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2024-03-05_Olga_Karatch_TN

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Donato ScrinziDonato Scrinzi

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La mia audiomemoria dell'incontro tenutosi a Trento il 5 marzo 2024 con Olga Karatch, pacifista bielorussa rifugiata in Lituania, attivista per l'obiezione alla guerra e per i diritti umani, in visita in Italia per la consegna del premio internazionale Alexander Langer.

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Olga Karach, a Belarusian activist for peace and human rights, spoke about the political situation in Belarus and the challenges faced by activists and deserters. She highlighted the oppressive regime of Lukashenko and the crackdown on protests in 2020. Olga discussed the militarization of Belarus, including the forced conscription of children, and the country's indirect involvement in the war in Ukraine. She also mentioned the difficulties faced by dissidents seeking asylum in Europe. Olga emphasized the need for democracy, human rights, and cultural exchanges to promote peace and pluralism in Belarus. Ciao, questa è la mia audio-memoria dell'incontro con Olga Karach che si è tenuto il 5 marzo alle 18 presso il Palazzo Geremia a Trento, in occasione della consegna del premio Alexander Langer alla nota attivista bielorussa per la pace ai diritti umani, attivista e politologa. Erano presenti anche Daniele Taurino del Movimento Non Violento e Giorgio Comai che ha moderato l'introvento della cooperazione internazionale, insieme alla ragazza Elisa, di cui non ricordo il cognome, che ha fatto da interprete per Olga durante tutta la serata. Olga Karach si presenta come una pacifista, femminista, difensora dei diritti umani, nonostante il KGB della Bielorussia in realtà la veda come una terrorista e per questo rischi la pena di morte. Cita Alexander Langer, proprio ricordando il premio che le è stato segnato in sua memoria e ricordando una frase sua che ha preso a cuore, meglio un anno di trattativa che un giorno di guerra. Eppure la situazione tra Bielorussia, Ucraina e Russia in realtà mette in discussione lo stesso concetto di pace, ci ricorda che anche la Bielorussia in realtà pur non essendoci una guerra nel vero senso della parola, comunque non può essere definita in pace e quindi dobbiamo insomma ragionare su cosa intendiamo per pace. Adesso in Bielorussia c'è da decenni questa dittatura di Lukashenko e ha raccontato un pochino le sue disavventure, che sono peggiorate da quando nel 2020 ci sono state delle rivolte proprio per riportare la democrazia in Bielorussia, da quel momento il regime si è fatto ancora più cruento, ancora più autoritario con 1500 prigionieri politici che sono decorati diciamo, con questo termine infelice, sono insegnati diciamo di simboli colorati proprio come facevano nei campi di concentramento i lager nazisti per contrassegnare le varie tipologie di prigionieri. Il colore che veniva assegnato, quindi rosso, giallo, bianco, verde definiva anche quanto tempo può essere dedicato per il prigioniero, per la famiglia, per il tempo libero o addirittura per i pasti, quindi anche qua c'è una categorizzazione ad esempio degli avversari politici contro chi ha fatto dei crimini minori come lo spaccio di droga eccetera. Le prigioni sono delle vere e proprie fabbriche di fatto dove i prigionieri sono costretti a lavorare e magari per un mese possono guadagnare solo un euro. Viene fatta una domanda riguardo alla connessione ad esempio di questa rivolta del 2020 della Liela Russia, della popolazione civile, in connessione con l'invasione della Russia dell'Ucraina e Olga ricorda che nel 2020 c'è stato più di un milione di persone in strada nelle varie manifestazioni contro la dittatura e per il rilascio dei prigionieri politici e secondo lei l'attacco in Ucraina è stato possibile solo dopo che la rivolta in Bielorussia è stata sedata, perché Putin non voleva avere nessun tipo di reazione