abbandona i due poveri malcapitate, al loro triste destino. Per poi però, se vi ricordate, si è riacciuffato e malmenato da Gable stesso, che si vendica derubando la sua volta. Questi caratteri secondari, adesso concludo, che ostacolano il percorso e le avventure dei due protagonisti, sono una chiara rappresentazione dei sopprusi e delle ingiustizie della realtà in cui viviamo. Ingiustizie che rendono difficoltosi o di complicazioni il nostro percorso e il nostro cammino, ma che possono essere combattute e vinte dalle persone più semplici, oneste e pure di cuore. Questo è quello che sembra volerci dire Frank Capra, e questo è il messaggio che vuole dare al suo pubblico, esaltandolo a non arrendersi mai, qualsiasi cosa accada. Il bene, come ho già detto, nelle commedie di Frank Capra, triunfa sempre, e in questo modo il regista riesce a fare ai suoi spettatori un discorso carico di speranza e di fiducia. Per questo è un cinema che non solo fa sognare, ma aiuta anche ad affrontare la vita con più gioia, forza e con più sicurezza. Alla fine il cinema è anche questo, migliorare l'esistenza di chi lo guarda, e Frank Capra è stato uno dei personaggi che meglio lo ha capito e che meglio lo ha saputo mettere in alto. Vorrei parlare un attimo anche della magistrale interpretazione di Claudette Colbert, che riesce a tratteggiare con garba e delicatezza il personaggio della giovane ricca e viziata, giovane che ha sempre vissuto sotto la campana di vetro, e che attraverso però la sua fuga e il suo incontro con Gabor riesce a intraprendere un percorso di formazione che la porterà a capire quali siano i veri valori e le vere gioie della vita. Un personaggio attraverso cui Frank Capra riesce a mettere alla berlina, sapientemente, la borghese e l'alta società statunitense. Prendendo in giro volariamente, ma allo stesso tempo in maniera anche acuta e pungente, lei percede i privilegi dei ricchi della classe benestante, classe benestante che trova nel personaggio di Ellie una perfetta raffigurazione. Infatti Ellie è di fatto una ragazza capricciosa e indisponente, che crede di poter risolvere ogni problema e di raggiungere ogni obiettivo con il denaro. Una giovane che pensa di poter fare quello che le pare, senza mai pensare alle conseguenze dei suoi gesti e delle sue azioni. Una ragazza abituata ad avere tutto e tutti sottomessi ai suoi voleri e ai suoi capricci. Una ragazza narcisista, altezzosa e infantile, brusca e sgarbata con chi le sta intorno. Ellie è abituata ad essere sempre al centro dell'attenzione, è abituata ad essere sempre servita e riverita. Pensa che tutto le sia dovuto. Pensa che tutti la debbano attendere e aspettare. Un personaggio che ha sempre vissuto fuori dalla realtà, che ha sempre vissuto in un mondo dorato, che le ha però impedito di crescere e di maturare. Un personaggio che non ha la minima concezione del valore del denaro, che sperpera infatti senza neanche rendersene conto. Teni come funziona il mondo e la società che la circondano. Che non riesce a comprendere e a capire le condizioni di miseria e di degrado del periodo storico in cui vive. Se non in seguito al percorso di maturazione, sia emotiva che relazionale e comportamentale, che affronterà lungo il suo viaggio. Un viaggio che cambierà in maniera radicale il suo atteggiamento e il suo modo di vivere e di vedere le cose. Un personaggio nella prima parte della pellicola di fatti quasi sgradevole sulla carta, che carice con la simpatia della protagonista riescono comunque a rendere delizioso. Comunque dicevano sgradevole all'inizio, ma che mano a mano che la narrazione va avanti, che la narrazione procede, rivela la sua vera personalità. Quella di una ragazza dolce, tenera, ingenua e indifesa. Una caratterizzazione che, nonostante le premesse iniziali, non può che ispirare affetto e simpatia nello spettatore. Un personaggio che in alcuni spunti ricorda addirittura i due protagonisti