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Podcast realizzato con bambini di classe 4^ di scuola primaria sul tema: Cent'anni di storie -Italo Calvino
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Podcast realizzato con bambini di classe 4^ di scuola primaria sul tema: Cent'anni di storie -Italo Calvino
Radio Quarati is hosting a show about the life and works of Italo Calvino. The students are excited to share what they have learned about the famous Italian author. They discuss Calvino's family, his love for nature, and his decision to pursue a career in literature. The students mention some of Calvino's popular stories, including "Marcovaldo" and "Giuffà." They also read a story called "Giofà and the Plaster Statue" and discuss its themes. Overall, they had a great time and invite listeners to tune in for the next episode. Benvenuti a tutti i radioascoltatori da Radio Quarati, io sono il maestro Andrea e mi sto dirigendo nella quarta D dove con me ci sarà la maestra Imma e tutti i bambini e vi parleremo oggi in eccellenza della storia e della vita di Italo Calvino in occasione del suo centenario della sua vita e qui la maestra Imma sta aspettando praticamente di incontrarmi perché adesso io le chiederò praticamente maestra di cosa ci vuole parlare e cosa racconteranno i bambini in merito a questo grande Italo Calvino. Buongiorno a tutti gli ascoltatori siamo al primo episodio di Salotto della letteratura un'occasione di incontro per incontrare raccontare storie, storie da vedere, storie da ascoltare, storie per giocare, storie da leggere e come diceva il maestro Andrea stamattina celebreremo questo grandissimo autore italiano Italo Calvino che ha scritto numerosissimi racconti d'avventura per i bambini della scuola della scuola primaria. Abbiamo qua qualche alunno, bambini fatemi sentire, loro sono tanto motivati, tanto eccitati da quest'incontro in cui sapranno farvi conoscere tutto quello che hanno imparato. Infatti io volevo chiedere a Giovanni un nostro bambino della classe quarta D che cosa ne pensi e che cosa ci vuol dire dell'autobiografia di Italo Calvino. Italo Calvino è nato il 15 ottobre del 1923 al Sant'Ago della Svega a Sappuba, poi successivamente si trasferì con i suoi genitori a Sanremo, una città in Italia vicino al mare. Poi ebbe un fratellino di nome Floriano che sarebbe diventato un geologo importante, suo padre era un agronomo, sperimentatore, uno scienziato, invece sua madre era una botanica, studiosa e appassionata delle piante. La sua famiglia erano dei bei amanti della natura e liberi pensatori. Secondo te sono stati felici, è stata una famiglia felice quella di Italo Calvino? Secondo me sì. Alla fine si è sposato Italo Calvino? Sì. Anche sposato e ha avuto una figlia, è vero? Sì. Quindi è stato praticamente innamorato di questa figlia. C'è qualcuno che ricorda, che vuole ricordare quello che abbiamo detto a proposito dei nomi della famiglia di Italo Calvino? Io. Che ci dici di questa cosa? I genitori di Italo Calvino chiamarono il fratello di Italo Calvino, Floriano, perché i genitori facevano il botanico e la botanica la mamma e l'agronomo il padre, quindi c'era questa grande passione per la natura e quindi chiamarono il figlio Floriano, che deriva da flora, l'insieme delle piante. Questo è probabile, è una decisione nostra che abbiamo fatto. Secondo voi, bambini, perché Italo Calvino si chiama Italo? Lorenzo, sentiamo, Lorenzo. Io, perché Italo secondo deriva dalla parola Italia, perché loro amavano molto l'Italia. E' assolutamente vero che da qui a Sanremo c'è una città vicino al mare in Italia. Benissimo. C'è qualcuno che vuole dire su Calvino, sulla vita di Calvino? Secondo voi, a quale facoltà è che sta in ursidia di amanti della natura, quando dovrebbe decidere di andare in un corso di studi si iscrisse? La facoltà di Agrania. La facoltà di Agrania, però era soprattutto, Italo Calvino è stato soprattutto libero, pensatore e un amante della letteratura, dei fumetti, vi ricordate? Che diceva sempre film, che diceva tanti libri, che scriveva tante storie, tanti numeri. Quindi decise di lasciare gli studi di Agrania, giusto? Decise di lasciare gli studi e che fece? Quindi a cosa si iscrisse? Si iscrisse alla facoltà di Agrania. L'inglese e la lingua italiana, e si lavorò con il massimo di voce, di lì non ha mai più finito di scrivere e di divertire tutti i lettori con le sue avvolture. Noi in classe di Osano abbiamo parlato, abbiamo letto, ascoltato, guardato attraverso video numerose