dall'opinione pubblica bielorussa e non voleva avere neanche partigiani che avessero potuto aiutare l'Ucraina, quindi è convinta che se le proteste fossero durate meno, meno di quei due anni che sono durati, Putin avrebbe invaso molto prima l'Ucraina, proprio per questa necessità di garantirsi un appoggio della Bielorussia. Sono state arrestate tutte le persone comuni anche che recentemente hanno indossato addosso i colori che possono dare una qualche adesione all'Ucraina o alla protesta, quindi rispettivamente colori blu gialli oppure bianco rosso, un esempio è stato riportato questa insegnante che è stata arrestata durante la lezione perché aveva usato a mettere in testa un astrino per le trecce colorate con i colori della protesta, un altro esempio, anzi numerosi esempi sono stati riportati riguardo alle denunce che vengono fatte all'interno delle stesse famiglie, quindi delle persone che si ritrovano rileggendo i capi di accusa e delle lettere scritte a mano proprio dai familiari stessi, dal padre, dal fratello e questo clima ha creato in Bielorussia una tensione enorme di terrore, di paranoia all'interno delle stesse famiglie, quindi minando proprio tutta quella che è la fiducia anche nei confronti dei propri familiari, delle persone più care. Alla domanda di come si riesce a gestire un'associazione umanitaria dall'estero che possa aiutare l'attivismo e i disertori, gli obiettivi di coscienza, stando all'estero, sapendo quanto sia difficile anche farlo, stando all'interno della Bielorussia stessa e ovviamente non è facile, ogni volta lei rischia molto e ci ricorda che comunque il coinvolgimento della Bielorussia contro l'Ucraina in Russia è fortemente richiesta, c'è proprio il coinvolgimento militare, Putin sta facendo una grandissima pressione per fare in modo che tutto quello che è l'obiettivo di coscienza venga minato nella base e invece si possa arrivare a un vero appoggio militare della Bielorussia e una scesa in campo ufficiale. Alla domanda del fatto di come la militarizzazione in Bielorussia sia stata portata avanti anche per i giovani e come può la Bielorussia non entrare in guerra, le risponde con tutta una serie di risposte ovviamente perché mi ringrazia sempre per la complessità delle domande del moderatore, comincia dicendo che la militarizzazione è avvenuta in tutta la regione e Lukashenko ha iniziato a militarizzare anche gli stessi bambini, vissuti non tanto come esseri umani, ma proprio come una proprietà, i figli venivano tolti dalle famiglie dopo aver accusato i genitori di attivismo, i figli degli avversari politici venivano sottratti con la forza, addirittura lo stesso figlio di Olga ha un mese di vita rischiato di essere portato via. Questi bambini purtroppo vivono un'infanzia distrutta e vivono anche delle deportazioni, ad esempio in Ucraina, quindi vivendo anche delle situazioni terribili dove vengono fatti crescere soldati per poter combattere o comunque con una mentalità militarista e di deprivazione. Un altro punto importante è che in realtà la Bielorussia è già coinvolta nella guerra, anche se non direttamente, ad esempio si accolgono soldati russi durante il loro periodo di riposo per motivi di salute o di congedo o perché devono fare del periodo di convalescenza, di riprendersi dalle ferite. Altra cosa importante è che, questa è una cosa molto grave anche, che in Europa in realtà i disertori non sono benvenuti, all'interno della Bielorussia stessa è un crimine di guerra e rischiano la pena di morte. Anche in Lituania in realtà c'è una grandissima pressione perché molti visti per l'asilo politico sono impediti, il diniego del visto in Lituania impedisce poi per 5 anni anche la circolazione negli altri paesi Ue, questo porta molta pressione agli stessi attivisti che sono a favore dell'obiezione di coscienza e a favore dell'aiuto ai disertori, ma è anche rischioso per gli stessi esuli che nel momento in cui sono all'estero e devono rinnovare il passaporto perdono il loro status legale nel momento in cui non