del navigatore di Buster Keaton, nonché una delle migliori prestazioni della Colbert, che girò notoriamente il film svogliatamente, ma che riesce a regalare, nonostante questo, una delle sue performance più memorabili e accattivanti. Una performance in cui riesce a mescolare la perfezione e buffoneria a ironia, dolcezza e sensualità, come riesce a fare benissimo del resto anche Clark Gable. E dal punto di vista comico è forse l'interpretazione più briosa, dinamica e riuscita della Colbert, assieme a quella nella Signora di Mezzanotte e in quella anche di Ritrovato, se quest'ultima vorrei ricordare in assoluto una delle commedie più folli e anarchiche di Presto Stark. L'Elli di Accaduna Notte, inoltre, è stata l'ispirazione e anticipa un po' anche altri personaggi femminili di spicco della commedia americana del periodo. È stato un personaggio che ha avuto una grande influenza, basti vedere la Pressy Lord di Catherine Hepburn in Scandalo a Philadelphia, o anche il personaggio di Carol Lombard nell'impareggiabile Goffrey del grande regista, vorrei ricordare, Gregory La Cava. Abbiamo appena parlato delle dotti comiche della Colbert, ma vorrei ricordare che la Colbert, attrice completa e versatile qual'era, è riuscita a dimostrare anche il suo talento calandosi in prove drammatiche intense e complesse di grande sottiliezza psicologica. A tal proposito consiglio ai nostri ascoltatori di recuperare la pellicola di Douglas Sirk, La Campana del Convento, un medaglio più appassionante, affascinante e riusciti degli anni Cinquanta, o il comomente Dramma Bellico e la vita continua, al giorno d'oggi davvero troppo sottovalutato e troppo poco ricordato. Assolutamente. Io ho una domanda per te, con la quale ci avviamo verso la conclusione. Può sembrare presto, ma in realtà è una domanda un po' complicata che richiede un po' di tempo. Prima di farti questa domanda, però, ricordiamo, insomma, non stiamo qui a soffermarci su cose che tutti i nostri ascoltatori già sanno, cioè il fatto che Clark Gable fosse, avesse firmato il contratto con la MGM, che poi lo aveva prestato alla Columbia, che produsse Accaduna Notte, insomma, per dinamiche di rilancio dell'attore. Così come Claudette Colbert non era un volto notissimo all'epoca, era disperatamente alla ricerca di ruoli che le garantissero la sopravvivenza artistica. Io poi volevo aggiungere, prima di fare la domanda, che comunque Capra riuscì anche a infrangere alcune pratiche registiche dell'epoca. Lui quasi metà del film lo girò in esterni. È vero che più che una scelta artistica fu una scelta produttiva, perché il budget del film era molto basso, proprio perché i produttori non credevano che una storia ambientata su un autobus potesse veramente avere successo. Però per gli standard della Hollywood classica, girare metà film in esterni, quasi obbligando gli attori anche ad improvvisare oltre ai dialoghi scritti, roba che per l'epoca era veramente come quasi bestemmiare, e dimostra la genialità di un grandissimo regista, quale era Frank Capra. Il film vinse, è uno dei film, come tutti sanno, che vinse i Big Five, cioè i cinque maggiori premio Oscar, insieme a Qualcuno volò sul nido del cuculo del 1976, Nel 76 e il silenzio degli innocenti nel 1992, cioè miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior attore protagonista e migliore attrice protagonista, fu la prima vittoria per Frank Capra, anche perché, come abbiamo detto, aveva ricevuto una nomination per Signora per un giorno. Poi avrebbe vinto per Arrivata alla felicità nel 1937, avrebbe vinto di nuovo una terza volta nel 1939 per L'eterna illusione, avrebbe ricevuto poi altre due nomination, una nel 40 per Mr. Smith by Washington, però perse perché vinse Victor Fleming con Via col vento, nell'anno in cui tra i candidati c'era anche John Ford per Ombre rosse, che è un'annata meravigliosa, e poi Capra ha ricevuto un'altra nomination nel 1947 per La vita