storie scritte da Calvino. Genero, ci puoi dire quali sono state queste storie? Sono state Marcovaldo, Giuffà. Marcovaldo e Giuffà, questi due personaggi sono molto noti nella letteratura di Calvino. Andrea, ci vuoi descrivere un po' il personaggio di Marcovaldo? Marcovaldo era umile e anche molto diffidente, era molto ingenuo perché non pensava e gli capitavano sempre le brutte cose ed era molto sfortunato. Sei una certa amica di questo personaggio di Marcovaldo? Marcovaldo sogna anche molto a me perché gli accadono sempre cose sfortunate. E pensi che sia... pensi che sia... Mia, Stefano. Marcovaldo assomiglia anche molto a me perché gli accadono sempre cose sfortunate. Stefano, gli accadono sempre cose sfortunate, mi stiamo prendendo l'anacondo un po' perché pensi esattamente come Marcovaldo, ma quando hai davvero Marcovaldo devo chiederti se è un uomo buono o cattivo? È un uomo buono perché... E da cosa lo capiamo? Lo capiamo da... Da come tratta? Da come tratta la sua famiglia. La sua famiglia è più intelligente, certo. Perché che cosa mette in luce il personaggio di Marcovaldo della vita quotidiana? La vita quotidiana mette in luce che non gli piace... Tutti i fatti della vita? Tutti i fatti della vita di città. E invece? Invece perché a me piace molto la vita di Campania. Cioè non potevano arrivare direttamente perché in famiglia il cittadino era immesso nei valori della natura e della vita, appunto della vita contadina. Nello, tu vuoi dire qualcosa di spesso invece a Giofà? Che personaggio era Giofà, Nello? Che personaggio era Giofà? Nello, che personaggio era Giofà? Era un bambino? Giofà era un bambino molto manello che disubitiva sempre alla madre. Soprattutto com'era? Era un impegnato? Era molto spaticato, infatti non voleva studiare, non voleva andare a scuola. Celia, non è che le letture di Giofà ci siamo divertite o no? Sì, ci siamo molto divertite. Eh, perché sono veramente molto simpatiche queste letture, sono state. Ne vogliamo leggere qualcuna ai nostri ascoltatori? Quale scegliamo? Giofà e la statua di Gesso. Va bene, comincia a leggere. C'era una mamma che aveva un figlio sciocco, pigro e marevolo. Si chiamava Giofà. La mamma, che era povera, aveva un pezzo di tela e disse a Giofà Prendi questa tela e valla a vendere, però se ti capita di un chiacchierone non gliela dare. Dalla a qualcuno di poche parole. Giofà prende la tela e comincia a strillare per il paese. Chi compra la tela? Chi compra la tela? Lo ferma una donna e gli dice Fammela vedere. Guarda la tela e poi domanda Quanto ne vuoi? Tu chiacchieri troppo, fa Giofà. Alla gente chiacchierona Mia madre non vuoi venderla. E va via. Trova un contadino. Quanto ne vuoi? Dieci scudi. No, è troppo. Chiacchierate, chiacchierate, non ve la do. Così, tutti quelli che lo chiamavano o gli si avvicinavano, gli pareva parlassero troppo. E non la volle vendere a nessuno. Cammina di qua, cammina di là. Si infilò in un cortile. In mezzo al cortile c'era una statua di gesso. E Giofà le disse Vuoi comprare la tela? Attenti un po'. Poi ripete. La vuoi comprare la tela? Visto che non riceveva una risposta Ovedi che ho trovato qualcosa di poche parole. Adesso sì che gli venderò la tela. E ravvolge addosso la statua. Fa dieci scudi. D'accordo? Allora i soldi vengo a prenderli domani. E se ne andò. La madre appena lo vide gli domandò della tela. L'ho venduta. E quattrini. Vado a prenderli domani. Ma è persona filata? È una donna proprio come volevi tu. Figurati che non mi ha dato neppure una parola. La mattina andò per i quattrini. Trovo la statua. Ma la tela era sparita. Giofà disse Pagamela. E me ne riceveva risposta Più si arrabbiava. La tela La tela te la sei presa? No. E i quattrini non me li vuoi dare? Ti faccio vedere io. Allora ha preso una zappa E me ne ho una zappata la statua. Da mandarla in cortile. Dentro la statua c'era una pentola piena di monete d'oro. Se le mise nel sacco e andò da sua madre. Mamma non mi voleva dare i denari. L'ho presa a zappate E mi ha dato questi. La mamma che era allerta gli disse Dammi qua e non raccontarlo a nessuno. Ma che bravo Nelido. Molto bene. Ti è piaciuta questa... Ti sei rivisto un po' nel personaggio di Giofà. Cosa avresti fatto? Cosa avresti fatto tu? Hai fatto la stessa cosa di Giofà? Diciamo di sì. Sei una merda come lui? Così e così. Va bene. Grazie a tutti per l'ascolto. Ci siamo divertiti e vi aspettiamo. Saluti a tutti i radioascoltatori. Ci rivediamo nel prossimo episodio del Salotto della letteratura. Saluti! Ciao!