riescono a rinnovare questi documenti. Quindi una nuova domanda dice questa nuova legge che impedisce il rinnovo del passaporto della Bielorussia all'estero ovviamente costringe le persone a tornare in Bielorussia e cosa può fare l'Europa e per chi non può abbandonare il paese? Olga risponde che ovviamente se hai un record criminale, una fedina penale sporca non puoi uscire legalmente dalla Bielorussia, quindi non hai l'autorizzazione ad emigrare. Tante persone quindi cercano di emigrare illegalmente in Lituania affrontando un viaggio terribile, freddissimo con le temperature glaciali che ci sono e spesso per guadare i fiumi e nuotare devono abbandonare tutti i loro averi proprio per non affondare e per non essere appesantiti e quindi arrivano dall'altra parte assolutamente senza niente, quasi nudi in mezzo al freddo e devono anche chiedere permesso per l'asilo politico e con dei tempi di richiesta che venga elaborata, di un anno e mezzo, però la Lituania non dà nessun Euro nel frattempo per l'accoglienza delle persone richiedenti asilo politico e quindi le persone sono costrette a lavorare illegalmente, inoltre il 99% delle richieste viene negato, con il rischio di essere rideportate in Bielorussia e sapendo che i disertori rischiano appena di morte, questo è un gravissimo problema. La Lituania stessa segnala che c'è un vero e proprio odio per le minoranze bielorusse e russe, quindi si stanno attuando una serie di violazioni dei diritti umani, non c'è un vero e proprio programma di sostegno da parte dell'Unione europea. Un'altra domanda fatta dal moderatore e cerca di capire il legame tra autoritarismo e guerra, ovvero sembra che non possa esserci una vera pace se non si fa un passo importante in tutti e tre i paesi, Russia, Bielorussia e Ucraina, nei confronti della democrazia, cosa si può fare in Bielorussia per la pace e il pluralismo? Lei comincia dicendo che è d'accordo che serve democrazia nei tre paesi e favorire i diritti umani e il pluralismo, però in questo momento che si è in guerra non c'è assolutamente libertà di espressione, c'è una forte polarizzazione del dibattito pubblico, in Bielorussia non si ricorda neanche più cosa sia la democrazia dopo tutti questi decenni di tirannia e dispotismo e la cosa fondamentale che si potrebbe fare, che è tipica anche dell'esperienza italiana, è quella di favorire gli scambi culturali, come è successo anche negli anni passati con i ragazzi che venivano accolti per questioni di salute, perché possano le persone bielorussia vivere di nuovo, assaporare, cosa vuol dire vivere in una democrazia e capire come funziona, perché ormai i più giovani almeno non sanno neanche cosa sia. A questo punto intervengono le domande dalla sala, Massimiliano Pilatti del forum 31 per la pace e i diritti umani, conferma che è assurdo che in Europa non accogliamo i dissidenti bielorussi e russi e ricorda l'esperienza che è già stata fatta negli anni 90 con la guerra nei Balcani, dove espressamente sul mandato del Parlamento era stato possibile accogliere anche tutti i dissidenti di guerra di entrambe le parti e quindi le domande, come vedi l'Europa è impegnata per l'europea, Marco Boatto ricorda e ringrazia innanzitutto Olga per la sua attenzione e per il suo lavoro in questa situazione e le chiede in particolare quali siano le sue difficoltà personali in Lituania. Un altro intervento dal pubblico chiede l'interesse riguardo alla lingua e un'altra signora, Irene, chiede cosa possiamo fare noi in concreto per aiutare la situazione, visto che anche qua in Italia in realtà ci sono dei segnali di peggioramento delle condizioni democratiche e addirittura i dissidenti vengono manianellati quando protestano etc. Insomma le domande sono tante e quindi cominciamo a parlare della lingua, che in Bielorussia ricorda ci sono due lingue ufficiali, c'è il russo che è la più usata, in realtà era la più usata prima di questo periodo dell'invasione della Russia nei confronti dell'Ucraina, però ultimamente è la seconda lingua