è meravigliosa, ma non vinse perché vinse William Wyler per I migliori anni della nostra vita. E voglio far presente che tra i candidati a miglior regia quell'anno c'era anche David Lean per Breve incontro e Robert C. Othmack per i Gangsters, The Killers. Signori miei, che annata, che annata, che annata! Allora, la domanda che ti volevo fare, caro Edia, è questa. Noi è vero, consideriamo a livello di periodizzazione, a livello di storicizzazione, consideriamo A cad una notte come l'iniziatore della screwball comedy insieme a ventesimo secolo di Howard Hawks. Tuttavia ti chiedo, a tuo parere, soprattutto se confrontiamo il film con altre screwball comedy coeve o più o meno coeve dell'epoca, quindi penso all'impareggiabile Godfrey di Gregorio La Cava, l'adorabile nemica di Richard Bolesaschi, se pensiamo all'orribile verità di Lilio Mecchieri, se pensiamo a... ma anche Susanna, che è vero che è Susanna del 38, quindi siamo già quattro anni dopo A cad una notte, però ti chiedo se forse in realtà A cad una notte non possa essere considerato in qualche modo una commedia romantica pura. Non proprio, Luigi. Il film è anche una commedia romantica, ma non è solo una commedia romantica. Infatti qua Rischi e Nefren Capra riescono a dare vita a un miscuglio perfetto, realmente guagliato tra umorismo e romanticismo, ma c'è molto altro nel film. Il film unisce vari generi con destrezza e abilità, devo dire. Nel film non c'è solo la commedia romantica, c'è la commedia di caratteri, c'è la satira di costume, c'è il ritratto sociale, ci sono anche degli allegri intermezzi musicali, poi c'è anche un film musicale in alcuni frangenti, gli intermezzi musicali del film riportano addirittura un po' il clima scansonato di film dei fratelli Marx e sembrano anticipare i segmenti di alcune pellicole di John Ford e Howard Hawks. Poi c'è il road movie, che tra l'altro nel film è avvincente e appassionante, c'è la commedia degli equivoci, c'è tutto questo, quindi è ampiamente riduttivo definire il film una commedia romantica, anche se il miscuglio, ripeto, tra mondoismo e romanticismo presente nell'opera è perfetto, non riesce a non scivolare mai né nella farsa, né nel sentimentalismo più sdolcinato e stucchevole, perché a cadda la notte infatti si tiene all'aria il più possibile. Vorrei citare un momento Mario Monicelli, che apprezzava il cinema di Frank Capra, ma lo considerava un po' troppo melenzo e sciropposo per i suoi gusti. Cosa certamente vera per quanto riguarda molte sue opere, ma non per quanto riguarda A cadda una notte, in assoluto. Se uno guarda attentamente l'opera si può notare quanto il sentimentalismo, pur essendo una commedia romantica, sia sempre trattenuto e forenato. In questo film Capra e lo cinematotore Riskin evitano sempre i facili sentimentalismi, evitano sempre le melensaggini più stucchevole e ruffiane. Né un esempio è la sequenza, già citata da Luigi prima, del bambino affamato in lacrime sull'autobus, che i due protagonisti decidono di aiutare donando lui gli ultimi soldi rimasti. Un altro cineasta avrebbe sicuramente calcato la mano sull'aspetto più patetico della situazione, in modo da fare impietosire e commuovere il pubblico in sala con metodi un po' subdoli e ricattatori, cosa che invece Capra sta ben attento a non fare, dando vita a un segmento tenero, dolce, affettuoso e ricco di pathos, nonché fortemente ancora una volta ancorato alla realtà dell'epoca, ma che nonostante tutto non cade mai nell'eccesso lacrimevole, nel banale o nella facile retorica. Il sentimentalismo non esplode mai neppure nel finale, finale in cui Capra evita gli aspetti più sdolcinati che la situazione permetteva, realizzando una conclusione fungente e graffiante, trasformando un matrimonio in un caos folle e delirante, evitando coraggiosamente, peraltro, di mostrare la riconciliazione e la riappacificazione dei due protagonisti, e dando con il crollo delle famose mura di Jericho un altro bello sberleffo al puritanesimo e al bigottismo statunitensi. Ma d'altronde, in merito di questa fantastica riuscita e anche in parte dovuta a una sceneggiatura davvero da manuale, vorrei ricordarla, opera di una delle pene più abili e argute del tempo, Robert Riskin, che vorrei ricordare è anche lo sceneggiatore preferito di Frank Capra. Riskin era davvero un maestro della sceneggiatura. Aveva incontrato Capra durante la lavorazione della Donna del Miracolo del 1931, trasposizione cinematografica di un suo drama teatrale, peraltro, e la fiancherà infatti di seguito lungo tutta la sua carriera. Capra, infatti, aveva intuito, si vede fin da subito, le sue doti e il suo immenso talento. Aveva capito immediatamente che lo spirito dello sceneggiatore era molto affine al suo, e così dopo una prima collaborazione nata in maniera fortuita, non se lo vuole più far scappare, formando con lui un binomio che darà risultati davvero sorprendenti. A cazzo una notte è forse il punto più alto raggiunto da questa collaborazione. Riskin riesce qui a creare un congegno semplice ma davvero sublime, nonché una macchina umoristico-sentimentale come abbiamo visto, perfettamente oliata e orchestrata, ricca di dialoghi spumeggianti e scoppiettanti, pieni di brio e di verve, con una narrazione che è totalmente priva di sbavatura o tempi morti, e che riesce a essere condotta a un ritmo agile e scattante che non perde mai un colpo. Il film come già detto indaga sui rapporti interpersonali e sullo scontro tra classi sociali, e riesce a fare attraverso un poco di fila di battute tutte sagassi e taglienti, alcune davvero fulminanti, nonché di situazioni comiche e esilaranti che vanno sempre a segno, data anche la grande cura, perizia e ingegno con cui sono costruito e messo in scena. Non è solo una comedia sentimentale, è anche un film puramente comico in alcune sequenze. Riskin firma con questo forse uno dei suoi script meglio orditi e architettati, uno script che mostra il suo splendore, la sua perfezione fin dalla prima sequenza, quella del battibecco sulla nave tra Claudette Colberti e suo padre. Però ti chiedo, se tu andassi a togliere alla storia principale la componente romantica, cioè la storia d'amore, la storia principale subirebbe un grave contracolpo drammaturgico, o no? Cioè, per questo motivo, secondo me, Accadonotte ha degli elementi screwball, certamente, ma soprattutto, se paragonata ad altre commedie coeve o di poco successive, è molto più romantica, puramente romantica, o no? Quello sì. Ovviamente se togli la componente romantica la storia crolla, crolla imesorabilmente. Però magari se Capra mostrava invece che la storia d'amore tra i due protagonisti, la storia d'amicizia, se Gable, invece di dover accompagnare lì del futuro marito, accompagnava che ne so, un aristocratico che doveva raggiungere la sua meta e che aveva bisogno di aiuto, probabilmente questa cosa non avrebbe intaccato più di tanto il risultato finale. La storia sarebbe raccontata, stata raccontata in un altro modo, ma in succo sarebbe stato più o meno lo stesso. Questo penso. Ovvero un racconto di unione e solidarietà sullo sfondo della grande depressione. E, come ho detto prima, la storia di un ricco borghese che viene raccontato con la realtà del periodo. E il racconto sentimentale non è che il mezzo con cui Capra decide di raccontare la sua storia. Questo penso. Bene, Lia, ti ringrazio per aver precisato, per aver chiarito i miei dubbi e per aver precisato alcune inesattezze. Io direi che possiamo passare i saluti. Grazie a te, grazie a tutti quelli che ci hanno ascoltato. Io invito tutti quelli che hanno avuto la pazienza di arrivare fin qui ad acquistare ogni martedì in edicola il settimanale Fintv, ad iscriversi alla community fintv.it. Grazie, Lia. Grazie a te, e a risentirci alla prossima puntata di F4FimTV.

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