ufficiale, quella bielorussa che viene usata come simbolo di protesta nei confronti del regime. La lingua bielorussa è molto simile all'ucraino e al polacco in parte, quindi si possono intuire, capire la vicenda, ma vengono anche origini molto simili. Segnala anche il rischio della scomparsa della lingua bielorussa, perché chi è in esilio ha difficoltà a trovare delle scuole che possano insegnare ai ragazzi più giovani la lingua bielorussa. Riguardo alle elezioni europee si augura che i nuovi parlamentari siano più connessi alla realtà, perché ora agiscono solo con i cliché e con delle informazioni distorte, non pensano mai a delle soluzioni alternative alle armi e in realtà dovrebbero concentrarsi su come favorire la società civile. Lei crede molto nella società civile e nel suo potere, quindi segnala la difficoltà stessa di trovare dei posti, ad esempio, dove fare delle manifestazioni, dei convegni sulla pace, che ha ben due manifestazioni negli anni passati in Europa sono state ostacolate dal fatto che le sedi all'ultimo momento erano state non più rese disponibili. Dicendo con una certa ironia anche l'invito che aveva sentito quando era entrata in Lituania, che era dai rappresentanti dell'istituzione che gli hanno detto che vedrei che vi sentirete a casa, lei dice un po' soprattutto che ironicamente, ma insomma un po' malinconicamente, che in effetti davvero si sente come a casa, come in Bielorussia, bistrattata e ricorda che la dittatura non appare all'improvviso, ma attraverso tutta una serie di piccole azioni che poi quando la gente si accorge di essere in una dittatura, ormai è tardi. Parte tutto con la manipolazione politica dell'opinione politica per limitare la democrazia e i diritti umani e questo avviene anche in Europa, anche in quei paesi che non sono direttamente coinvolti nella guerra, però con la scusa della guerra si permette qualsiasi cosa. Riguardo le sue difficoltà personali in Lituania, ricorda che ora rischia di essere indeportato in Bielorussia perché di fatto è stata dichiarata una minaccia in Lituania visto il suo attivismo politico e per questo il promesso non è stato rinnovato, quindi anche lei rischia fortemente la sua vita sostanzialmente. Si ricorda quello che possiamo fare noi ogni giorno qua in Italia, il potere delle persone a livello locale dal basso e quindi favorire in tutti i modi la circolazione di informazioni anche dalla parte dei bielorussi obiettori di coscienza che si fanno promotori e attivisti nei confronti della pace e per aiutare attivamente i disertori. Fare pressione sui politici locali perché possano portare avanti questo tipo di informazioni, ma soprattutto delle politiche di collaborazione culturali e portare avanti delle azioni di supporto alle varie associazioni che possono aiutare queste persone. Quindi è stato un incontro molto intenso e ricordo come frase finale la frase di Alexander Langer che lei stessa ha voluto citare, meglio un anno di trattativa che un giorno di guerra. Vi racconto anche una piccola postilla che ovviamente ha messo nel suo discorso e che ha fatto ridere perché diceva che il popolo bielorusso in realtà è molto ironico, quindi racconto la braggelletta di Dio che richiama la sua presenza Lukashenko, Putin e Biden come i tre presidenti più influenti perché li vuole segnalare che ormai la fine del mondo è imminente. Ognuno torna nel proprio paese di origine e Biden dice, devo dirvi una buona notizia e una cattiva notizia, quella buona è che Dio esiste, quella cattiva è che ormai siamo prossimi alla fine del mondo e quindi dobbiamo prepararci. Putin torna a casa sua in Russia e dice, vi devo dire due cattive notizie, una è che Dio esiste e due è che purtroppo siamo prossimi alla fine del mondo e dobbiamo prepararci. Putin torna a casa Lukashenko e dice, ci sono due bellissime notizie, uno è che Dio mi ha riconosciuto come presidente della Bielorussia e due è che continuerò a esserlo fino alla fine del mondo.

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